Oggi vorrei raccontarvi con parole semplici alcuni aspetti del nostro sistema immunitario, che è un lodevole risultato di millenni di sperimentazione e selezione evolutivi. La cosa da memorizzare subito è che si tratta di un sistema autonomo.
“Autonomo in che senso?” chiederete giustamente.
Autonomo vuol dire semplicemente che sa fare i conti con se stesso: non strilla per avere aiuto, e non pretende nulla da nessuno (insomma, glorificandolo un pochino, quasi fosse un santo)… Vorrebbe fare da solo, quindi non mette in conto nessun dottore, quelli naturistici inclusi.
Essendo questo lo spazio ridotto di un post cerco di essere più sintetica possibile: quindi iniziamo con una sorta di elenco delle virtù e dei doveri di questo geniale sistema.
1) Alla nascita ce lo portiamo prontamente appresso, ma è purtroppo ancora tutta teoria: una sorta di hard disc mai applicato, un librone non ancora letto dove è segnato comunque punto per punto come si agisce in caso di invasori (batteri-virus-funghi), oppure traumi, pericoli, aggressioni. Diciamo che questo è l’aspetto maschile del sistema: tutto è programmato e inciso per l’eternità (un po’ scherzo, ovviamente, ma le immagini sono un valido aiuto per comprendere meglio…).
2) Siccome il sistema non sa se è atterrato in Africa, in Europa, nei ghiacci eterni della Groenlandia, a mille metri d’altezza, o su un’isola felice nell’oceano Pacifico, il nostro sistema ha anche una facciata femminile, cioè di adattamento, che avviene giorno dopo giorno, di volta in volta… in realtà inizia già nel grembo della mamma, che per fortuna è una femmina pure lei.
Così il lato curioso del sistema è orientato ovunque e assorbe di tutto e di più, con ogni cellula, con ogni senso, con ogni fibra nervosa. Un po’ come le bambine in crescita che ascoltano tutto e sanno tutto ciò che succede in casa, mentre il fratello (maschietto) è specializzato nella cassetta degli attrezzi, nei vari pesi da spostare, e simili, mentre non trova i suoi calzini, ma nemmeno la gomma nell’astuccio (a questo punto mi aspetto vive proteste… ma vi dico subito: le eccezioni esistono, ovviamente); problema tra l’altro di tanti maschietti adultissimi (frase solo per noi donne).
3) Facciamo un esempio (didattico, quindi disegnato un po’ agli estremi):
separiamo (purtroppo è successo davvero) due gemelli omozigoti alla nascita. Uno cresce a Milano in un appartamento di un grattacielo con la mamma italiana stereotipata, latte artificiale di supporto, aria condizionata, omogeneizzati, merendine famose, il papà del week end, regali quotidiani, giochi finti su computer, tv e simili, pulizia della casa da sala operatoria, farmaci e vaccini di ogni sorta, asilo nido, babysitter, vacanze a Disneyland, e compleanni con hamburger… (mi fermo, avrete compreso).
Il fratello gemello, invece, lo portiamo poco più in là, ovvero in Svizzera sui monti, dove la mamma è a casa, niente asilo nido, niente passeggino (non funziona sui monti), allattamento al seno, niente omogeneizzati, bensì cibo a km 0, corse a piedi nudi pestando la cacca delle galline, vacanze dalla nonna nell’altra valle (sono poveri), scuola da raggiungere da soli a piedi, giochi nei boschi con i vicini di borgo e niente TV (magari per la divina provvidenza?), e mi fermo: ormai avrete capito.
Se facciamo allora un’anamnesi immunitaria dei due bambini verso gli 8-10 anni saranno due racconti/storie completamente diversi/e. Il primo bambino avrà preso quasi sicuramente gli anti-infiammatori, anti-biotici e cortisone, antipiretici, vitamine per tirarlo su e con molte probabilità sarà diventato pure un allergico (al mondo?) come la mamma (stessa infanzia). Il gemello svizzero, invece, avrà avuto spesso la febbre altissima, diverse malattie infettive che lo hanno incollato al letto anche 8 giorni, e durante l’inverno sarà stato sicuramente sempre col moccolone verde… perchè i bambini, si sa, non chiedono mai di essere ben vestiti.
La realtà, comunque, non sta mai proprio solo da una parte (per la fortuna del bimbo milanese), ma vi ho disegnato questi due casi per sottolineare che il nostro sistema immunitario necessita di un tempo di allenamento, dove la teoria viene trasformata in realtà pratica e memoria immunitaria che poi ci servirà per tutta la vita.
Inoltre ho tralasciato appositamente tutto l’aspetto emozionale del bambino (su questo scriverò un post a parte); ovviamente i bambini non si ammalano solo perché mangiano male o respirano aria malsana, ma anche per i tanti conflitti emozionali che affrontano in fondo da soli e quindi somatizzano il conflitto attraverso le più svariate patologie.
4) Sappiamo bene tutti che il latte materno protegge il bambino soprattutto nel primo anno di vita dalle malattie più comuni, così il bimbo cresce tranquillamente senza problemi. Di regola càpita che fa la sesta malattia, che serve come generale collaudo del sistema febbrile (sulla febbre farò un post a parte). Chiaro è, comunque, anche il fatto che la madre dovrebbe aver fatto un buon training immunitario durante la propria infanzia; attualmente la maggior parte delle madri ha, invece, avuto al massimo 2-3 malattie infantili in prima persona: esse quindi proteggono il lattante solo con i relativi anticorpi. Perchè solo la malattia attraversata in prima persona produce un’immunità a vita.
5) Per queste considerazioni si può dire che il sistema immunitario necessita di un vero e proprio periodo di personal training: l’esperienza empirica ci ha fatto osservare che questo allenamento dura circa per i primi 7 anni di vita: sono gli “anni caldi”, quindi febbrili.
Le persone adulte che hanno avuto la giusta dose di febbri alte (e non soppresse) nella loro infanzia, producono un valido sistema immunitario, e soffrono per esempio molto meno di allergie e/o malattie croniche in genere.
“La febbre ti fa crescere”, dicevano i nonni di una volta, che erano anche i custodi dei metodi naturali che sostenevano il malato: clisteri, mele cotte, impacchi esterni di farina di lino, di cipolla, di patate, e in convalescenza il brodo di gallina. Forse riderete ora e penserete che sono tutte superstizioni; ma potrei spiegarvi perchè funzionano questi rimedi, uno per uno.
6) Il fatto che i bambini, quando gattonano, mettano proprio tutto-tutto in bocca deriva dalla necessità del sistema immunitario intestinale (che è importantissimo!) di prendere atto dell’ambiente circostante a piccole dosi… per produrre in risposta i famosi anticorpi. Se in certi paesi abbiamo il problema dell’eccesso di sporcizia, in altri (da noi), invece, abbiamo l’eccesso di pulizia, e in questo caso il sistema immunitario impara poco, troppo poco.
7) Tutto ciò che svolge il sistema immunitario in questi primi 7 anni di vita non può essere recuperato dopo, ahimè! Qualcosa si riesce a compensare, ma è una strada lunga, e spesso faticosa.
8) Se conoscete un bell’80enne, o come più spesso succede una bella 80enne tutta sprint, è sicuramente cresciuto/a in un luogo come quello del nostro gemello svizzero.
9) E tutti i dottori e le dottoresse? Cosa devono fare allora?
Dovrebbero studiare il sistema immunitario molto attentamente nei primi anni di Università. Cioè? Cioè con curiosità, con ammirazione, per via della sua incredibile efficienza. Comprendendolo, sostenendolo, nutrendolo, senza togliergli la sua forza primordiale, che è una forza calda, reattiva, a volte irrompente.
In realtà si abusa di antipiretici – antiinfiammatori – cortisonici antibiotici, vaccini: tutte tecniche altamente raffreddanti per il sistema, che “sfugge”, poi, nelle vie reattive della cronicità e delle allergie, che sono proprio malattie cosiddette “fredde”.
10) ricordatevi quindi che il sistema immunitario nasce autonomo… e a noi tutti il dovere di rispettarlo e spalleggiarlo, evitando soprattutto di sostituirlo.
Per oggi mi fermo qui: l’argomento è complesso e articolato, ma con un po’ di buona volontà neanche troppo… La prossima volta vi spiegherò altri aspetti interessanti :-)
p.s.: avete la tosse mentre leggete?… guardate il bellissimo post di izn del pastonudo.it di oggi…
AGGIORNAMENTO (luglio 2015): qui trovate un bellissimo articoli che spiega la genesi dell’ ADENOIDISMO nei bambini. Leggetelo!… e capirete finalmente perchè questo problema è cosi diffuso.
Cara Sabine,
che bellezza averti incontrata! e leggere le cose che scrivi.
La mia bimba, Sara, che ora ha due anni, non è vaccinata e non ha mai preso, finora (e mi auguro per ancora molto molto tempo) né antibiotici, né cortisone, né antipiretici. Ha avuto la varicella prima di compiere un anno, in una forma molto molto leggera, senza febbre e con poche pustoline, e ad oggi le rare febbri sono passate nel giro di un paio di giorni, da sole.
E’ anche vero che non frequentando ancora il nido ha meno occasioni di contagio, però la sua quotidianità somiglia moltissimo a quella del gemello svizzero, cosa di cui sono molto contenta.
Leggendoti mi sento rincuorata sulla strada scelta fino a questo momento.
Grazie!
che belle cose che scrivi, mentre le leggo le sento vere e non so perchè, poi tu spieghi i motivi e capisco. Grazie!!!
il post di izn è prezioso come la ricetta.
al momento niente tosse,ma sarà tenuto da parte come quella dello sciroppo di cipolla.
Che bello! Grazie, come al solito! Al momento la mia bimba ha 5 anni e 3/4, quindi spero di essere ancora in tempo. Credo che il suo sistema immunitario abbia fatto la giusta esperienza da quando é nata ai 4 anni, sull´Ostsee. Poi un´inverno in Italia e di nuovo, a scoprire altri anticorpi. Adesso che siamo arrivati in Sudafrica si é giá beccata un virus gola-stomaco-intestino, con tanto di febbre a 39 e passa per tre giorni (come sempre…). Ho trovato *per caso* una omeopata unicista proprio dietro casa (ed é una cittá di 8 milioni di abitanti, non dico altro…), che mi ha detto, piú o meno: “preparati, valá, che per i prossimi sei mesi potrá essere che il suo sistema immunitario debba imparare a conoscere questo nuovo mondo”. Noooo, di nuovooooo! Perché é ben piú facile, imbottirli di tachipirina e via. E invece quelle come noi no, dure, rimedi omeopatici unici (silicea, chiaramente…), tisane, impacchi, e via a cercare il pollo felice, e la camomilla che non sia di quelle solubili piene di zucchero, e coccole a letto con le storie di quando era piccola….dopo una settimana, quando lei é di nuovo bella arzilla (e 3 centimetri piú alta, tipo Bleistift, come dice mio marito), io ho bisogno di due giorni ininterrotti di sonno! Ma dai, se dici cosí speriamo che tutta questa fatica serva a renderla forte e sana…:-)). Un abbraccio dalla quasi estate!
Cara Sabine,
il tuo post ha accompagnato la mia colazione di sta mattina (fatta di pane con i semi fatto in casa, rigorosamente con lievito madre, e una fettina di torta semplice semplice con 2 banane mature al posto del lievito chimico) e sono stata LETTERALMENTE FOLGORATA da una cosa.
Hai detto che: “…solo la malattia attraversata in prima persona produce un’immunità a vita”. E improvvisamente mi ha sorpreso un’analogia, apparentemente un po’ bizzarra, ma neanche tanto… Nel mio lavoro di Psicologa, una delle regole d’oro è che il “terapeuta” può far crescere il proprio paziente/cliente portandolo soltanto fino al PROPRIO livello di crescita. Non lo può portare oltre.
Nonostante sia Biologa, non mi sono mai soffermata su questa profondissima analogia: non avevo mai pensato che il sistema immunitario funzionasse allo stesso modo. In realtà, a pensarci, è assolutamente logico: è ovvio. Come faccio a proteggere qualcuno da qualcosa che non ho sperimentato sulla mia pelle?!?
E come per il sistema immunitario, anche dal punto di vista psicologico vale la regola che le mancanze che una persona ha avuto, non si possono più recuperare.
Ultimo appunto sulla febbre: anche il medico omeopata che mi segue dice sempre che la febbre non va mai combattuta, è una nostra alleata, perché contribuisce a mantenere il corpo nella fase “liquida” e questo stato favorisce la guarigione. Oltre al fatto che crea l’ambiente caldo abbastanza da rendere la vita dei batteri moooolto difficile!
Mi fermo qui, credo avere fatto un commento-fiume!
Comunque, grazie per gli spunti di riflessione preziosissimi.
Buona giornata e buon weekend,
Sara.
@Sara: mmm, saró anche off topic, ma io non sono mica tanto d´accordo che “le mancanze che una persona ha avuto non si possono piú recuperare”…cioé, dipende cosa intendi…se recuperarle significa prenderne atto, portarle alla coscienza e crescere mi pare abbiano fatto il loro dovere anche le mancanze…o no? :-))
Cara Sabine, grazie del commento, perché mi sa rendere conto che non sono stata abbastanza chiara. Mi riferisco a tutte le persone che pensano che se uno non ha vissuto l’infanzia, a qualunque età può recuperarla, comportandosi e manifestando i bisogni come farebbe un bambino. Questo non serve a colmare i buchi e a fare sì che i buchi non ci siano mai stati.
Quello che intendi tu è proprio ciò per cui le persone vanno da uno psicologo: la vera cura è prendere atto che si hanno certe mancanze, certe “ferite” (le chiamano così qualche famose studioso del campo) e farle diventare parte di noi. Allora sì, diventano dei punti dei forza!
Al di là di quello che uno può pensare, un percorso del genere non è per niente facile e allegro.
Sara.
Non vorrei essere stata poco chiara ancora una volta…
Non sto dicendo che il percorso dallo psicologo è l’unico modo per fare questo percorso, è una delle possibilità. Non è adatto a tutti.
Lo stesso effetto ce l’hanno pratiche corporee o le persone che si incontrano nella propria vita,…
@Sara: (sono Claudia, non Sabine eh eh) adesso ho capito quello che volevi dire! E, chiaramente, la penso come te. Anche sul corollario dello psicologo: io ne ho provati due o tre e sono scappata subito! Mi “stimolavano” il cervello, mentre io ho sempre avuto bisogno di far lavorare i piedi e muovere il … beh, ci siamo capite, vero? Per me, per esempio, anche a livello di sistema immunitario, molto piú efficace un´ora di shiatsu o di yoga, o un bel massaggio ai piedi e una chiacchierata con le persone meravigliose che incontro sempre piú spesso! :-)
Sabine cara, non solo mi piace da matti il tuo ennesimo prezioso e illuminante post, ma mi piace un sacco anche la foto!!!! Sei troppo forte!
Salutone con abbraccione, Silvia
Sabine, mentre mi addormentavo ieri sera (o meglio quasi notte fonda, sigh!) pensando alla tua simpatica “foto del sistema immunitario”, riflettevo sul punto 3 del tuo nuovo post: attenderemo con graaaande curiosità la parte dei “conflitti emozionali dei bambini” per i quali si ammalano, ma immagino che ciò valga anche… per noi più grandicelli… Quindi a proposito di sistema immunitario, tosse e conflitti,….. cosa “ci racconta” in verità la tosse???? Cosa simbolizza, cosa rappresenta? Grazie, abbraccione, Silvia
…. ho tirato in ballo proprio LA TOSSE essendo argomento proposto in contemporanea da izn nel suo altrettanto bellissimo ultimo post…. Smack! S.
ben arrivata qui Valeria, bravi bravi per le vostre scelte. Ho visto il vostro simpatico blog… il mare, la barca, la condivisione; che bella scelta di vita. Sai, il mare è il “latte di mamma Gaia”… e tutti lo sogniamo… chi sa, se non decido di imbarcarmi con voi per un viaggio nel “latte della vita” :-)
ciao kosenrufu mama; grazie per il feed back… che bel blog creativo che hai, pieno di spunti utili… e che bella pancia! :-)
oh Claudia, la Ostsee è anche la base del mio sistema immunitario; bagni nel mare da bambina anche a 15 gradi!!… per fortuna hai trovato una nuova omeopata (la risonanza ha suonata le campane ?! …) e vedo che sei sulla strada giusta. Tua figlia avrà un sistema immunitario internazionale… che non guasta in questi tempi globali:-)
Sara, sono perfettamente d’accordo con la tua “folgorazione”. per questo motivo consiglio a tutti miei pazienti di non venire troppo spesso, di sentire anche altre campane e di prendersi pian piano le proprie responsabilità. Ai terapisti mi piace pensare come ad un fiore; l’ape (il paziente) ti viene a trovare, poi va da un’altro fiore(altro parere), poi torna (se il nettare è nutriente per lui)…ma senza mai creare dipendenza, seguendo in ultimo un proprio percorso.
Sulla febbre scriverò poi un post a parte (condito col sapere passionale; giusto da gustare a colazione) :-)
ciao Silvia…si, la foto!… sono i Playmobil di mio figlio (quando era nella fase maschio delle caverne) in agguato, immersi nella menta autunnale.
Annotazione 1) alle ore 00.43 dovresti essere a letto; il sistema immunitario si rinforza e lavora di notte quando si dorme(!) – Annotazione 2) fai l’esercizio della pazienza; il tema TOSSE merita un post a parte, meglio non “tirarlo via” in una risposta… :-)… eh, la curiosità è femmina… e serve per imparare di tutto e di più!
Sabineee: sui conflitti emozionali dei bambini urge un post sul mal di pancia (e sul mocio costante dal naso). Poi la parcella me la spedisci quaggiú…anzi, vieni a portarmela, cosí organizziamo qualche conferenza (che tanto la piccola va alla scuola tedesca, e non c´é nemmeno il problema della lingua!!)
aspetto aspetto…
Claudia,…porta pazienza-ho prima in programma un post sulla febbre(è stagione qui)…poi sono un “pachiderma” quando si cerca di spingermi verso altre sponde.
Porta pazienza e metti la borsa dell’acqua calda sulla pancina di tua figlia… e magari una tisana di finocchio. Per la conferenza guardo l’agenda…:-))
bellissimo articolo, ma devo dissentire su una cosa:
mio marito è cresciuto esattamente come quel gemello svizzero, e mai un febbrone, ne un’influenza, una roccia insomma. finchè un giorno il suo sistema immunitario ha deciso di impazzire ed ora è malato di les.
Cara Mimina, la vita è troppo complessa da poter prevedere e/o evitare ogni problema. Anche l’artigiano anziano, saggio,esperto e cauto si può ferire durante il suo lavoro (magari ha litigato pesantemente con suo figlio a pranzo).
Quando succedono malattie importanti si deve indagare pazientemente nella vita del paziente. Forse non sempre, ma quasi sempre si trova gli inizi dei fili del groviglio. Da li poi parte un ragionamento di cura ad personam.
Grazie per questo articolo che io rileggo con interesse di tanto in tanto! Mi resta però questo dubbio, abbassare la temperatura con pediluvio oppure rinfrescare le caviglie non va contro la teoria ‘testa fresca – piedi caldi’? Non si rischia di provocare le convulsioni? Grazie
Buona sera Armida, grazie per il commento. Questo articolo (parte 1+2) è un vero ever-green. In molti mi dicono che lo ri-studiano ogni tanto :-)
Quando abbiamo la febbre è naturale sentire freddo inizialmente, infatti nella fase iniziale piedi e mani sono freddi/ghiacciati e cerchiamo istintivamente le coperte per aiutare il corpo a raggiungere la temperatura “desiderata” e adatta alla patologia. (diciamo che lo decide il *medico interno* detto anche sistema del vagotono). Raggiunto la temperatura interna desiderata il corpo inizia a “evaporare” il calore dalle estremità: mani e piedi diventano bollenti e giustamente cerchiamo di liberarci dalle coperte (in linea di massima…c’è anche chi rimane sotto).
Questa seconda fase a volte scalda però solo braccia,collo, testa e ovviamente le mani… e i piedi (o perfino le gambe) rimangono perfino ghiacciati. Questo è il momento dove potrebbe verificarsi facilmente una convulsione…perché il calore sale verso la testa (è la sua natura fisiologica)… mentre dovrebbe invece eliminare il calore anche e soprattutto dai piedi.
Per farla breve: aiutare alle gambe/piedi a rimanere o diventare calde fin da subito (pediluvio o altri mezzi come coperte, mani caldi di un genitore) aiuta a impedire le convulsioni che sono molto spesso determinate dal “gap” torace e testa caldi/bollenti e gambe e piedi ghiacciati.
La frase “testa fresca e piedi caldi” indica una naturale, dolce e graduale differenza di temperatura dalla testa verso i piedi quando siamo in buona salute….è bellissimo e verissimo questo detto popolare cosi sintetico…. e non è certamente da intendere come “testa fredda e piedi bollenti”
Quindi niente paura per il pediluvio caldo gradevole (intorno ai 37 gradi…anche più caldo se gradito…e se il malato lo desidera ovviamente)
:-)
Buonasera Sabine,
mi ritrovo a dover rivangare un argomento ormai non vecchio…di più!
Qualche settimana fa, in occasione dell’inaugurazione a Cesena,Fc ,di un negozio che vende alimenti bio e libri del settore, tra i vari interventi parlò l’avvocato Ventaloro, di Comilva, che ribadiva la necessità, per evitare possibili “persecuzioni”,anche a distanza di tempo, di inviare una lettera di dissenso alla pratica delle vaccinazioni alla pediatria della propria asl. Dunque per quanto mi riguarda per la mia prima figlia, Bianca, ricordo di aver scritto qualcosa, di essere andata anche a colloquio con il responsabile della pediatria di comunità, di aver portato, di mia iniziativa, materiale per informare il sindaco del comune dove risiedevo, ma non ricordo esattamente i vari passaggi, i moduli specifici,ecc.Sul sito di Comilva i moduli prestampati sono scaricabili solo dagli associati, e per la seconda figlia Nora, sto continuando a rifiutare a voce gli appuntamenti che regolarmente mi inviano, ma vorrei finalmente liberarmi di questi continui richiami, facendo tutti i dovuti passaggi, giusti, anche per non trovarmi magari in futuro…per modo di dire, con le spalle al muro!
Le chiedevo quindi se riesce a darmi informazioni sulla procedura da seguire o dove avere queste informazioni; non le nego che l’argomento vaccini & co. è sempre di attualità e meriterebbe un costante aggiornamento, visto il terrorismo che ancora serpeggia intorno all’argomento!
Si ricorda che,molto tempo fa! mi consigliò di leggere un libro sul tetano e tutte le verità collegate, ma non ricordava il titolo? Se per caso ora riesce a darmi i dati per rintracciarlo, così mi “arricchisco” di informazioni!
In attesa spero di chiare indicazioni su come procedere, la saluto, ringraziandola, mai abbastanza!..Sabine, se non esistesse la dovremmo inventare! Che ventata di aria fresca e pura la nostra dottoressa!
Un caro saluto
Paola, mamma di Bianca e Nora
Gentile Paola,
anch’io, bolognese, mi affidai al Comilva Rimini per poter dissentire dal vaccinare il mio primogenito (15 anni fa!), idem per la secondogenita (che ha sette anni e mezzo). Non so se lo sai, ma qualche hanno fa il Comilva si è…. scisso… Io ho seguito colui che fu il fondatore del Comilva, Francesco Walter Pansini di Trieste, persona squisita e disponibile a rispondere a ogni quesito. Seguendo la sua sapiente e pacata “guida”, per niente burocratica, anzi molto semplice e tranquilla, non ricevo più le lettere dell’Asl…: sono finalmente libera!!! Si chiama Alister l’associazione a cui puoi fare riferimento, http://www.alister.it. Pansini pubblica il trimestrale “Salute e diritti” (Kailash edizioni) e ha scritto tanti interessantissimi libri sullo scottante argomento delle vaccinazioni, e sulla salute… Conosco Walter e so che non se la prenderà di certo se ti lascio pubblicamente la sua e-mail diretta: walterpansini@libero.it
In bocca al lupo! Tanti saluti.
Gentilissima Silvia, grazie infinite per i preziosi consigli e le informazioni, in effetti non sapevo che Comilva si fosse scissa, ma sai con loro avevo avuto ai tempi un piccolissimo contatto, poi mi sono sempre mossa “sola”dopo essermi ovviamente informata sull’argomento, anche tramite la nostra fantastica dottoressa! Ora mi muoverò per guardare gli indirizzi che hai indicato, poi magari ti farò sapere come è andata! Bello quando c’è uno scambio positivo tra le persone.
Grazie ancora, e saluti!
Paola
Oggi ho voluto rileggere questo suo articolo per rinfrescarmi la memoria, sono mamma di una principessa nata da un’altra pancia, allattata con latte artificiale cinese quasi dal primo giorno.
La mia bimba di 5 anni ha inverni difficili, ora parliamo di un fratellino in arrivo (ci vorrà ancora parecchio, le cicogne che usano l’aereo sono più lente…)e lei come reagisce… con una mega infezione da steptococco: tre e dico tre settimane di antibiotico (di solito la pediatra omeopata non me lo prescrive… ma questa volta ci è andata pesante.. sob).
Che dire meglio non parlare più del fratellino fin quasi al suo arrivo!!!
La mia pricipessa asiatica ha avuto un forte calo delle difese immunitarie a causa di una brutta malattia del nonno che lo rende sempre più assente e a causa dello stress che si respira in casa poichè siamo in fase di scelta ente adottivo e paese, per quanto cerchiamo di tenerlo nascosto non riusciamo….
Grazie per questo suo articolo!!!
Giorgia, cara Giorgia… viviamo in un momento multiculturale. Anche la sua storia ne è un esempio bellissimo: Bimba asiatica-mamma italiana-latte cinese-streptococco internazionale… e problemi di comunicazione! (pure internazionali).
Che dire… la gola è il *Chakra della comunicazione*. Se non comunicate o comunicate male in famiglia la gola ne può risentire a livello energetico.
Per questo motivo il cantare fa così bene… è una meravigliosa comunicazione internazionale… Cantare e ballare sono i due linguaggi dove non servono traduttori.
Poi il nonno malato… oggi si tende a non dire nulla ai bambini, che però sentono benissimo le energie pesanti.
Evidentemente era troppo per la principessa.
Che fare allora… propongo di cantare molto a casa-fare delle belle passeggiate nella natura-guardare libri con animali e i loro cuccioli (nascono in gruppo: quindi hanno tantissimi fratelli)-magari guardare anche animali veri con cuccioli-stare sereni… i bambini hanno risorse ed intuizioni per affrontare i “nostri” problemi.
Sulla situazione del nonno propongo di essere autentica; se non sta bene lo si dice con parole semplici. Nascita-salute-malattia e la morte devono avere un posto nel cuore di tutti noi. Sono le colonne portanti dell’esistenza.
Al riguardo del sistema immunitario occorre tener presente una cosa forse fondamentale ma trascurata, questi , specialmente dopo che è stata fatta una cura con farmaci immunosoppressori, si “scatena”, essendo per molto tempo “incatenato”, creando infiammazioni in varie parti del corpo.
Essendo queste infiammazioni a volte letali, occorre fare attenzione nell’attribuire la colpa di eventuali decessi.
Il sistema immunitario sta facendo tutto il possibile per salvarci e difenderci, perciò aiutiamolo ad aiutarci .
Giuseppe Sgubbi
Interessantissimo articolo.
Chiaro semplice ed emotivo.
Peccato per la deriva femminista che tende a più riprese ad encomiare l’essere femmina ed a denigrare/deridere l’essere maschio.
Cosa ahimè molto comune in questi tempi maschiofobici.