“Che cosa sarà mai il nomadismo domestico?”, mi chiederete! Si tratta di una strategia educativa semplice ed efficace per preparare i nostri figli al domani, cioè a quando saranno più grandi, e si spera dritti sui propri piedi, anche perché noi — e immaginiamolo pure chiaramente — un bel giorno non ci saremo più.
Secondo la Legge i nostri ragazzi sono maggiorenni a 18 anni, anche se sappiamo fin troppo bene che a quell’età sono ancora piantine a legno verde, almeno da queste parti, dove vige un’educazione spesso iperprotettiva. Oggi desidero condividere con voi alcuni facili trucchi per crescere i vostri figli aperti e curiosi verso il mondo, capaci di adattarsi anche al nuovo e al diverso.
Caspar David Friedrich, The wanderer above the sea of fog
Avete presente chi ancora all’età di 15 anni beve il solito latte, dalla solita tazza (quella col coniglio… o con la scenetta Disney) e mangia la solita marca di biscotti, davanti al solito cartone in Tv, con le solite raccomandazioni della mamma già stressata per la giornata che verrà!? Questa una volta si chiamava tradizione, ma altro non è, invece, che abitudini con esiti pratici più che discutibili.
Come ben sapete sono tedesca, nata e cresciuta nei fruttuosi anni ’50 (sinonimo di infanzia rustica). Sono donna curiosa, acuta osservatrice, e come forma mentis mi piace trovare soluzioni ai problemi.
In questi ultimi 4-5 anni ho maturato alcuni consigli che propongo a tutti i genitori con figli piccoli, e devo dire con ottimi feedback.
Quanto segue è già provato sul campo; del resto è confermato da molte famiglie che da sempre, per convinzioni o per necessità, praticano uno “stile di vita nomade” anche con bambini piccolissimi.
In sostanza si tratta di rompere alcuni schemi a mio avviso vecchi e polverosi: le cosiddette regole “normali” (la parola normale deriva da norma, che non è sinonimo di giusto!). Non vi mando a fare in giro per il mondo senza soldi con i bambini nello zaino, ma vi offro qualche consiglio terra-terra da applicare direttamente a casa vostra, poi da cosa nasce cosa.
In sintesi vi parlerò:
1) delle abitudini a tavola;
2) del posto dove si dorme;
3) delle vacanze;
4) delle feste per bambini.
Sono esempi intesi a stimolare la vostra capacità inventiva, poi applicabile anche ad altre situazioni. Mi dilungherò il meno possibile su ciò che avviene abitualmente riportando in proposito solo qualche parola-chiave in neretto all’inizio di ogni capitolo.
La famiglia a tavola
tv accesa, bimbi irrequieti, litigate, raccomandazioni di mangiare/assaggiare le verdure, pianti vari, la mamma a servizio di tutti.
Un mio consiglio dal cuore: niente TV (se riuscite *mai*) a tavola. È ormai risaputo che è diseducativa. La combinazione “nutrirsi + scene violente” produce effetti negativi notevoli sulla psiche dei bambini. Lo si vede a volte per strada: mentre due ragazzi se le danno di santa ragione, coloro che passano di lì e assistono alla scena, continuano a leccare il loro gelato indifferentemente… o riprendono il fatto con il cellulare.
Passiamo ai consigli: la tavola potrebbe essere decorata dai bambini stessi fin da piccoli a tema (coinvolgimento emozionale); vanno bene anche le macchinine che trasportano, per esempio, il barattolo delle olive. Il cibo dovrebbe venire distribuito su tante ciotole di vetro o porcellana, tipo tavolata da pic-nic; e niente “mescoloni” già pronti; ognuno dovrebbe prepararsi (se si tratta di un bimbo piccolo va aiutato, ovviamente) il proprio piatto in autonomia.
Il sugo dovrebbe essere separato dalla pasta, così come i vari condimenti, mi raccomando sempre tutti di qualità, come olio, sale integrale, aceto, limone, capperi, olive, acciughe, gomasio, tahin, tamari, semi tostati, spezie, e via dicendo.
Con i ragazzi grandi si potrebbe istituire una “pesca di biglie colorate” (in un sacchetto) per decidere chi sta seduto dove per quella giornata: ai bambini piace moltissimo, e così pure noi adulti usciamo dai binari delle vecchie abitudini.
Apparecchiare, lavare, o altre mansioni: sempre a pesca di biglie! Pensate alle dinamiche emozionali (uhh, che rabbia!) se si deve sparecchiare 3 volte di fila… ma ha deciso il gioco! E impariamo ad accettare che non sempre tutto è distribuito in maniera equa.
Se date il buon esempio fin da subito i bambini vi imiteranno: lavare i piatti con musica cubana (o quel che vi piace), ruotando il bacino a ritmo, cantare durante i lavori, onorare l’acqua e il fatto che siamo ricchi (!) avendo a disposizione acqua potabile a litri e litri dal rubinetto di casa (e pure calda), per nulla scontato in altre vaste parti del mondo.
Circa la TV… è difficile, lo so. Ma provate almeno per un mese (fioretto a favore della Madonna?). Se dopo questo periodo ne soffrite, allora siete probabilmente irrecuperabili e già schiavi a vita di quella scatola. Ricordatevi però che in TV si osserva la vita degli altri; mentre la vostra passa, passa… e passa.
Su come comportarsi a tavola con i bambini in età di svezzamento, leggete alcune considerazioni in questo mio post pubblicato qualche tempo fa sul pasto nudo.
Dove dormire stanotte
Riti precoci e rigidi per abituare i bimbi di pochi mesi a dormire da soli nella propria cameretta, bambini che dormono per anni con i genitori nel lettone, bimbi già scolarizzati che soffrono di insonnia, mamme esaurite con la periartrite alle spalle perché i bimbi dormono solo in braccio… e così via.
In natura non esistono case con la chiave, o con l’antifurto. Di notte girano i predatori. Quindi, i vostri figli (l’istinto dice loro: “Senza mamma muoio”) si svegliano per controllare se sono protetti in caso di pericolo.
Se un bimbo di pochi mesi si sveglia nella culla e si riaddormenterà subito se lo portate con voi nel lettone signfica che è tutto a posto; nel senso che voleva stare con voi e basta.
Ricordatevi comunque sempre che i bambini durante la notte crescono… ciò li può disturbare parecchio. Ad esempio avviene l’allungamento delle ossa, la discesa dei denti, e non sono semplici passeggiate! Quindi 2-4 risvegli notturni sono del tutto normali. Regola d’oro: i bambini si coccolano molto da piccoli… e molto meno da grandi; a meno che non siano loro a volerlo espressamente.
Trovo assurdo voler abituare dei lattanti alla propria cameretta, e a 15 anni chiamarli 3 volte nel pomeriggio, solo perché sono dall’amichetto a pochi isolati più in là… O peggio ancora durante la vacanza-studio a Londra (a 16-17 anni) fare loro delle telefonate di mezz’ora più volte al dì.
Per il momento del sonno ho la seguente proposta collaudata: sistemate in ogni camera letti doppi o ad una piazza e mezza, a seconda dello spazio. Va bene anche un materasso per terra (isolato bene sotto con sughero, o lana, o altro). Poi si procede al “nomadismo”. Ovvero quello dei due genitori che deve lavorare di più ha il diritto alla camera da solo; l’altro genitore porta il bimbo o i bambini nella tana multipla. Poi durante la notte gli adulti possono benissimo tornare nella propria camera da letto, a seconda di come procede. Le notti non sono quasi mai tutte uguali, con poche eccezioni, ovviamente. In questo modo il bambino passa dalla culla direttamente al letto grande. Il lettino con le sbarre usatelo per… imprigionare i peluches :-).
A chi critica questo metodo faccio ragionare sul fatto che gli extra-comunitari che vivono in Italia appartengono spesso a famiglie numerose, quindi nessuno di loro ha una propria camera: i loro figli non mi sembrano affatto viziati o ansiosi, o dipendenti dalla mamma, o incapaci di stare da soli in una stanza. Tutte caratteristiche che troviamo invece frequentemente nei nostri ragazzi italiani.
Se non lo conoscete ancora, leggete il bellissimo libro di Jean Liedloff Il concetto del continuum: vi apre il cuore della comprensione profonda.
C’è anche il vantaggio che, se ci sono ospiti in casa, avrete sempre dei letti da offrire. Fa molto bene ai bambini vedere a casa spesso degli ospiti, o essere ospitati da amici, magari dormendo in terra su materassi di fortuna; così si abituano ai tanti metodi possibili esistenti; come è pure bello e divertente farsi una notte in nave, o sul treno Bologna-Lecce, ad esempio; tutto è questione di abitudine.
Il regalo sicuro che gli farete in questo modo è una grande capacità di adattamento; ammesso, ovviamente, che voi stessi manteniate la calma durante questi viaggi, e non vi stressiate a dismisura, e che riusciate ad affrontare eventuali disguidi ed imprevisti con creatività e ironia. La vita del resto è proprio un’avventura, ed è meglio fare un po’ di allenamento fin da subito. Se siete cresciuti nella bambagia delle abitudini sarà un po’ difficile inizialmente; magari affidatevi ad amici più esperti di voi.
Io credo che i nostri figli non avranno da grandi un lavoro fisso per 20 anni, e non penso che ci sarà ancora l’uso di stipulare un mutuo di 30 anni per la casa. Piuttosto credo che saranno un po’ nomadi. Spesso con la valigia a portata di mano. Noi (quelli della la mia generazione) siamo stati educati ad “avere”: possedere, fare un buon matrimonio, possedere una bella casa di proprietà, aquistare l’auto importante, comprare vestiti alla moda, collezionare titoli di studio, riconoscimenti sociali, eccetera.
Visti i tempi odierni è ora di cambiare rotta, ed educare i figli all’“essere”. A saper comunicare con tutti, il barbone e la persona “importante”; a conoscere le lingue straniere, e ad avere capacità multiple manuali e intellettuali, sì, a saper usare anche le mani: lavare i piatti, riparare una bici, spaccare la legna, piantare un chiodo nel muro, e molto di più ancora. Insomma, sapere come funziona il mondo e saper mettersi in gioco a seconda delle situazioni.
In questo momento vedo una generazione di giovani e adulti che si allenano a spingere dei bottoni: computer, cellulari, tablets, telecomandi, bancomat, videogiochi, navigatori satellitari, microonde, lavastoviglie, e via dicendo. Non attaccatemi… so bene che ci sono anche bellissime eccezioni. E meno male :-)
Dobbiamo smettere di essere ciò che facciamo, e cominciare a fare ciò che siamo. Questo concetto l’ho rubato in un bell’articolo su questo blog molto interessante che vi consiglio di approfondire e seguire.
Le vacanze
Solita spiaggia, solito ombrellone, solito albergo, solito bar, solito “gardaland e simili”; viaggi transatlantici di 10 giorni con bimbi di pochi mesi; ma anche visite stressanti nei fine settimana nelle città europee con lattanti.
Che dire? Ci vuole parecchio buon senso anche in questo caso. Preferite sempre luoghi molto semplici e naturali: agriturismi, campeggi (si può anche affittare un bungalow per chi non ama la tenda), ricettività familiari come si trovano in Alto Adige presso fattorie o maneggi.
I bambini devono conoscere la natura, soprattutto nei primi 7 anni. Sedersi nudi nella terra bagnata, mettere i piedi in un ruscello, toccare un coniglio, pestare la cacca delle galline… e mangiare la frutta direttamente dall’albero, giocare con l’acqua, con i bastoni, la sabbia, la terra, le pigne; sperimentare che il proprio corpo è vulnerabile. Affrontare quindi le ferite provocate da un sasso o dalle spine, punture di formiche di bosco (quelle tremende rosse, avete presente?); imparare come gestire le ginocchia sbucciate, cadere dalla bicicletta… tutte cose che non si imparano sui libri, né si recuperano a 20 anni. Se queste situazioni non si propongono nei primi 8-10 anni di vita, è dura… in seguito preferiranno “play station” e televisione.
Nei primi 5 o 6 anni di vita conviene avere due, al massimo tre posti di riferimento per le vacanze. Ai bambini piccoli piace tornare dove sono già stati, ed esplorare ogni volta una cosa in più, sfidando la propria curiosità sempre più coraggiosa.
I compleanni
Coca, fanta, patatine, pizzette, dolci firmati, torte rosa-shocking, urla, pianti, stress, clown di turno, truccatori, maghi, McDonald’s & Co, montagne di regali inutili e spesso doppi.
Provate a uscire anche qui dagli schemi. Come?
Mettetevi d’accordo con le altre mamme per *un* regalo intelligente (e mai costoso) dove il contributo a famiglia non dovrebbe superare i 5 euro. Abituate i bambini a ricevere regali importanti solo a Natale e per il compleanno. Ricevere regali sempre durante tutto l’anno (dal tabaccaio, giornalaio, supermercato, dai nonni, amici e zii) è come mangiare i tortellini ogni giorno: provoca nausea e noia.
I bambini hanno bisogno sopratutto di materiale grezzo/naturale/semplice per giocare: sassi, bastoni, stoffe, corde, cartoni, teli, cuscini, sgabelli; magari qualche dinosauro o animali della fattoria. Il resto è fantasia (televisione autoprodotta: immagini interiori). Mi rendo conto che non è facile, ma vi assicuro che non è impossibile.
Se vostra figlia di 5 anni vuole, o riceve, una Barbie, proponete almeno di farle fare una passeggiata a piedi nudi nel prato e un bagno nel secchio, o di vestirla con vestiti autoprodotti. E se vostro figlio di 7 anni riceve il robot con le batterie, mettete a sua insaputa batterie quasi scariche, o lasciate che lo smonti a pezzi. E poi portatelo con la bicicletta nella discarica nel reparto plastica, e andate a comprare (o a costruire, magari insieme, o con un falegname) una bella spadina di legno come alternativa.
Questi due esempi possono sembrarvi stupidi e semplicistici, ma vogliono dimostrare che si può uscire dalle solite regole. Un gioco è utile o meno a seconda della contestualizzazione. Cercate di fare delle scelte oculate: meglio scegliere materiali diversi che giochi già pronti: è per il loro bene futuro.
Organizzate i compleanni dei vostri figli a casa vostra: finchè non vanno a scuola bastano 3-4 amichetti. Dalla prima elementare si può fare con i compagni una gita nel parco, una camminata verso un castello, una visita in un museo di minerali, un pomeriggio in campagna, preparare la pizza insieme a casa.
Per quanto riguarda il cibo non sarebbe male uscire dagli schemi classici e offrire una bella macedonia, o una torta semplice alla frutta, o una ciambella, acqua(!) e qualche succo di frutta, o tisana per bambini.
Difficile? No, non è difficile. Dobbiamo solo superare la pigrizia, la paura di essere visti come strani, e affrontare la propria “follia normale”.
Adesso siamo in febbraio; è freddo e umido. Organizzate degli happening in vasca da bagno con 2-3 bambini… e 3 squali o 3 paperine da spiaggia. Un’autentico bagnetto marino se mettete il sale marino integrale ovviamente. E dopo, una bella tisana con limone e pizzette fatte in casa.
Per chiudere vi ricordo le famosissime parole, tratte da “Il Profeta” di Khalil Gibran, sui figli.
…e una donna che aveva al seno un bambino disse: parlaci dei figli. Ed egli rispose:
I vostri figli non sono figli vostri… sono i figli e le figlie della forza stessa della Vita.
Nascono per mezzo di voi, ma non da voi.
Dimorano con voi, tuttavia non vi appartengono.
Potete dar loro il vostro amore, ma non le vostre idee.
Potete dare una casa al loro corpo, ma non alla loro anima, perchè la loro anima abita la casa dell’avvenire che voi non potete visitare nemmeno nei vostri sogni.
Potete sforzarvi di tenere il loro passo, ma non pretendere di renderli simili a voi, perchè la vita non torna indietro, né può fermarsi a ieri.
Voi siete l’arco dal quale, come frecce vive, i vostri figli sono lanciati in avanti.
L’Arciere mira al bersaglio sul sentiero dell’infinito e vi tiene tesi con tutto il suoi vigore affinché le sue frecce possano andare veloci e lontane.
Lasciatevi tendere con gioia nelle mani dell’Arciere, poiché egli ama in egual misura e le frecce che volano e l’arco che rimane saldo.
Buonasera Sabine, è sempre nutriente leggere i Suoi articoli. Continuo la Sua cura per la mia piccola Sofia e, nonostante le ricadute, con qualche bagno di sale integrale, i tempi di recupero si accorciano sempre di più.
Personalmente, incontrarLa sulla mia strada mi ha dato l’impressione di trovare un faro nel mare in burrasca. E da qui ho trovato spunti grandi di comprensione e cambiamento.
A presto!
E’ profondamente vero, e pur non avendo figli lo vedo con i miei nipoti,a volte quasi apatici perchè profondamente abituati a tutto ciò che é già “pronto“. Mi vien da dire che, oltre ad usare questi stimoli per i piú piccoli, si possono usare anche per i più grandi, soprattutto per la paura dell’altro, dello straniero, del diverso.
Bel blog, complimenti.
Oh ma che bell’articolo! Io sono molto orgogliosa della mia “follia normale” e per quanto riguarda questi metodi che lei elenca sono felice di poterle dire che in parte li applicavo già (sul fronte delle abitudini a tavola e dei compleanni).
Per le abitudini notturne: per ora ho avuto fortuna, ho un figlio che da subito ha dormito nella sua culla e nella sua stanza senza problemi. Con il prossimo (in arrivo), si vedrà.. in caso farò tesoro dei preziosi consigli “nomadi”.
è comunque vero che i bambini si abituano facilmente a tutto, anche ai cambi abbastanza repentini di marcia. Io noto che bene e spesso sono piuttosto gli adulti a fare molta fatica e di conseguenza a comunicare incertezza nell’applicazione delle nuove “regole”. Inizialmente capitò anche a me: i bimbi sono spugne e percepiscono la nostra fermezza… dobbiamo essere i primi a credere nel cambiamento, a mio avviso, poi loro ci seguiranno ben volentieri.
La leggo sempre con grande interesse.
d’accordo su tutto..mi è venuto un po’ da sorridere leggendo la poesia di Gibran…una volta da ragazzina l’ho letta a mia madre, mi sono beccata uno schiaffo…
fantastico questo articolo come d altronde tutto il suo blog, orgogliosa di essere nella mia follia, crescerò la mia cucciola che ha solo 4 mesi come una “freccia viva, scagliata in avanti”…molti passi li ho già iniziati a fare col mio compagno, vita in campagna, senza tv, autoproduzione, orto,un cane… spero davvero di riuscire a crescere una bimba non condizionata dall I phone che peraltro non possediamo nemmeno noi ;) tutti mi dicono che per quanto io possa fare di tutto per crescerla in un ambiente molto easy e freak non potrò fare molto quando lei inizierà a frequentare il mondo e capire le cose che non le do e in quel momento lei inizierà a chiedermi le cose che vede in mano agli amichetti…bhe io non ci credo che sarà così!! io sono convinta che se nei primi anni di vita le offro una vita sana, all aria aperta e piena di pura fantasia, lei non vorrà rinunciarci per niente al mondo e (forse)proverà pena per i suoi amichetti che non possono sporcarsi nel fango come lei…
Ciao Sabine, col “nomadismo domestico” hai messo in parole la mia vita, il modo di crescere le mie figlie. Trovarti è stata per un’enorme conferma che quello che sto facendo, è sano.
Grazie di cuore, Alice.
Grazie Sabine per questi consigli. Ha ragione che fra 20 anni non sarà normale avere un lavoro stabile ne’ fare un mutuo per la casa: io mi sto allenando fin da ora a non avere, e a reinventarci di continuo. Siamo stati 3 anni in Mozambico a lavorare e credo che Alejandro abbia fatto una bellissima esperienza: laggiù i bambini hanno una libertà diversa e che e’ pericolosa nei contesti delle città moderne, ma che mescolata ad un po di controllo parentale come facevamo noi giudicando che Ale aveva meno di 6 anni, e’ molto stimolante. Ora siamo in Peru’ e ci sono altre usanze. Quello a cui stiamo abituando Alejandro e’ a sentirsi cittadino del mondo, e a sentire che la sua casa e’ dove abita il suo cuore.
Anche noi siamo dei “folli normali”, ci piace, ci sentiamo bene in questa pelle nonostante davvero sembriamo strani a chi ci circonda. Leggere questo articolo mi conferma che la strada è giusta, e che anche a costo di sembrare strani, per nostra figlia stiamo procedendo bene.
La tv da noi non c’è, ed è proprio lei – ha 4 anni – che rompe gli schemi cambiando posto a tavola di tanto in tanto dimostrandomi che già apprezza il cambiamento, seppur piccolo.
p.s. vedo tra i commenti che c’è anche MariaClaudia, ne approfitto per salutarla: ciao Estrellita!!
Il Suo articolo ci ha profondamente colpiti ed ispirati…
Noi non abbiamo ancora(purtroppo) figli.
Ma ci rendiamo conto che certe abitudini sbagliate,certi sentimenti mal canalizzati,sono presenti quotidianamente nella nostra vita,forse ci condizionano anche nella ricerca fin’ora sterile di un bambino,chissà.
Inizieremo a seguire il suo esempio da subito,tanto per “tenerci in allenamento” , prendendo qualche diversa abitudine: meno tv e ancora più natura.
Se non ne siamo convinti noi,non lo saranno nemmeno i nostri futuri figli.Grazie.
Cara Federica, grazie per aver lasciato questa piccola esperienza e le prime considerazioni pratiche e personali.
I vostri commenti sono importanti per me… e credo anche per chi passa da qui per caso. Danno un tocco di reality-life, soprattutto di voi mamme; sempre alla ricerca e profondamente curiose! :-))
Cara Vivi, è vero… molti bimbi sono poco altro che “consumatori”.
Mentre i Grandi che sono veramente GRANDI (come Albert Einstein p.es) hanno mantenuto una vivissima curiosità, si potrebbe dire “infantile”…nel migliore senso della parola.
Quindi seguiamo i loro esempi. Grazie dell’ osservazione molto utile :-)
Si Laura… è vero che i bambini percepisco la nostra fermezza… e che dobbiamo essere i primi a credere nel cambiamento! Ottima osservazione. Grazie… e in bocca la lupo per il prossimo in arrivo: magari un “Lord” pieno di attitudini tradizionali…! Scherzo!… di solito i “secondi” sono solari, aperti a tutto, mooolto curiosi e anche poco paurosi, perché i genitori si sono fatti le ossa col primo e sono un bel po’ più “free”…
Leslie, ma che “ricordo intenso” con la poesia di Gibran!… Si vede che voleva stuzzicare la sua mamma con questo bellissimo testo… che sottolinea indubbiamente le competenze intrinseche dei figli… ed è riuscita a colpire nel segno a quanto pare!
Roby, sono perfettamente d’accordo su queste considerazioni. Un bambino che cresce in campagna, gioca con animali veri, tocca la terra bagnata, sposta pesi veri, prende le uova delle galline, mangia la frutta dall’albero e si nutre di viveri sani ha un’ottima base per prendere decisioni altrettanto sane.
Quando mi figlio era piccolo sputava le merendine industriali, magari offerti da una mamma di qualche compagno… l’ho tirato su con pane-burro-marmellata… e che burro!(vacche da pascolo)…e che marmellata!(fatta da me o dalla nonna)… e il pane di pasta madre; ancora oggi il suo preferito :-)
Alice, molto piacere di questo commento. GRAZIE :-)
Cara Elisabetta, perfetto, ottima idea… allenatevi subito!
Nella TV avviene la vita degli altri :-))
Valeria, grazie della risonanza…i bambini che cresco senza TV e senza videogiochi hanno una marcia in più… sanno stare con se stessi e sono generatori di capacità immaginativa propria :-))
Mariaclaudia, certo che i vostri figli non rischiano di non sapersi adattare! :-))
Amare la vita… e diventare “cittadini del mondo”… la perfetta base per cavarsela sempre.
Grazie del bel commento da cosi lontano… ma per il mondo virtuale questo non è alcun problema!
Ciao! Grazie dell’ennesimo bell’articolo! Non si finisce mai di imparare, quando si passa in questo luogo di “consigli antichi per gente moderna”! :-)
Ho letto questo articolo per la prima volta qualche giorno prima del compleanno di nostra figlia. Siamo andati al parco qui vicino rispettando rigorosi la tradizione imparata in Germania: un invitato per ogni anno compiuto.
A me piace molto, la trovo molto sensata. Li’ vicino c’e’ un bel bar/ristorante con tavoloni di legno in giardino, all’ombra di grandi alberi (qui febbraio e’ piena estate, un caldo!). La proprietaria ha preparato (lei medesima) limonata, succo di mela, pizzette margherita, spiedini di frutta fresca. Anche i genitori degli invitati hanno apprezzato il pomeriggio di relax. L’hanno prossimo abbiamo deciso insieme che organizzeremo tutto noi al parco, picnic compreso!
Devo dire che dai 4 ai 6 anni ha cambiato vita anche troppo, passando dal Baltico, appunto, all’Italia e poi qui in Sudafrica. I primi 4 anni li ha vissuti proprio “wild”, con la Tagesmutter che la portava a piedi nudi in novembre nell’acqua gelata dell’Ostsee (con febbroni conseguenti eh eh). Poi i sei mesi italici l’hanno davvero fatta tornare indietro in modo pazzesco. Ricordo il suo stupore quando venne a casa dalla materna il primo giorno e mi disse: “Qui e’ tutto il contrario che in Germania: mi fanno mettere la bavaglia e non mi lasciano usare il coltello!”
Siamo appena tornati da qualche giorno di vacanza nel mezzo del nulla del Free State, e devo dire che mi ha anche inorgoglita, vederla viaggiare in macchina per ore senza l’ausilio di videogiochi o attrezzi simili.
E poi qui c’e’ un’usanza spettacolare: il “nomadismo del fine settimana”, detto “sleepover”: il venerdi’ sera, o il sabato, i bambini vanno a dormire dai loro amichetti. E poi si ricambia la volta dopo, in un bel girotondo. Loro sono felicissimi di stare senza quegli ossessivi di genitori, e i genitori…beh, anche di piu’, che si tira il fiato e si ritorna coppia! :-)
Comunque confermo: se i genitori sono “easy”, i bambini seguono a ruota. Se i genitori son pieni di ansie, i bambini le assorbono come le spugne.
Grazie ancora e scusa per la lunghezza, ma mi ispiri condivisione e riflessioni!
PS: pero’ quando ho visto il quadro del Caspar mi si e’ gelato un attimo il sangue nelle vene, dopo anni di Greifswald! ahahah
[…] concreta saggezza e per aver riassunto alla perfezione ciò che cerchiamo di vivere tutti i giorni. Queste le sue regole per bambini (e genitori, zii, amici) nomadi. Anche se vivono per tutta la vita nello stesso luogo. Nomadi […]
LEGGETE questa bellissima esperienza… sempre più persone si inventano (senza tanti mezzi economici) un nuovo e più autentico modo di essere :-)
http://www.flaviotroisi.com/index.php/unlearning/
Claudia, vedo solo ora che non ho ringraziato per il tuo bel contributo (sempre fertilissime le tue considerazioni!). Grazie!
Vostra figlia avrà qualche carta in più da giocare quando sarà grande. Le esperienze infantili sono le radici della nostra vita… possiamo cambiare molte cose, ma difficilmente le radici ;-)
Grazie per i suoi consigli molto importanti, per una mamma come me che ha pochissima fantasia e di questo me ne rammarico,anche perché non riesco ad intrattenere mia figlia durante le faccende domestiche e la preparazione dei pasti.Insomma una vera frana ma con tutta la buona volontà di cambiare,d’altronde con il primo figlio c’è solo da imparare.
Lei è una persona illuminante!!! Sono davvero felice di essermi imbattuta nel suo blog. Sento di appartenere alla filosofia di vita qui descritta, e in un periodo colmo di cambiamenti come questo (anche se a dirla tutta non ho mai conosciuto un periodo di vita senza cambiamenti forti nella mia breve vita) desidero con tutta me stessa impegnarmi ad operare questi cambiamenti. La vita è una, fugace, e per viverla al meglio sono convinta si debba uscire dagli schemi che purtroppo ci vengono dati da questo mondo super frettoloso e lamentoso. Grazie di cuore!!!