Ma noi, chi siamo veramente ?
Tre sono le domande che nella vita, prima o poi, ci toccano:
Chi sono?
Da dove vengo?
Dove vado?
Penso che fare delle domande sia molto più importante che possedere delle risposte; soprattutto quando le domande partono dal cuore, senza mettere in difficolta’ il nostro interlocutore con uno sproloquio intellettuale fine a se’ stesso.
Fare domande, domande sincere che vengono dal cuore, ci fa tornare bambini piccoli, quelli esseri meravigliosi che non giudicano, che non hanno paura, che vivono nel presente, che sono curiosi e che percio’ fanno tantissime domande! Il fatto stesso di poter fare delle domande è gia’ tutt’ un aspetto meraviglioso dell’homo sapiens, a cui tutti noi apparteniamo.
Chi siamo dunque? Certo, secondo alcuni siamo mammiferi evoluti, secondo altri siamo la piaga della Terra (e chi negerebbe la possibilita’ che la Terra starebbe meglio senza di noi?); va perfino di moda sentirsi degli dei incarnati: Dio non serve più, visto che questo homo sapiens, questo uomo di scienza, si autodefinisce padre, generatore, padrone della materia, dunque una sorta di homo sapiens sine deus , un’uomo che sa senza Dio.
Ad ogni modo, volevo esprimermi su un’ altra definizione, magari una un po’ piu’ umile, e sulla quale tutti dovremmo essere d’accordo: noi tutti siamo ESSERI UMANI.
La semantica del verbo essere, il suo significato, per cosi dire empirico, realizzato e sperimentato nelle vita di tutti giorni, fa convergere in un’ unica radice di significati termini come sapore, sapere, sentire, avere senso; insomma ci invita all’uso dei nostri cinque sensi, oltre al misterioso sesto senso, quello, appunto, che pare non sbagliare mai!
Il termine umano, invece, fa riflettere su termini come humus, umido, umile , dunque ci fa riflettere sulla terra, l’humus per l’appunto, sulla Gaia, sulla nostra Madre-Terra. E magari ricorderete un mio post sull’umiltà, già scritto un po’ di tempo fa…
Quindi, non siamo forse coloro che sentono l’humus !? Non siamo forse per davvero ESSERI che SENTONO la TERRA? E, ulterriormente, non ci sta forse sfuggendo un’altra cosa, una cosa essenziale? Difatti ho proprio la sensazione che contro la nostra stessa natura siamo diventati “AVERI UMANI”. A questo punto, basta prendere in esame qualche esempio dal campo medico: Avere un raffreddore, avere un tumore, avere paura, avere un attacco di panico, avere preso un virus, avere le difese basse etc.
Cercate invece di sentire, percepire la differenza quando dite: ho un raffreddore, ho preso un virus, oppure quando dite: mi sono raffreddato, mi sono raffreddata.
Questa differenza è di fondamentale importanza.
Avere, fa riferimento ad un possesso, a una cosa presa, appresa fuori da me, una definizione obbiettiva e oggettiva. Essere, invece, fa riferimento al sentire, all’ io-sono, a una visione soggettiva, in quanto noi tutti siamo soggetti.
Ora non voglio calunniare il verbo avere e sostituirlo ogniqualvolta con il verbo essere, ma questo piccolo esercizio basti per farci capire che ci sono sempre almeno due visioni della stessa realta’, due facce della stessa medaglia.
AVERE UNA MALATTIA, sottolinea e presuppone un’appartenenza ad un gruppo di persone etichettate con una definizione assoluta(per esempio avere un’influenza oppure la sclerosi multipla) e analizzate da una visione oggettiva-esterna. SENTIRSI MALE, sentire un mal-essere, cioè avvertire soggettivamente uno stato di “non-salute”, di squilibrio, di mal-sentire, ci riporta invece alla persona stessa, ad un individuo calato nel suo ambiente, nella sua famiglia, nella sua societa’.
Nel primo caso è più facile individuare un colpevole (un virus, un battere, un gene impazzito) e di una vittima (il povere malcapitato).
Nel secondo invece viene spontanea la domanda: perché mi sento male? Cosa sento essere la causa del mio male, cosa sento giovarmi e cosa sento essere una soluzione?
Gli animali, per esempio, quando malati, cosa fanno il piu delle volte? Si mettono al sole o in un posto caldo, visto che la maggior parte delle malattie è dovuta a un bilancio energetico negativo; per istinto gli animali cercano dunque un luogo dove l’energia venga aumentata affinché il sistema immunitario riceva il giusto carburante per poter reagire.
Ricordatevi, sempre, che essere in salute non è la semplice assenza degli asterischi negli esami del sangue, essere in salute non e’ soltanto l’assenza di una malattia: la salute va vista come un concetto dinamico, ovvero come “la capacità di reagire” ad un problema affinché torni, ri-torni, lo stato di equilibrio necessario al nostro benessere.
Quando vien posta una diagnosi e il dottore vi dice che avete, per esempio, una cosidetta influenza, esprimete, sempre, anche la vostra personale diagnosi, la vostra personale sensazione: ultimamente sono giù di corda, fatico a ragionare , mi sento strano, mi fanno male le ossa, sento la testa come un pallone, sento di essere senza energia, mi sento la febbre via dicendo .
Le due definizioni non si contraddicono, ma s’arricchiscono reciprocamente: chi sente, dovrebbe essere anche in grado, come un animale appunto, a trovare un attegiamento idoneo per riottenere, ripristinare la propria energia vitale.
Mi piace parecchio la parola “Influenza” e vi invito per un attimo di prenderla alla lettera: se avete un’influenza potrebbe essere che vi siete fatti “influenzare” un po’ troppo da altri e che non siete stati fedeli a voi stessi, alla vostra verità interiore, al vostro talento di sentire e di vivere la vita, al vostro compito di vita.
Magari qualcosa vi risuona, anche questo è un punto di vista! Io almeno, quando prendo l’influenza, cerco di non dare la colpa a qualcuno, persona, lavoro, circostanza che sia; e di sicuro, non do mai la colpa a un piccolo virus che ha ben altre funzioni nella danza della vita!
Certo, risulta piuttosto comodo, dare la colpa ai virus! Tanto loro, non si possono difendere! Noi poveri esseri umani, invece, sempre piu’ torchiati e flagellati da questi cattivissimi germi, non facciamo che “scrivere” lettera dopo lettera di protesta o alla Gaia o al buon Dio o a chissa’ chi!
Una cosa soltanto dobbiamo sempre tenerci a mente: ì buoni sono sempre un po’ cattivi e i cattivi sono sempre un po’ buoni, dipende tutto dal contesto. Chi osserva il meraviglioso simbolo del Tao lo capisce subito: in ogni campo bianco c’e’ del nero e in ogni campo nero c’e’ un punto bianco.
Con queste breve riflessioni inauguro la veste nuova del mio piccolo blog, da troppo tempo abbandonato, per non dire impolverato.
Ringrazio Riccardo che mi ha “rotto le scatole” per mesi per aggiornare la veste grafica, i contenuti sono ovviamente i medesimi, con una veste più allegra e colorata e se ci siete ancora, cari lettori, vi prometto di scrivere un po’ di più, ma solo quando ne ho voglia e solo quando mi canta il cuore ☺
Se non avete ancora visto il meraviglioso documentario HUMAN Di Yann Arthus-Bertrand recuperatelo appena possibile… vi risuonarà nel profondo per un lungo tempo.
il trailer ufficiale: https://www.youtube.com/watch?v=azvI3PUGizs
- prima parte https://www.youtube.com/watch?v=yMIy8SVnXEg
- seconda parte https://www.youtube.com/watch?v=DgQ5ZctvJxA
- terza parte https://www.youtube.com/watch?v=QnqMc7Uv6MY
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“La domanda fondamentale è infatti: qual è lo scopo della vita? Diventare più umani o produrre di più?”
“La differenza tra essere e avere non è essenzialmente quella tra Oriente e Occidente, ma piuttosto tra una società imperniata sulle persone e una società imperniata sulle cose. L’atteggiamento dell’avere è caratteristico della società industriale occidentale, in cui la sete di denaro, fama e potere, è divenuta la tematica dominante della vita.”
Queste frasi sono di Erich Fromm (1900-1980), autore del libro celebre AVERE o ESSERE.
QUI trovate una piccola raccolta dei suoi pensieri… ottimi spunti per riflettere sulle nostre domande alla vita.
Come è rassicurante ritrovarti! Non lo puoi sapere, ma un paio di tuoi articoli sono stati la mia ancora di salvezza durante le notti insonni , passate al fianco dei miei pargoli febbricitanti…chissà perché la notte porta principalmente pensieri “cupi”?! Grazie a te il terrorismo moderno, legato a febbroni o virus vari, non mi ha obbligata a smettere di ragionare o, peggio, farmi prendere dal panico…e ricordo ancora la magnifica sensazione delle mattinate in cui scoprivo che i miei guerrieri avevano vinto la loro ennesima battaglia, con le loro forze in continua crescita! Ora hanno 8 e 10 anni, hanno fatto passi da gigante insieme al loro sistema immunitario, la voglia di autonomia ha preso campo rendendoli dei piccoli individui sicuri di se …anche se il lettone rimane il loro rifugio notturno preferito, in caso di malessere ;-)
Grazie ancora di cuore per tutte le tue parole e ben ritrovata!!
Grazie “scritti77” per questo commento dal cuore, grazie davvero, è grazie a persone come te che continuo a lavorare. :-)
Spero che il cuore ti canti spesso Sabine!