I primi mesi di questo 2013 sono stati nel mio piccolo molto meno prevedibili rispetto agli anni passati. Se tralascio la pesantissima influenza (utile metafora della dovuta crisi che incombe sul pianeta azzurro) che ha colpito tante persone, anche a più riprese, e che mi ha impegnato parecchio (ma i dottori vivono anche e proprio grazie alle malattie… che dilemma!) sono accadute, invece, molte cose veramente interessanti e che mi fanno sperare in bene.
Come ogni anno ho tenuto le solite conferenze e incontri; anche naturalmente sul mio argomento preferito e sempre bello acceso, cioè “il sale che fa bene”, rendendomi ancora una volta conto che le informazioni ed emozioni su questo tema rimangono confuse e contrastanti. Evidentemente tocca alcune nostre corde profonde: forse arcaiche, anzi sicuramente arcaiche, visto che la vita sulla nostra bella Terra inizia proprio nei mari salati.
Ma il sale è ora soltanto il pretesto per parlarvi di un altro tipo di sale, non proprio materiale: mi riferisco al “sale della vita” inteso come “il profondo desiderio di condivisione fra le persone”.
Una simpatica novità, per esempio, che ho sperimentato, sono stati alcuni incontri di piccoli gruppi di persone, che con il passaparola si radunano a casa di chi ha un bel tavolo grande e una dozzina di sedie per condividere viveri, sapori genuini e chiacchiere a tema, magari invitando un relatore, un cultore di argomenti di comune interesse. Sono momenti condivisi insieme molto preziosi, e penso che presto si diffonderanno come allegri semi al vento, come quando la stagione è finalmente matura.
Durante uno di questi incontri ho conosciuto Davide Donelli, appassionato di Neuroscienze e laureando in Medicina, il quale ha scritto un interessante libro divulgativo sui Neuroni Specchio insieme a Matteo Rizzato, affermato esperto di coach: il testo è stato commentato e supervisionato dal Prof. Giacomo Rizzolatti geniale e simpatico Neuroscienziato italiano di fama internazionale e scopritore dei neuroni specchio.
Qui trovate una istruttiva presentazione su YouTube. Questo è un piccolo grande esempio di collaborazione trasversale (studente-formatore-grande scienziato) che anni fa sarebbe stato forse impossibile, ma ora sta semplicemente avvenendo :-). Ah, quella sera Francesca e Matteo, i padroni di casa, ci hanno fatto vedere un piccolo video su YouTube perfettissimamente in tema. Da diffondere! :-)
Nella bella Ca’ Shin a Bologna è stato organizzato, invece, a metà febbraio, un incontro sull’influenza, ma quel sabato sono venuti solo in quattro gatti. Probabilmente molti erano ancora a letto ammalati, o non uscivano per paura di beccarsi il virus (questo mostro sconosciuto), o perché la Eck ormai la conoscono, eccetera eccetera? Tante ipotesi, mille risposte. Ma alla fine noi quattro gatti ci siamo divertiti tantissimo! Abbiamo mangiato insieme, chiacchierato, condiviso un sacco di informazioni privilegiate, ed è stata una gran bella e lunga mattinata. L’atmosfera accogliente di Ca’ Shin ve la consiglio: è come andare a trovare una simpatica zia, fuori dagli schemi e piena di vita e idee.
Un’altra interessante esperienza in atto è la collaborazione a un progetto editoriale per la pubblicazione di un libro sul morbo di Parkinson, scritto da Claudia De Giovannini, donna genovese parkinsoniana da dieci anni, nel quale la editor bolognese Silvia Nicoletti, curatrice appunto del libro, è riuscita a mettere insieme sotto un unico tetto moltissime voci differenti, fra cui alcuni diretti interessati, cioè i protagonisti (ovvero i malati stessi), e diversi appassionati professionisti della salute di tanti rami, per offrire al pubblico interessato svariati approcci fra i tanti esistenti, per osservare, affrontare e curare il morbo di Parkinson.
Un’occasione per parlare insieme di salute, con lo spirito umile di condivisione, di scambio, e di apertura, offrendo ai lettori interessanti spunti per migliorare la propria vita, vivendola con maggior consapevolezza e responsabilità. Il progetto parte dal racconto personale dell’autrice, che narra in questa opera intitolata “Cane sciolto” la sua coraggiosa e combattiva (seppur assai difficile e dolorosa) avventura quotidiana con lo “scomodo e sgradito ospite”, le sue stesse instancabili personali ricerche, le sue intense riflessioni e i suoi quesiti su questa complessa patologia neurodegenerativa, ancora tutta da scoprire e sempre più diffusa, anche tra i giovani, ahimè.
La presentazione del libro, ormai nell’ultima fase di lavorazione, avrà luogo a Bologna sabato 18 maggio alle ore 16 nella bella sala dell’Oratorio dei Fiorentini in Corte Galluzzi, 6, e sarà distribuito da metà maggio 2013 nelle librerie italiane.
Si è poi realizzato a casa mia un interessante incontro con due veterinari e un tecnico esperto di alimentazione, sui molteplici problemi di salute delle mucche da latte negli allevamenti. Da qualche di tempo infatti nelle stalle c’è un difficile grattacapo da risolvere: un’ulcera molto grande e spesso solitaria sulla lingua dei ruminanti, di dubbia origine, che impedisce loro di mangiare con appetito. Le mucche dimagriscono, non fanno “il loro dovere”, e infine vanno mandate presto al macello, in certi casi già dopo solo due (!!) anni di “carriera”. Qui ne parlo in maniera condensata: sarebbe in realtà un tema vasto per un post a parte. Per oggi a voi le emozioni e considerazioni di questa lunga e triste catena di ultra-sfruttamento.
Per me il tema della mucca da latte è emblematico e rispecchia quella politica che bada in sostanza solo alla quantità e al profitto: una situazione grave, triste, sempre più urgente, nonché inaccettabile. Ma pian piano i nodi vengono al pettine. Nessuno, uomo o animale che sia, può essere sfruttato oltre un determinato limite: quando una curva di crescita raggiunge la sua punta massima possibile (chiamata in matematica significativamente punto morto) scende senza pietà, anzi, mi pare con l’acceleratore, come ogni sasso che rotola giù dal monte, e si raccolgono i frutti della semina.
L’unico piccolo conforto dell’incontro che vi ho descritto è che ho appreso che i produttori del latte sono tutti ben consci di ciò che questo sistema ha prodotto, e che cambiare è l’unica via percorribile, visto che, tra l’altro, viviamo nella zona del Parmigiano, ad altissimo potenziale territoriale. Sappiamo da un pezzo che la collaborazione simbiotica e fraterna fra uomo e animale è l’unica soluzione duratura ed accettabile.
Ancora, a Bologna, ho avuto uno stimolante scambio di opinioni durante uno squisito pranzo vegetariano con Alessandro e Silvia dell’Associazione Cultura Fuori Moda.
Dopo una breve richiesta via mail mi hanno gentilmente invitato per un pranzo nella loro sede per scambiare idee e visioni personali. Da circa due anni hanno messo in piedi una stimolante realtà umana terra-terra, che ruota intorno al mangiare sano e cosciente, al crudismo, al corretto cibo vegetariano, e alle scelte di una vita gradualmente più consapevole attraverso il contatto autentico fra le persone. Cito da una loro presentazione: “La nostra attività principale è la promozione: ci occupiamo di divulgare in maniera consapevole la cultura della salute fatta del rispetto dei tempi naturali, dell’ambiente, orientata alla qualità della vita, alla sostenibilità e alla misura. Sosteniamo con forza l’esigenza di tutelare il benessere dell’individuo e di ogni altra forma di essere vivente, diffondendo i principi di corretta convivenza con la specie umana”.
Organizzano regolarmente e gratuitamente dei pratici e conviviali “piccoli corsi di sopravvivenza alimentare”, e tanti altri preziosi eventi. Agiscono, anziché lamentarsi. Di tutti questi incontri ho potuto percepire un gradevolissimo comune denominatore: la comunicazione è avvenuta sempre alla pari, nessuno ha cercato di sovrastare l’altro, o di fare “il fenomeno”, o il sapiente. Ed è la stessa sensazione che ho sempre di più al termine delle visite con i miei pazienti: è quel piacere di stare insieme, in simbiosi, scambiandosi informazioni, dati, chiacchiere, risate, battute, visioni nuove, e soluzioni possibili, cambiando semplicemente e allegramente punto di vista. Rompendo cioè le regole e vecchi schemi, e creando spesso qualcosa di inaspettato e di nuovo.
Questi granelli di vera vita mi fanno pensare a quel sapiente gesto di salare il cibo quotidiano: chi sa, conosce la giusta quantità e la giusta qualità. Sono convinta che molti di voi si sono ritrovati in situazioni simili a queste mie. Raccontate! sono tutt’orecchie! :-)
“Esiste un solo vero lusso, ed è quello dei rapporti umani.”
Antoine de Saint-Exupéry
Nonostante il gelo ancora fuori, in questo bel post si respira aria di primavera, di rinascita, di api che svolazzano e portano in giro il polline, di voglia di fare con onestà e voglia di capire. Grazie Sabine!!!
qui sotto alcuni link che riguardano il mio territorio (Zocca -Modena) e persone che hanno intrapreso da alcuni anni il percorso slow food
http://www.calumaco.it/
http://www.caseificiorosola.it/
qui un gruppo di donne che si dà da fare…
http://ilcacomela.blogspot.it/2010/10/ciao-tutte-e-tutti-il-caco-mela-e.html
Bello il post, Sabine!!!
Bello il “piccolo video” che hai proposto, condividendolo!Ho avuto la pelle d’oca guardandolo, e lo ri-guarderò spesso, lo diffonderò (già iniziato a farlo…)
Bella la citazione finale: profonda, non puoi non fermarti davanti a quelle parole, e rallentare la vita assaporandola piano piano…
Mi permetto di aggiungere una frase (letta nelle ultime ore in un libro), o meglio un antico proverbio cinese: “Quando la foglia ama diventa fiore, quando il fiore ama diventa frutto”.
Sì, quell’Amore che può trasformare il mondo in un luogo meraviglioso…, di aiuto e solidarietà reciproci, vivendo le piccole cose quotidiane, che riempiono e arricchiscono per davvero il cuore e l’anima di ognuno di noi…
GRAZIE!
Quante cose da imparare!!!!!
Cara dott.ssa Sabine nei suoi post scopro l’universo,non posso dire mondo,perchè sarebbe riduttivo.I suoi semi sono sempre estremamente fertili e ho sempre un gran bel ricordo del nostro incontro.Spero che ci potremo vedere per la presentazione di Cane Sciolto.Sto già pubblicizzando l’evento su facebook dove ho due diari uno mio Laura SOldati e uno di Iniziativa Parkinsoniani. Spero che questo libro abbassi le barriere,non mi illudo che le elimini,perchè “la vecchia guardia” non vorrà perdere la sua privilegiata posizione sul piedistallo;ma qualche piccola crepa si sta aprendo;si incominciaa parlare di acidosi metabolica come fattore di degenerazione cellulare ed invecchiamento a livello di neurologia;proprio in questi giorni è stato divulgato un articolo sulla nocività per l’organismo umano dei latticini e sul rischio di aumento di acidità nel sangue con conseguenze a noi ben note.IO sono un piccolissio seme che non smette mai di moltiplicarsi per informare con la mia diretta esperienza di persona con il Parkinson quali rischi si corrono a continuare in uno stile di vita sconsiderato e senza regole.Cane Sciolto è un po’ la creatura di tutti noi che con il nostro contributo aiuterà ad illuminare e a stupire chi avrà la curiosità di leggerlo.Nel mio passaggio sulla terra ho incontrato tante persone meravigliose e non è mai stato un caso come non è un caso la mia amicizia con SIlvia che attinge da lei il suo sapere e come dire seme genera seme.Inoltre il video è l’espressione di ciò che dovremmo fare per salvare il nostro mondo che è fatto di persone che ogni attimo si sfiorano e non si vedono,siamo miliardi ma è come se ce ne fosse uno solo non vediamo e non sentiamo il nostro vicino e quindi il Buon Dio ci porterà via tutto quello per il quale ci ha creati perchè ha visto che non sappiamo apprezzarlo.Grazie.laura SOldati
eh, Rossella-quest’anno la primavera arriva a bocconi piccoli piccoli… dalla mia finestra vedo finalmente la forsythia nella sua splendida veste gialla-con 1 mese di ritardo
Grazie per i link interessanti: realtà piccole piccole da gustare una per una :-)
si Silvia; l’amore incondizionato… una strada lunga; in ultimo fatta comunque di passo dopo passo. Bella la citazione di saggezza cinese (chi sa se i cinesi la studiano a scuola?!) :-)
carissima Laura, sempre un piacere leggerLa. Ho imparato cosi tanto dai miei pazienti :-)
La metafora del seme e del seminare è la mia preferita: entra dritto nel cuore. La forza di un seme che spacca la terra e le sua zolle dure e che diventa in’ ultimo quercia, castano, margherita, tarassaco, ortica o grano per il pane quotidiano rappresenta l’essenza divina del principio forza. Grazie e a presto alla presentazione di “cane sciolto” :-)
Brava Sabine, ti conosco da alcuni anni e la tua trasformazione continua mi ammalia e mi conduce in nuove strade. Sto vivendo intorno a me purtroppo un po’ l’inverso di quello che tu descrivi, gente che è chiusa nelle sue quattro mura familiari, che si muove solo se ha un interesse prettamente personale che gli può portare vantaggio immediato. Parlo ad esempio del mondo della scuola, dei suoi alunni e dei loro genitori. Il bambino problematico è da segnalare alle autorità competenti, non è da comprendere nel suo insieme di manifestazioni, il cibo che viene erogato in mensa va bene così tanto non si può fare niente, le maestre non sono da sostenere, tanto è il loro lavoro. Vado avanti, a volte mi scoraggio ma come mi dicesti “vai avanti” perchè basta una sola persona che ti dà la sua disponibilità e ti apre la strada per conoscere altre persone simili a te. Piano piano, sta avvenendo. A volte mi scoraggio poi ripenso alle tue parole e mi rialzo.
Per cui pensa che Primavera mi hai regalato col tuo post :)
salve Marina, è vero certe volte ci si scoraggia. Ma penso sempre alle erbacce mentre spaccano l’asfalto pezzo per pezzo senza occuparsi del fatto che la strada è lunga. E’ meglio esserci che stare a guardare.
Allego una poesia di J. Luis Borges che mi piace tanto… (da leggere almeno una volta al mese)
Istanti
Se io potessi vivere un’altra volta la mia vita
nella prossima cercherei di fare più errori
non cercherei di essere tanto perfetto,
mi negherei di più,
sarei meno serio di quanto sono stato,
difatti prenderei pochissime cose sul serio.
Sarei meno igienico,
correrei più rischi,
farei più viaggi,
guarderei più tramonti,
salirei più montagne,
nuoterei più fiumi,
andrei in posti dove mai sono andato,
mangerei più gelati e meno fave,
avrei più problemi reali e meno immaginari.
Io sono stato una di quelle persone che ha vissuto sensatamente
e precisamente ogni minuto della sua vita;
certo che ho avuto momenti di gioia
ma se potessi tornare indietro cercherei di avere soltanto buoni momenti.
Nel caso non lo sappiate, di quello è fatta la vita,
solo di momenti, non ti perdere l’oggi.
Io ero uno di quelli che mai andava in nessun posto senza un termometro,
una borsa d’acqua calda, un ombrello e un paracadute;
se potessi vivere di nuovo comincerei ad andare scalzo all’inizio della primavera
e continuerei così fino alla fine dell’autunno.
Farei più giri nella carrozzella,
guarderei più albe e giocherei di più con i bambini,
se avessi un’altra volta la vita davanti.
Ma guardate, ho 85 anni e so che sto morendo.
Bella :)