Da un bel po’ pensavo di scrivere un post solo sui bambini maschi. Poi certamente in un secondo tempo mi esprimerò anche sulle bambine, avete presente quelle principesse col naso spesso all’insù, che non stanno maiii zitte e fanno 10.000 domande l’ora?
Oggi parto quindi dai “giovanissimi omini delle caverne”, uomini in erba, aspiranti cittadini del mondo. Perché temo, purtroppo, che siano una… specie da salvare.
Come tutti sappiamo il loro più grande avversario (travestito da radar onnipresente) si chiama “mamma ansiosa” o nella variante peggiore “papà ansioso”. Quando dico avversario, intendo un ostacolo a un sano sviluppo psico-fisico: quindi trattasi di un argomento molto serio (anche se forse sul momento potrebbe non sembrare tale).
Come forse già sapete, vedo anche tanti bambini in ambulatorio, e vi assicuro che è molto più complesso tenere buoni uno o due maschietti per un’ora, che una o due bambine.
La ragione è semplicissima: l’uomo, il maschio, in natura ha avuto per millenni dei compiti legati al movimento intenso (caccia, costruzione di abitazioni, difesa, lavoro della terra, e simili), mentre la donna, la femmina, faceva tutto il resto: figli e nutrizione, cioè ricerca e preparazione del cibo, organizzazione, produzione di vestiario, occuparsi del bello, aiutare occasionalmente durante la caccia (e certamente anche in guerra); insomma, spalleggiare i propri uomini quando era necessario.
Per essere chiari ai fini didattici si potrebbe affermare che la femmina è di tipo multi-centrico, mentre il maschio è tendenzialmente mono-centrico, cioè appassionato a uno o a due interessi al massimo nella vita in maniera intensa e possibilmente esclusiva.
Dobbiamo pure comprendere che il soggetto che ama quasi esclusivamente un solo aspetto nella vita, sarà, prima o poi, un esperto in quella disciplina. Per questo motivo è più facile trovare “grandi uomini/maschi” nella storia umana, piuttosto che grandi donne/femmine. Infatti le nostre piazze sono piene di questi maschioni immortalati nel bronzo per l’eternità, con o senza cavallo. I loro occhi sono spesso proiettati verso un punto lontano laddove dimora la loro passione, la loro battaglia, il loro ideale.
Invece, mancano quasi del tutto statue e monumenti di grandi donne. Forse perché la lista di ciò che hanno fatto sarebbe troppo lunga, e la targhetta descrittiva sarebbe una specie di enciclopedia dei mille grandi e piccoli meriti?
Certamente troviamo alcuni esempi marmorei del gentil sesso, cioè di donne, che si sono anche loro tuffate per tutta la vita in una causa che le appassionava, come ad esempio Marie Curie (lavori sul Radio, la base dei raggi X), oppure Jeanne d’Arc, che morì purtroppo sul rogo per il suo coraggio singolare.
Se non l’avete ancora letto, assaporate il libro “Ave Mary” della bravissima scrittrice sarda Michela Murgia (assolutamente illuminante per comprendere il ruolo della donna in Italia).
Ma torniamo di nuovo al nostro protagonista.
Fino ai 10-12 anni considerateli praticamente dei “piccoli uomini delle caverne”, che dovrebbero quindi condurre una vita simile.
Ma perché, mi chiederete? La risposta è semplice.
È soprattutto nei primi anni di vita che ri-viviamo in una sorta di acceleratore, quello che sono gli archetipi evolutivi del genere maschile e rispettivamente del genere femminile. Trattare giovani maschi e giovani femmine alla medesima maniera, sarebbe come considerare uguali i poli positivo e negativo dell’elettricità.
Anche il nostro corpo fisico durante la gravidanza nel grembo materno ripercorre addirittura l’intera evoluzione terrestre in un acceleratore del tempo: l’embrione è in principio costruito di cellule dell’oceano primordiale, poi passa allo stadio degli anfibi, e di seguito alla fase di mammifero. E finalmente diventerà un piccolo essere umano: che significa potenzialmente capacità di consapevolezza individuale e sociale, capacità creativa, senso della bellezza, senso poetico, senso filosofico, senso mistico, senso della compassione, senso dell’amore, senso di giustizia; tutti aspetti culturali, insomma; sì, perchè l’uomo si occupa di cultura, e questa si basa a sua volta sulla conoscenza e lo studio della natura. Ma, ahimè, qui casca spesso l’asino, purtroppo.
Il succo dell’intera questione del maschietto è in sintesi la sua grande forza fisica. Un maschio non dotato di forza muscolare difficilmente veniva considerato di valore dagli altri maschi, e nemmeno veniva preso in considerazione più di tanto dalla donna, che necessitava di un partner che proteggesse lei e la sua prole, e che le procurasse cibo a sufficienza. Diciamo la forza fisica era quella qualità dalla quale spuntavano le altre: coraggio, lealtà, resistenza, coerenza, bellezza fisica maschile.
E se siamo sincere, a quale donna non piace che il suo uomo si metta senza copertina sotto la nostra macchinina per cambiare la ruota bucata o magari le monti un mobile Ikea durante la notte e non molli finché non ha avvitato l’ultima vite.
L’uomo-poeta è una figura recente, e la donna che se lo sposa deve farsi forza da sola e sostituire lei stessa le caratteristiche tipiche maschili mancanti.
La storia del genere umano che viveva in simbiosi con la natura è molto, ma molto lunga. La cultura, invece, cambia di continuo e possiamo immaginarla come una veste che avvolge, che abbellisce (o al contrario che schiavizza, o strozza) la natura.
Osservate e ascoltate un gruppetto di maschi dai 3 ai 10, 12 anni: tutto ruota intorno al concetto della forza. Sia nei fatti che nelle parole, e ahimè ormai sempre di più anche nel mondo virtuale (TV, videogiochi, and so on).
Ai genitori dei miei piccoli pazienti maschi consiglio sempre di proporre loro giochi pesanti e appena (!) spostabili: allora sì che saranno veramente bambini felici (care mamme dei maschi, spalleggiate la mia tesi con qualche commento esperienziale, per favore. Grazie!). Tanto di solito se li inventano poi da soli quei giochi, magari spostando la confezione plastificata delle 6 bottiglie di acqua minerale, o la borsa della spesa, un divanetto, sedie, sgabelli, mobiletti, and last but not least indagano con passione e curiosità la cassetta degli attrezzi del papà, se disponibile e a portata di mano.
Uno specchio di questo comportamento possiamo osservarlo nello sport del calcio, che racchiude tutti gli elementi classici: la competizione, la collaborazione fra appartenenti della stessa tribù/squadra, l’eroe di turno, la preda (il pallone), insomma la condivisione nel bene e nel male.
Avete mai visto un maschietto che vuole imparare a chiudere da solo i lacci delle scarpe? (Si tratta di una funzione di micro-abilità-manuale, tipo rammendo). Io mai! Mentre le femmine ci provano già fin da piccolissime.
Invece, ogni attrezzo diventa per un maschietto un’arma indispensabile e immaginaria: mestoli, scopa, mattarello, bastone della tenda e bastoni in genere, e via dicendo. Mio figlio, ad esempio, battezzò verso i due anni come gioco preferito un cacciavite vero lungo 20 cm. (e se lo portava pure a letto e lo metteva sotto il materasso e giuro che abbiamo provato di tutto per fargli cambiare idea, ma nulla da fare). Osservandolo poi bene era molto cauto, come se sapesse del suo potenziale pericolo. Il giorno che lo perse nel campo d’erba alta dietro casa, fu una tragedia greca, e l’oggetto tanto amato non si poté sostituire con null’altro; passammo a grandi mattoni di legno (con mia gioia e un certo sollievo).
Dobbiamo ancora trattare un aspetto importantissimo: partecipare a qualcosa attivamente, e/o virtualmente è profondamente diverso.
Per darvi un esempio semplice e chiaro: se due maschietti si picchiano per davvero, sperimentano i limiti fisici molto presto: lividi, urla e pianti, dolore, sangue, contusioni.
Non fraintendetemi: non sono a favore della violenza, no, bensì a favore della comprensione che il nostro corpo è fatto di carne vulnerabile. Meglio vedere e sperimentare una ferita a 6 o 7 anni che a 15 o 16 magari sotto l’influenza dell’alcool. Oggigiorno a quasi tutti i maschi viene impedito questo confronto reale/concreto, passando direttamente ai mezzi virtuali: cartoni animati spesso troppo violenti, videogiochi, play station, e chi più ne ha, più ne metta.
Qualche mese fa ho visto un “gioco datato” che si chiama “San Andreas”: il giocatore/eroe!/protagonista uccide persone in strada: poliziotti, donne con la borsa della spesa, uomini di ogni tipo e razza; mancano i bambini (meno male… una piccola soglia etica!?). In Germania ci giocano soprattutto i bambini sotto i 10 anni. “Fa figo” perché a loro è proibito, e si compra ovunque tranquillamente, e temo che in Italia non sia diverso.
Partecipare virtualmente o realmente a una scena violenta fa reagire il nostro organismo (e soprattutto il bambino/ragazzo giovane – che non hanno la capacità di supervisione di un adulto) nella stessa maniera: cioè con emissione di adrenalina e di cortisolo. Altri ormoni importanti sono le endorfine (ci sono tanti tipi e loro si liberano quando si vince e creano “felicità”).
La scienza è ancora in pieno studio sui sistemi di dipendenza creati dal nostro cervello.
Per semplificare possiamo dire che si attinge a meccanismi e sistemi ormonali arcaici della sopravvivenza. In Medicina lo chiamiamo sommariamente il “sistema fuga e lotta”, o Sistema Ortosimpatico che attiva soprattutto i muscoli (gambe irrequiete), il cuore (ne deriva agitazione, scatti, nervosismo), il cervello (ipersensibilità, iper-reattività, insonnia).
Mentre il dolore vero, le urla vere e le ferite vere auto-limitano il “piacere” della competizione e delle vincite, se invece il bambino vede e vive la situazione solo virtualmente e ci mangia pure qualche biscotto o cioccolatino contemporaneamente, o riceve le coccole da un fratello maggiore, o dalla mamma/papà, la questione diventa allora molto più complicata, e direi quasi… perversa.
Ricordiamoci che il nostro sistema biologico è estremamente plastico nei primi anni di vita. È profondamente diverso iniziare a 50 anni stare 4 ore su un videogioco o a 5-6 anni. Quindi la questione è assai grave se la violenza (pur virtuale) accompagna la vita quotidiana già in tenerissima età.
In più di un’occasione ho assistito ultimamente per caso a scene di violenza per strada (per esempio ubriachi che si picchiano, e simili) dove i passanti giovani continuavano a leccare il loro gelato mentre altri magari chiamavano tranquillamente le forze dell’ordine con il cellulare.
Solo qualche persona anziana aveva la faccia piena di orrore, ricordando magari personali episodi legati alla loro infanzia o alla guerra, con tutto ciò che succede in tali crudeli realtà.
Le nuove generazioni cresciute nella pace mangiano invece i pop-corn mentre il buono o il cattivo di turno viene maltrattato (per ora al cinema) senza battere ciglio. Tutto questo non fa ridere proprio per nulla. Anzi, trovo sia un gravissimo aspetto di cui si parla ancora troppo poco.
E così ci siamo tristemente abituati da tempo ai maschietti di buona famiglia che di domenica vanno al ristorante, e che, mentre gli adulti chiacchierano fra loro, giocano con disinvoltura con la play-qualcosa, e fanno a gara su quanti mostri/esseri hanno ammazzato.
Tutto questo mi genera i brividi lungo la spina dorsale. Molti genitori sono stancamente rassegnati; tanto fanno tutti così, dicono.
Spesso magari urlano e minacciano di togliere il gioco al bambino se non fanno questo o quello, ma poi non mettono in pratica quanto quanto annunciato. Questa scarsa coerenza fra il dire e il fare è un metodo garantito per perdere in breve tempo ogni autorevolezza.
Non che io non comprenda, per carità: si sa, il genitore è troppo spesso stanco, frustrato magari dal suo lavoro, dal dover sempre correre, etc. etc., ma questo non cambia il risultato. Siamo certe volte circondati da branchi di “mammoni viziati” che non ascoltano più, e a scuola magari non si concentrano.
E sempre di più viene diagnosticata “la sindrome dell’iperattività”, che è comunque un “terminale” multifattoriale.
Ma adesso basta con tutte le premesse. Passiamo ai consigli pratici: vi elenco qualche idea e alcune proposte.
- Veramente fortunato chi vive in campagna: vita all’aria aperta ogni giorno, è possibile spostare legna, sassi, scoprire/esplorare la terra, gli animali, stare a piedi nudi sul prato, osservare le formiche e le lumache (senza pestarle però, altrimenti una immediata piccola ma seria lezione serve proprio: infatti, chi pesta oggi senza riguardo gli insetti, pesterà più facilmente i più deboli domani);
- chi vive in appartamento si deve invece ingegnare: frequentare magari regolarmente un agriturismo vicino a casa, per vedere e toccare qualche animale vero. Andate a cercare parchi grandi fuori città dove si cammina davvero e dove la natura è un po’ più selvaggia. I maschi adorano ogni tipo di buco in terra, tane, alberi vecchi caduti;
- a casa allestite una stanza senza spigoli e con mobili non pregiati e oggetti da spostare: va bene anche uno scatolone di cartone da imballaggio per lavatrice o simili: diventano casette, navi, velivoli, tane, e spesso poi vengono distrutte, ma anche questa è una fase da sperimentare;
- giochi di movimento finalizzati: saltare su una gamba, raccogliere oggetti piccoli da terra con i piedi nudi. Correre per casa con in mano un cucchiaio, dove avete appoggiato per esempio l’uovo da rammendo di legno: il compito/l’obiettivo sta nel correre senza farlo cadere, ovviamente. Raccogliere stoffe e materiali simili da terra con la bocca muovendosi a quattro zampe come un animale. Saltare su un vecchio materasso a molle messo a terra;
- stare fermi su una gamba (senza appoggiarsi) e contare: forse riderete di questa mia “proposta stupidina”, invece c’è poco da ridere! Da anni faccio personalmente a gara in ambulatorio coi bimbi a stare su una gamba almeno per un minuto. Il risultato è avvilente. Quasi nessun bambino regge più di 30-40 secondi! Purtroppo vince sempre la “dottora”. Da bambini (nel cortile) noi contavamo fino a 500 (!) stando su una gamba. Prendete in considerazione il fatto che l’equilibrio fisico è un’ottima base per l’equilibrio psichico;
- un oggetto stupendo e utilissimo è il trapezio, lo trovate per esempio qui. Lo trovo una soluzione a dir poco geniale: non occupa spazio e il bambino impara a conoscere le forze e i limiti del proprio corpo. Rende le spalle robuste e belle larghe, e modella la schiena dritta. Educa inoltre al senso dell’equilibrio. Chi ha lo spazio può allestire anche un tappeto elastico: lo usano perfino gli astronauti per allenare il senso dell’equilibrio;
- ovviamente sono utilissimi gli sport. Mi piace la lotta greco-romana, il judo e simili discipline dove è fondamentale la disciplina. Dai 7-8 anni va bene anche l’arrampicata sportiva. Il calcio se condotto bene serve per sviluppare la lealtà e la collaborazione. Purtroppo si vedono perfino nei piccolissimi tutti tratti della competizione integralista (con i genitori in panchina…);
- vacanze esclusivamente rustiche: campeggi, tenda, vanno bene anche piccoli bungalow (per chi odia la tenda). I bambini adorano l’atmosfera dei campeggi (tipo campo indiano). Vacanze nelle recettività familiari come si trovano per esempio in Alto Adige, o nel monte più vicino a casa. Provate lo Slow-Trekking: per me sarà la vacanza del futuro. Costa poco, non serve avere un corpo da atleti, e i bambini imparano mille cose (e pure noi grandi).
Ci sono sicuramente altre cose da inventare; magari avete un’esperienza e trucchi da raccontare e da condividere?
Come in tutte le questioni umane esistono comunque e per fortuna le eccezioni, che come ben sappiamo confermano la regola.
Ah, le mamme dei maschietti sono quasi sempre esaurite dal punto di vista fisico… ma poi le rassicuro e le consolo che è un male minore: perché le bambine in compenso pestano la psiche delle care, care mamme!
Devo dire che il consiglio del trapezio fu davvero geniale, a partire dai sei sette anni di mio figlio, e riscosse anche molti consensi tra tutti i bambini passati per casa… Verso i due il mio aveva una passione sfrenata per le ruspe e le betomiere, sostituita poco dopo da ragni, bruchi e farfalle poi da tutti gli animali terrestri e marini raggiungibili;
dai cinque ai tredici anni la pratica costante del wu-shu credo sia servita a bilanciare (nel suo caso) un carattere riflessivo e poco incline a ogni genere di attività troppo esuberante… come allo stesso modo ha equilibrato invece la combattività di altri suoi compagni.
Poi è arrivata l’adolescenza… dedicherai un bel post all’argomento, vero?
Un saluto
Rossella
Che stress stare dietro ad un bambino di 14 mesi che ha appena imparato a camminare!
Soprattutto per chi come me ha già una figlia di sei anni che fin dalla nascita non si è mai messa in pericolo!
Concordo con Lei Dottoressa quando dice che i maschi hanno bisogno di fare giochi ” pesanti”, mio figlio da quando aveva nove mesi porta a spasso bottiglie piene di acqua da due litri, e che passione per lui vedere uno zio che aggiusta la bicicletta della sorella, tenendo in mano il maggior numero posibile di attrezzi appuntiti da lavoro! Tutte cose ignote per l’universo della più grande e per me che non sono abituata ad un essere che fa del tutto per farsi male in continuazione.
Grazie per i suoi consigli credo proprio che proverò a seguirli, specialmente sui videogiochi.
Lorenza
Letto tutto di un fiato… E con estrema facilità vi ho trovato dentro concentrato tutto l’essere del mio bimbo… soprattutto quando rivivo l’immagine di lui che sposta oggetti pesanti come il pacco delle bottiglie dell’acqua. Utili spunti per ragionare e per capire che sono felice di non essere una mamma ansiosa (anche se a volte rischio di essere poco coscienziosa) e che dovrò comunque aspettarmi da lui ancora tagli e cadute… Ricevere da questa vita un figlio maschio, che all’inizio tanto mi spaventava, si è rivelato un dono grande il doppio. E ne sono felice… ne sono tanto felice!
Grazie per questo post!
Ciao Rossella, grazie della testimonianza.Si il trapezio lo consiglio a tutti genitori (anche per le bimbe vivaci)… purtroppo non viene da tutti percepito come mezzo fondamentale. L’educazione è ancora impostato sul dire al bimbo questo o quello. Invece devono fare esperienze autonome, e soprattutto non accompagnate da “docce di raccomandazioni”.
L’articolo sull’adolescenza?!… mi sa che mi tocca! :-)
Cara Lorenza, ben arrivata qui.
Per l’omino in crescita consiglierei di comprare una di quelle cassettine per gli attrezzi che si trova in ogni negozio per artigiani: sono robustissimi e hanno tanti scompartimenti. Poi l’omini ci metterà i suoi giochi preferiti: mestoli di legno, un sasso, un martello, un paio di libri (da sbranare), un peluce, un pezzo di corda, una chiave inglese del nonno e via dicendo. Quando è piena ha il peso giusto. Per mio figlio era come una “24 ore” quando si viaggiava. Il mondo è bello perché uomini e donne hanno una base diversa… poi da grande ognuno deciderà cosa fare. :-)
“Nelle mia soffitta” ciao, che bel nome: mi evoca giochi infantili bellissimi quando si andava a piedi di gatto in soffitta, che ovviamente era proibito!…
Grazie per la conferma. Crescere un maschio è in fondo facile facile… se lo lasciamo nel suo mondo dei pesi e della sperimentazione con la materia sviluppa momenti deliziosi di gratitudine e tenerezze.
:-)
Già, già… dopo la mia -ora seienne- femminuccia ho scoperto con il maschio anche io l’universo maschile che mi ha permesso di capire tante cose dei maschietti grandi e piccoli. La femmina da subito ha imparato a vestirsi e metterisi le scarpe da sola. Il maschio, che ora ne ha 3 e mezzo, a malapena si infila le ciabattine (e infatti qualche mattina, anche di inverno, lui è uscito scalzo perchè a me era sfuggito questo dettaglio….).
E così il maschietto ha una serie di spade di legno di lunghezze diverse che sbatte fortissimo contro ogni oggetto, mentre è attentissimo a non ferire altre persone e bimbi. Gli altri genitori inorridiscono nel vederlo. ma perchè tanti proibiscono ai loro figli anche solo di tenere in mano un bastone col quale scavare un buco nel parco perchè si potrebbero fare male. questo un vero un guaio: con chi combatte il mio piccoletto? lui è capace di spadeggiare colpendo solo la spada del’avversario perchè ha preso dimesticchezza.
Il maschio è fisico dalla mattina alla sera, la femmina è riflessiva, sensibile. vederli crescere inseime è incredibile perchè sono due mondi diversi che si compensano a vicenda. Ma veramente le differenze sono evidenti.
Vorrei aggiungere una cosa: l’inizio della scuola elementare per i maschi. Mi sono fatta l’idea che i maschi – ancor più che le femmine- abbiano bisogno di più tempo da utilizzare nel giocare, sperimentare, cadere, lottare, correre prima di mettersi seduti per 4/6 ore al giorno dietro un banco ad ascoltare in silenzio e da fermi. Concediamogli mesi o un anno in più prima di partire nello studio. Io sono contro agli anticipatari e se si può addirittura aspettare un anno oltre quello già previsto.
ciao a tutti
PS: complimenti dottoressa per questo post!!!!
Cara Livia, considerazioni sante.
I maschietti dovrebbero andare a scuola più tardi possibile… e se si riesce solo al “modulo”. Per loro stare fermi è un vero supplizio… solo pochi resistono e si adattano senza subire danni. Vedo tanti bambini maschi con problemi scolastici alle elementari che per me problemi non sono, ma solo situazioni di cattiva gestione dei loro talenti.
So che tanto tempo fa esistevano le “Tecniche” a scuola (laboratori pratici)… dobbiamo riflettere seriamente sui futuri maschi. La spaventosa devalorizzazione culturale dei mestieri autentici (artigiani) metterà ulteriormente in crisi il nostro sistema. Poi l’ Italia che si poteva vantare dei migliori artigiani del mondo, ma ormai sono anziani e da decenni senza allievi… mi sembra tutto così assurdo :-((
Incredibile potere confermare tutto per un bimbo di soli 2anni e mezzo (tranne tv e videogiochi che sono ancora moooolto lontani…) !
Quello che dice più spesso anche appena sveglio, “devo andare a lavorare”, e sta ore a creare e immaginare con trattori gioco o trattori costruiti da lui altrettanto reali ovviamente… La passione mirata che dici fa si che da mesi sappia riconoscere tutti i tipi di trattore sia da libri che dal vero…
La scatola col cacciavite vero e le venti punte è un oggetto preziosissimo come martello avvitatore ecc. E come percepisce l’attenzione da porci…
Una cosa che lo fa felice è che assieme possiamo costruire qualsiasi cosa, con disegni, cartone, legno e ogni oggetto riciclato, come una stalla con porte finestre letame mucche trattori a partire da scatola da scarpe, e di questo non solo si accontenta non richiedendo il gioco di plastica, ma ne è fierissimo :)
E come è felice ora che sta in campagna per l’estate libero di muoversi sporcarsi e lavorare come crede…
Beh non finirei più, grazie di avere dato forma e ordine a quello che viviamo quotidianamente con questi piccoli!
Che bello questo post Sabine!! A quando quello sulle bambine?!?!?!?!?
Molto interessante questo post, segnalatomi da un’amica mamma recente di un maschio. Il mio ora ne ha 3 e ha fatto tutto da solo: pesi, sforzi fisici, automobiline, supereroi (e non abbiamo la tv!) e un po’ di machismo “Mamma io così… e io colà e io.. io…” e il tutto mimando pugni nell’aria. Noi ne sorridiamo, del machismo, e lo esortiamo a mettersi alla prova, quando si cimenta in esrecizi ginnici sul bracciolo del divano o si lancia dal letto o si rotola sui cuscini e atterra pesantemente sul pavimento. E ci siamo chiesti più volte quanto sia innato tutto ciò perché noi siamo stati ben attenti a non proporgli passatempi “maschili”, ma giochi creativi, di relazione, proposte insomma più neutre. Anche noi cerchiamo di portarlo fuori quanto più possibile, che tocchi, maneggi, si sporchi con le cose e non si limiti ad osservare o nominare. Ci sembra curioso e ci fa ben sperare.
Ora la sorellina, di 6 mesi, vedremo quale aspetto dello sviluppo infantile ci farà conoscere. Sarà circondata da giocattoli e stimoli un po’ neutri un po’ maschili. Chissà.
Tornerà a leggerla, certamente.
La mia Giulia di 3 anni,ha fatto e fa un sacco di cose che hai descritto per i maschietti e per me è quasi un sollievo,perchè quando salta,corre,trasporta i pacchi da sei bottiglie d’acqua,ecc.mette a riposo la lingua e il cervello della mamma.
Giulia ha a disposizione un bel giardino pieno di animali e le piace prendere i rospi,come le lumache o le bisce d’acqua,naturalmente aiutata da papà e zii. Io ne sono orgogliosa perchè trovo fantastico il suo contatto con la natura,anche perchè il suo bisogno di imparare canzoni nuove e inventare storie di ogni genere,parlando in continuazione a lungo andare diventa sfibrante….una pausa ogni tanto ci vuole!
Quando era piccola ho cercato un trampolino(che lei chiama “salta salta”) con maniglione per fare in modo che potesse saltare su qualcosa di stabile,invece che sulle sedie di casa,tenendo la mia attenzione al limite dell’infarto ogni volta che la sedia accennava a ribaltarsi. È stato l’acquisto migliore che potessimo fare. Ora penso che passeremo a trapezio e maniglioni!
Grazie mille dell’idea!
Ciao io sono mamma di tre bambini maschi e posso confermare tutto quello che hai abilmente scritto, però vorrei dare un messaggio alle altre mamme: “vivere senza televisione e videogiochi è possibile!” certo è una scelta che deve partire da voi e deve valere per tutta la famiglia quindi niente films nelle vostre serate e niente intrattenimento durante la giornata, niente tg e e niente sport da vedere!
E’ assolutamente vero che i bambini debbano fare esperienze dal vivo ma come possono se hanno genitori televisivi?
Io e mio marito abbiamo fatto questa scelta anni fa e i primi a goderne siamo stati proprio noi … abbiamo un sacco di tempo in più per stare insieme da soli e con i nostri figli!
Imparare noi a rilassarci, divertirci, informarci e istruirci senza l’ausilio della TV permette a nostri figli di farlo a loro volta con più facilità.
Questo non vuol dire che non sia impegnativo, sopratutto inizialmente, ma se avrete il “coraggio” e la costanza vedrete presto i risultati.
Certo forse il vostro salotto si potrà spesso trasformare in un parco giochi e i cuscini del divano li troverete ovunque tranne che al loro posto e la sera vi addormenterete leggendo per la milionesima volta “i tre porcellini” dopo che i vostri figli vi saranno saltati addosso durante tutta la giornata ma, vi assicuro la vostra vita sarà molto DIVERTENTE!
Grazie
sono commossa, davvero.
un testo così pieno di comprensione mi fa bene al cuore e alla mente.
davvero io sono esausta e sfinita da un vivacissimo bambino che compirà 4 anni domani 2 agosto.
Pieno di vitalità e forza fisica, ha camminato a 10 mesi, a 14 mesi si arrampicava da solo e scendeva da solo dalla pertica dei giardini, non sa camminare, ma solo correre velocissimo, ha imparato ad andare in bicicletta senza rotelle a 3 anni, decisamente manesco ma molto socievole, conquista con i suoi modi davvero simpatici e ci sa fare.
Ma io spesso mi chiedo se sopravvivero’….urlo tutto il giorno “attento le macchineeeeeeee” “non alzare sempre le mani su tua sorellaaaa” “perchè non mi ascolti maiii”.
Da quando è nato ha visto il pronto soccorso 13 volte…tagli e patacche sempre in faccia poi. Cade continuamente e si fa male…raramente piange, lui è felice :)
Non sono un’ansiosa, con la mia prima figlia era tutto così naturale e semplice, poi è arrivata lui…..che fenomeno di bambino.
PS: esauriro’??
PPS: il trapezio si puo’ mettere anche in casa? vivo in appartamento (ma stiamo sempre fuori tra campi e giardini)
PPPS: che sport fargli praticare per equilibrare la sua energia?
PPPPS: dorme pochissimo la notte….ma come cavolo fa?
Grazie Silvia per questo dettagliato contributo… l’ autoproduzione dei giochi è una bellissima proposta. Consiglio spesso di procurare un cartone enorme (tipo imballaggio lavatrice) e farci la casetta/sommergibile/tana/garage per i trattori, animali/rifugio tipo “utero”.
Poi è vero che hanno una “memoria da elefante”… se prendi la “grande enciclopedia dei serpenti” con tutti nomi scientifici…nel giro di 6 mesi la sa a memoria. provare per crederci… altro che “tele tubbies” (sorry non so bene come si scrive…)
:-))
cara Loretta… il post sulle bambine è da tempo in gestazione nella mia testa… ma so già che sarà complesso! porta pazienza (prometto prima dei nove mesi!) :-)
Ben arrivata qui Giorgia,
(che bel blog che hai! raffinato e curioso :-)
Grazie del commento sulle vostre esperienze. E BRAVISSIMI a crescere i bambini senza TV: è il più bel regalo che si può fare al cervello (in sviluppo) di un bambino. Da piccoli il protagonista dovrebbe essere l’ orecchio: i suoni, le parole, le canzoni creano insieme dei “film personali” e attivano l’occhio interiore (la importantissima capacità immaginaria).
La bimba avrà il suo principe: inizialmente da ammirare… poi da imitare… e last not least da educare. Vedrete appena parlerà dirà al fratello cosa deve fare o non fare: per scherzare(ma non troppo) la chiamo “sindrome dell’ educatrice”… innata nel genere femminile.
Grazie Vania del contributo. Vostra figlia è un bel esempio di femmina un pò al maschile… probabilmente siete genitori con esperienze simili ? (tante volte senza renderci conto proponiamo ai figli soprattutto ciò che abbiamo vissuti/amati noi)… però anche lei ha la chiacchiera senza pausa, tipica di quasi tutte le bambine. Si vede che viaggia già su due binari.
Ottima l’ idea del trampolino, lo consiglio anch’io laddove il genitore non inorridisce (per la paura che cadano-sic)
GRAZIE GRAZIE Laura per questa testimonianza con educazione senza la televisione. Poi con 3 maschi!… qualcuno dirà che siete matti !
Ho fatto la stessa scelta con mio figlio… ed è stata una delle decisioni più importanti che abbiamo presi (anche per noi!) Capitava poi dalla nonna che la guardava anche 3 ore di fila…dopo aveva spesso mal di testa ed era rabbioso e scontroso; questa esperienza sulla propria pelle ha fatto si che quando siamo in case/alberghi con Tv la spegne praticamente sempre.
Per conto mio mi sono allungata la vita: basta fare il calcolo quanta Tv si guarda mediamente all ‘anno per rendersi conto del tempo che si potrebbe utilizzare meglio. :-)
Salve Daniela e grazie per la testimonianza del piccolo “aspirante Superman” o forse Stunt Man?… certo 13 volte al pronto soccorso in 4 anni è una media piuttosto alta.
Per un bambino così servirebbe il metodo di una volta; cioè farlo giocare nella famosa TRIBU DI BAMBINI MISTI (ca dai 3-15 anni). Lui seguirebbe probabilmente uno dei maschi maggiori come esempio. Immaginalo a correre dietro ai bambini di 8-10 anni, per quanto veloce possa essere di sera sarebbe talmente sfinito che si addormenterebbe sulla cena. Ma aimè non si può materializzare una Tribù che si è praticamente estinta nei paesi “ricchi”. Poche famiglie si organizzano fra loro per creare questo favoloso ed unico strumento educativo. Credo che si stia sottovalutando questo semplice e geniale metodo di autoregolazione e di educazione fra bambini di età mista.
-Esaurita?… MA NOOO, dai, cerca di goderti il piccolo Superman, a 18 anni esce (dovrebbe uscire) di casa. E cerca di organizzare almeno le vacanze dove si creano questi gruppetti misti.
-Trapezio: certo … si mette in casa, ma solo dove lo puoi supervisionare: quindi nel salone (e chiedere un artigiano esperto per l’attacco)
-Sport: adesso solo psicomotricità…dai 7 anni sport tipo: judo, greco romana, calcio (guardare sempre le qualità umane dell’istruttore)… dai 8 anni arrampicata sportiva, tiro dell ‘arco. Mi raccomando: niente videogiochi!!
-Sonno: rimando al discorso della Tribù! A volte aiuta un bel bagno caldo con tanto sale: almeno mezzo kilo (marino integrale ovviamente). :-)
io che inorridivo al pensiero di avere uno di quei bambini che fanno finta di combattere, tra mosse ninja e urla… ma allora sono tutti così? Mamma pacifista, e sua cameretta piena di spade, bastoni, fucili, nunchaco (non sapevo nemmeno cosa fossero.. e probabilmente non si scrive così)…
Mi consolo…
Ma il trapezio, a che altezza glie lo metto, per evitare che si ammazzi? Perchè se deve appendersi per le mani devo metterlo almeno a 1,20m (lui è 1,10), ma se ci si arrampica sopra..?
La solita mamma ansiosa…
;-)
Per mamma Vania: non ti preoccupare se la tua principessa fa cose da maschio, le ultime ricerche dicono che i maschi fanno quasi solo giochi maschili,mentre alle femmine piace – spesso – fare sia giochi maschili che femminili… Come ha detto Sabine, abbiamo la mente più aperta… ;-)
Cri; sono esperienze di vita. Pure io volevo crescere mio figlio come avevo appreso dal mio mondo (popolato di femmine. mamma, nonne, zie, sorella, amiche)… e ho sperimentato sulle mie ossa un piccolo uomo primordiale e ho conosciuto un’altro universo. Oggi sono grata di questa stupenda esperienza, non avrei mai potuto scrivere questo articolo!
Il trapezio va montato e basta. L’altezza iniziale: le spalle del bambino. Prima che si arrampica deve farsi i muscoletti. Non credere che sia subito in grado!… man mano che prende confidenza si arrampica. I bambini (piccoli) liberi hanno molto istinto, non fanno cose che vanno oltre le loro capacità. Ho il trapezio montato da oltre 15 anni… i bambini ospiti ci vanno matti e vogliono “traslocare” a casa mia. Mai nessuno si è fatto male. Gli ansiosi vanno cauti, i bulli sperimentano che non è possibile tutto…. ovviamente non vanno lasciati soli. Poi man mano che li vediamo dobbiamo prenderci le nostre responsabilità. E’ come con la bicicletta; arriva il giorno che ci deve andare da solo a scuola!
Un’ ultima cosa: modella due spalle “da sballo”. :-))
Ho incontrato il tuo blog grazie alla segnalazione di Lella, un’amica. Ho due figli, un maschio di 14 anni e una femmina di quasi 11: è incredibile come ritrovi i loro ritratti nei tipi che hai descritto!! ti ringrazio anche per avermi dato una spiegazione della mia decisione istintiva ma determinata di non fare mai entrare giochi elettronici di alcun tipo in casa nostra (è stata una lotta lunga e costante col maschietto ma è una scelta che rifarei!) Da quasi due anni abbiamo espulso anche la TV da casa e viviamo tutti meglio. Ormai però il ragazzo è grandicello, ed è stato sempre super-autonomo: non posso impedirgli di passare ore sulle play station degli amici e di guardare filmacci americani di azione insieme agli altri, bisognerebbe interdirgli ogni contatto sociale e oltre a on riuscirci sicuramente più sarebbe davvero troppo estremo, no? a questa età poi dal computer non si può tenerlo lontano… spero che la prima infanzia dove ha prevalso il contatto col mondo reale su quello virtuale e le lunghe vacanze estive in campagna a parziale compensazione del resto dell’anno in centro a Bologna lascino una qualche memoria nel suo cervello… c’è qualche speranza? per fortuna preferisce ancora comunque passare i pomeriggi a giocare a calcio nei giardinetti o in un vicino spazio parrocchiale, se possibile… però di lotta o tiro con l’arco non vuole assolutamente sentir parlare: si diverte di più col calcio. (per un po’ ha scaricato un po’ di energia anche col pakour, ma poi è tornato al primo amore).
a quando una riflessione sulle principessine che sanno tutto??
Salve Antonella; grazie per il racconto sulle vostre scelte coraggiose e un po fuori dal coro. Personalmente credo che un bambino comprende benissimo la differenza fra gioco reale e virtuale finche può sperimentare il primo fin da piccolissimo… che poi giochi alla play dagli amici è un normalissimo processo di compensazione: fanno dei “full immersion” per sperimentare sulla propria pelle poi anche i limiti del mondo virtuale (non basta mai, non soddisfà veramente, rende nervosi). Alla lunga vince il mondo vero… quello delle mani nere di terra, il ginocchio sbucciato, l’odore del vero sudore dell’amichetto dopo la partita di calcio.
Il post sulle bambine è già in gestazione nella mia testa…
:-))
Io vivo in campagna da 2 mesi ed è una gioia infinita vedere mio figlio di quasi due anni libero e tranquillo immerso nel verde. Poi noi viviamo nell’entroterra riminese, il mare ce l’abbiamo a soli 10 minuti di macchina e spesso lo porto in spiaggia. E lì vedo tantissime mamme mega-ansiose che seguono questi bambini come ombre e ogni tre per due le sento dire “non fare così, lascia stare il bimbo, non prendergli i giochi, non tirare la sabbia, non correre (non correre? al mareeeee?????????) e via discorrendo.
Io non perdo mio figlio di vista nemmeno per un secondo, ma mi sforzo di non darglielo a vedere. Non voglio tirare su un frustrato represso.
E sì, è un bimbo sveglio e mediamente vivace (ma non è irrequieto/agitato), ma sono del parere che tante volte l’iperattività sia indotta dai genitori. Se lasciato libero e comunque indirizzato verso un divertimento sano e fisico (mi ribalta mezza cucina quando siamo a casa, ma chi se ne frega, è un bambino!) che lo coinvolga e lo diverta, credo che difficilmente si ottenga un pazzo scatenato. Ho notato, almeno nei figli maschi delle mie amiche, che più il bambino viene sgridato e oppresso, più diventa viziato e intrattabile.
E sì, lo confesso: gli lascio mangiare la sabbia, se gioca con la terra in giardino le mani gliele lavo quanto basta (sarebbe assurdo portarlo in casa ogni minuto!!!) e se cade un po’ di acqua fredda e passa la paura.
Io sono cresciuta così. E beh, sono un po’ un maschio mancato, in effetti ;)
Salve Laura; questo è il più bel regale che si può fare ad un figlio/figlia: giocare in pace all’aperto. Sono tesori per l’ anima.
Visto che avete il mare così vicino andateci tutto l’anno… il mare è meraviglioso d ‘inverno, col vento e con il freddo. Ho dei bellissimi ricordi con mio figlio sulle spiagge romagnole d’inverno. Si portava dietro la sua paletta preferita e una cassetta in legno tipo da pirati (pesantina e piena di franciusaglie…ehm “tesori”) Poi scavava un buco profondo e la seppelliva per bene… e con aria da “uomo di mondo” faceva un bel giretto lungo il mare… per tornare infine come pirata che “trova” un tesoro! (ovviamente lasciava un piccolo segno segreto sulla sabbia per poter scavare a colpo sicuro). :-)
Che bel post! La mia, che ora ha 6 anni e mezzo, fino a un paio di anni fa era cosí. Cassetta degli attrezzi, martello, corse, bici senza rotelle a 3 anni (vabbé, sull´ostsee non ce le ha nessuno, le rotelle, e l´ambiente favoriva ;-)). Da un anno o due ha iniziato la “femminizzazione”. Io non ci sto piú dentro, a volte. Non so mica se resisto nove mesi fino al tuo post… quanto era facile quando era ancora un esserino disormonato!
Ma adesso…gosh…chiacchiera e gioca e si inventa storie assurde che iniziano in un modo e cambiano ogni 3 secondi. Corregge e controlla, osserva e sa tutto di tutti manco fosse della cia (poi mica va in giro a dirlo, eh, solo a me!! “Mama, weiss du was? Blablablablablabla” ;-)). Ogni mese o due mi tocca usare tutta la mia energia a tirarle le redini come fosse un cavallo selvaggio, per farle capire chi é l´adulto e chi il bambino.
Ma, come dici tu, non é fatica fisica (magari!). Mette alla prova i miei nervi che mi tocca fare oooommmm e respirare a fondo ogni 3×2. Mi gira la testa….
PS: anche noi senza tv (solo qualche cartone su cd ogni tanto, tipo al venerdi sera o durante il week end, ma mai piú di un´ora). E nemmeno videogame (anche se é curiosissima dei giochini che alcuni suoi compagni hanno sul cellulare…ehm: “no, non te lo compro, il cellulare. Non mi interessa cosa fa la madre dei tuoi compagni che non vanno ancora alle elementari”). Il trapezio, arrampicarsi sugli alberi, correre…quello continua, per fortuna, ma solo quando la porto al parco. Ammetto di essere in un situazione un poco … sfigata, visto che qui di “tribú” nemmeno l´ombra, e non puó nemmeno giocare con gli altri bambini in strada o in cortile. Per andare al parco devo guidare venti minuti buoni, incrociando ogni volta le dita e sperando ci siano altri bambini…ok, sono una situazione disperata, l´opposto della nostra vita tedesca. Mamma figlia SEMPRE assieme dalle 13 alle 20, e senza nemmeno un giardino o un orto: completamente contro natura!
Ho bisogno dei tuoi trucchi da femmine!!! ;-)))
La lettura di questo articolo è stata illuminante, ma mi ha anche messo un po’ di preoccupazioni! Mi sono resa conto che non ho mai compreso bene la natura di mio figlio che adesso ha sei anni e mezzo. Viviamo in città, ma vicino ad un grande parco, quindi l’esperienza del verde, degli animali che sono la sua grande passione (non aspettatevi gattini & Co., piuttosto bisce, coleotteri, ragni…) non gli è mancata, ma dietro consiglio della maestra e delle spinte del papà, è stato mandato a scuola prima (è di gennaio) ed al tempo pieno. Due cose che io osteggiavo moltissimo.
Vedo che fa fatica a stare fermo tutte quelle ore, e molta! Poi spesso le maestre mettono in punizione i bambini vivaci non facendoli muovere alla ricreazione, cadendo in un loop spaventoso! Come fanno a non capire??
Il rendimento scolastico è ottimo, ma non so a che prezzo, visto che ha un atteggiamento di rifiuto per la scuola e me ne dispiace molto. Se solo avessimo aspettato… Adesso vivrebbe male andare via dalla sua classe, lontano dai propri compagni ai quali è molto legato. Cosa mi consiglia di fare?
Ciao Sabine, anch’io sono in attesa del tuo post sulle BAMBINE anche se le mie “bambine” hanno 18 e 17 anni…… e sono ancora qui a chiedermi dove ho sbagliato, sono bravissime ragazze, studiano con ottimi risultati, hanno amicizie ma non muovono un dito in casa, contribuiscono solo a creare disordine e ancora oggi, come la figlia di Laura che di anni ne ha 6, correggono e controllano, alzano la voce se riprese (specialmente la prima), ci vogliamo un sacco di bene ma siamo perennemente in conflitto.
Scusate lo sfogo, non è strettamente pertinente con l’argomento ma ne avevo bisogno!
Ehhh Claudia, tua figlia mi pare quasi perfetta. Manca purtroppo come hai già descritto: la Tribù di bimbi in scala di età in un grande giardino alla pippi calze lunghe. Cosi potrebbe sfogarsi sui piccolissimi ad educarli e salvarli… e dai grandi imparerebbe ogni 10 minuti una nuova… e tu dovresti solo metterla in vasca tutte le sere e assorbirti ovviamente il racconto lunghissimo della giornata avventurosa.
Che trucco alternativo vuoi che inventi!?… qui si vuole la Maga Magò :-))
Cara Laura; la sua pancia aveva proprio ragione ad osteggiare questa scelta… ma ormai è inserito e si va avanti.
Consiglierei di mettere almeno un trapezio in casa… li si può sfogare anche per 5 minuti durante i compiti.
Nel w-end sono utili delle gite a piedi all’aperto, magari con altri bimbi e genitori.
La questione della punizione di togliere la ricreazione è una pratica diffusissima in Italia. Se la racconto in Germania inorridiscono tutti per il metodo arretrato!!! Mi fa venire il voltastomaco ogni volta che me lo raccontano. Qui ci vorrebbe qualche azione di gruppo per sensibilizzare quanto è assurda e nociva questa pratica!
Salve Monica, non c’è da scusarsi. Uno dei problemi di noi donne è la perenne insicurezza se facciamo bene o meno… ma abbaiamo poi un sacco di bellissime qualità… e la più importante è la nostra curiosità.:-)
Il post sulle bimbe mi spaventa un pò, siamo tanto complesse. Dovrò semplificare un sacco, altrimenti diventa un romanzo!
La ringrazio per la risposta. Prenderò senz’altro un trapezio. Per quanto riguarda le gite all’aria aperta non sono mai mancate e non mancheranno, la tribù invece non è sempre facile da organizzare nella caoticità cittadina, ma a piccoli gruppi riusciamo quasi sempre. Speriamo almeno di arginare i danni.
Un cordiale saluto. Laura
Buon pomeriggio, i vostri post sono veramente interessanti perché aiutano a capire molti degli errori quotidiani nell’interpretare i bisogni dei nostri figli. Ho due maschietti di 9 e 3 anni e mi sto rendendo conto di quante esigenze non ascoltate hanno. E pensare che io stessa sono cresciuta (bambina fortunata) tra corse coi pattini e lo skate-board, cadute in bici senza casco, pomeriggi interminabili nel mio rifugio sul pino, fichi e zollette di zucchero date di nascosto al vecchio cavallo Egor, esplorazioni in campagna a casa dei nonni paterni, osservazione del nonno materno alle prese col mosto e col vino….. com’è possibile dimenticarsi di tutto ciò e lasciare che videogames e impegni continui sostituiscano la gioia quotidiana di tirare calci alla palla o di costruirsi una zattera con vecchie assi di legno, chiodi e martello ( !!!!!! io che sono quasi paranoica per la paura che i miei figli si feriscano, inchiodavo bella come il sole e al massimo una piccola schiacciatina di pollice ogni tanto) ? Grazie a tutte per avermi aiutato a prendere coscienza!!!!!
Grazie, ma ti prego, se vuoi fanne pure un romanzo…… lo acquisteremmo in molte!
con affetto
Monica
[…] Sottoscrivi il feed jQuery(document).ready(function() { var container = jQuery('#navigation > ul'), navbar; if (container.length > 0) { navbar = new Tarski.Navbar(container); } }); ‹ S.o.s. maschietti! […]
Ciao Sabine, come sempre le tue dritte sono azzeccate!!!!!
già sono andata a guardare il trapezio, che idea!!!!
Viviamo da due anni in un paesino di campagna, in Friuli, e Anil(:-)) passa le giornate di vacanza dalla scuola a giocare in cortile con i bambini dei vicini, per poi raggiungere insieme i bimbi della via, di varie età, con la bicicletta.
Come attività fisica, abbiamo iniziato a gennaio di quest’anno una propedeutica alla pallacanestro, con un insegnante bravissimo che li sta facendo correre e giocare a palla prigioniera, gatti e topi, un due tre stella, sviluppando così osservazione, abilità e gioco di squadra. Lui non ha mai voluto saltare nemmeno una lezione, è entusiasta.
Una domanda, banale: in casa abbiamo appeso-zona salotto-, un’amaca matrimoniale: usata “chiusa”, sembra un tessuto su cui fare vari dondolii acrobatici.spesso i bimbi ci giocano alla barca dei pirati(è anche color azzurro mare), però, poi la fanno dondolare velocemente e mi fa paura (ansie)…come potrei ovviare?se cadono mentre l’amaca dondola trovano un pavimento duro, ma se metto dei cuscini non serve a nulla…
Che ne pensi invece dell’attività musicale, pur parlando di maschi?Qui c’è una banda paesana molto attiva che propone un avvicinamento alla musica per bambini dai 4 ai 7 anni, attraverso ritmo, canto e corpo.
un abbraccio, spero di incontrarla presto!
grazie
ah!!Anil ora ha 5 anni.
Irene, ma che bella la tua infanzia alla pippicalzelunghe! Chiaro quando si sta dalla parte del genitore tutto è un pò più difficile e l’ansia ci assale. E’ successo anche a me. Ma dobbiamo staccarci attivamente e con forza e coraggio ogni giorno dalle influenze dei mass-media…grazie del simpatico commento :-)
Valentina, che bello la vostra scelta di vivere in un paesino di campagna.
L’amaca matrimoniale mi pare una genialata. Consiglio spesso di mettere un’ amaca anche per bimbi sotto l’anno (si risparmia fiato e fatica a dondolarli in braccio). Ovviamente esiste un certo rischio… ma mi pare calcolabile. I bambini imparano nel fare, e a volto una botta insegna più che 10-milla raccomandazioni. L’ansia è certamente comprensibile, ma va trasformata in fiducia… cosi impariamo pure noi a diventare pian piano più coraggiosi.
La musica serve tantissimo: poi la banda è perfetta: musica tutti insieme! Una società che ama veramente la musica non ha bisogno di guerre. :-)
Ciao Sabine, oggi ho scoperto il tuo blog grazie ad una vicina. Che spettacolo e quanta passione. Io sono mamma della ” tipica femmina”, sensibile, delicata, amante di libri e fiabe( un Po pilotata, a sue mesi aveva già in mano i libri…. I forse prima) a due anni conosceva a memoria la storia della campana, testo metaforico per aiutarla a comprendere le emozioni contrastanti che nascono con l’ arrivo di un fratellino. Il libro è intitolato ” una fiaba per ogni perché”. comunque torniamo a noi. Dopo questo inizio delicato è arrivato il bimbo, che oggi ha 2 anni e mezzo, per 16 kg di muscoli ( è sempre stato, anche in utero, al 120 del centile). Per farla in breve, rispecchia quasi perfettamente ciò che tu narri: forza fisica, forza caratteriale, testardaggine. Ma stranamente nell’ essere così veloce nell’ apprendere tutto ciò che era movimento e relazionato allo spazio, è riuscito a dire le prime parole chiare a 5 mesi e via, fino ai 20 mesi, quando ha iniziato a parlare davvero bene, x l’ etá. Insomma, racconta sempre tutto, come una femmina, ma riesce a saltare 3 gradini, andare in bicicletta,con il monopattino e correre 3 km. Per fortuna abbiamo giardino e colli attaccati a casa, dove possiamo sbizzarrirci, alla ricerca di leprotti, scoiattoli, o semplicemente farfalle, Che mettiamo in barattoli di vetro, per osservarle e poi liberarle. Devo ammettere che tutta questa sua forza, ha portato una ventat di energia, freschezza e voglia di fare che era assente con la sola bimba. Evviva la diversità e l’ arrichimento reciproco, anche per mamma e papa’. ah… Stranamente la sera riesce a rilassassi con5 libri, prima della nanna. Per fortuna in qualcosa assomiglia anche a noi!
Cindy, grazie del simpatico ed istruttivo commento; la vita è anche bella perché ci si contamina! sembrate proprio una bella tribù :-)
[…] articolo trovato in rete della dottoressa Sabine Eck è davvero illuminante sotto diversi punti di vista. Volete comprendere la vera differenza tra […]
Una mia cara amica mi ha parlato di te… Sono così venuta qua a leggere i tuoi vari post e articoli… Quando ho trovato questo sui maschietti ho sperato avessi delle risposte…
Sono la mamma di un bimbo di 17 mesi, hai presente bam bam dei flinston? Ecco è così materiale irruento gioca bene solo con altri maschi le bimbe se può le afferra per i capelli… Puoi immaginare le altre mamme come sono felici! Adora fare casino sbattere le cose per sentire il loro rumore… Sbrana i libri come hai scritto tu!!!!
Onestamente non sapevo più che fare ma leggendoti mi sono resa conto che è normale allora?
Cosa posso fare per impegnarlo in attività che lo gratifichino?
Grazie davvero per le tue parole
cara Giada, non è facile con un “ometto delle caverne” se state in appartamento (suppongo). Credo che a un bambino cosi rustico faccia bene stare con bambini più grandi che si difendono loro stessi… perché di soliti i bambini si regolano fra di loro. Ricorderò sempre che mi figlio (ca 18 mesi) in una sabbiera pubblica ha rotto un castello di sabbia ad un bimbo di ca 7-8 anni. Ero lontana abbastanza e ho vista una “scena da film”: il ragazzo frustrato del malfatto si è girato per vedere se c’erano adulti in vista (e non c’erano, ero dietro un’albero!) poi ha impostato la “sua lezione” per mio figlio: lo ha riempito di sabbia ovunque (viso compreso)… non sono intervenuta e ho lasciato che la “lezione” avvenisse (povera stella!… un giorno nero). Non ha mai più rotto le costruzioni o i giochi ad altri bambini! Quando sono cosi piccoli non importa tanto cosa si dice, loro ricordano molto meglio i fatti! Tipo: se metto il dito nella fiamma il dito brucia per mezza giornata.
Comunque va scaricato: tirare una carriola o simili aggeggi con la legna dentro. Comprate la cassetta degli attrezzi(da artigiano) e metteteci di ogni (ovviamente nulla di pericoloso), meglio se oggetti pesanti ( legni, tegamini di metallo,…una grande “chiave inglese”) Se mai dovesse usare questi oggetti per nuocere o rompere vengono “confiscati” subito (!) e fatti vedere da lontano (p.es. sopra l’ armadio non raggiungibile) per 1-2 gg. Restituzione con solenne promessa di comportarsi bene!
Montate il trapezio… prendete un materasso vecchio a terra per saltarci sopra… frequentate agriturismi nel w-end per farli vedere animali veri e parsone che non hanno paura a sporcarsi le mani… evitate la tv (i cartoni eccitano)… Campeggi e mini-trecking in vacanza, aggregarsi con famiglie numerose;3-4 figli che di solito sono meno viziati. Ci vuole fantasia… porta pazienza:a 16 anni dormirà fino alle 12/13 e non si alzerà dal divano… :-))
Condivido tantissime cose che ho vissuto con mio figlio Marco che ha ora 8 anni e mezzo. Io e mio marito non avendo nonni a cui affidarlo la abbiamo sempre portato con noi. Così ha sperimentato i nostri ambienti lavorativi: io sono architetto e lui ha imparato tutti gli attrezzi dei muratori, a scegliere i colori… a 18 mesi voleva assaggiare la colla per le mattonelle. Mio marito si occupa di manutenzioni e così sa impugnare il trapano o un avvitatore da professionista ( si è esercitato con tutti gli attrezzi giocattolo esistenti sulla piazza). E’ un bambino molto creativo, con molte idee anche nelle parole. Da tre anni e su sua richiesta frequenta una scuola di danza classica, moderna e hip-hop…. Ma non sa allacciarsi le scarpe!
ciao Rosspicc… grazie per questo piccolo simpatico racconto. Spesso sento storie simili e vedo che le mie osservazioni sono condivise. Trovo impressionante il fatto dei lacci delle scarpe che conferma che il maschile preferisce le macro-abilita e le bambine le micro-abilità. Poi le santissime eccezioni sono ben venute, ma confermano la regola :-)
Ciao! Ho letto l’articolo su segnalazione di amici! Davvero illuminante! Penso di aver trovato il regalo di Natale… Vi aggiornerò! :-) Leonardo (3 anni e 1/2) Emma Rae (4 mesi)
P.s.: Non sono d’accordo sulla tv. Un paio d’ore di relax fanno bene sia ai bimbi che ai genitori. E poi ci sono cartoni educativi ed altri che stimolano la fantasia. Basta fare scelte opportune… Ovviamente sono assolutamente solidale e d’accordo con chi sceglie di non guardare la tv per godere appieno della vita, ma la tv o un libro o un sudoku o un tablet, per me sono sullo stesso piano…
Salve Sciuncs;grazie del simpatico commento. Sono d’accordo. Se a volte dico *NO* a qualcosa in realtà intendo un 90%… per esempio non fumo; ma quelle due o tre sigarette rituali ( a mò di Indiani delle Americhe) che ho fumato con una mia amica per festeggiare eventi speciali me le sono godute perfettamente… e lo rifarei sempre :-)
Spero che i bimbi abbiano ricevuti un bel trapezio da Babbo Natale :-)
buongiorno, ho letto questo articolo solo ora ma vorrei aggiungere che ho imparato a condividere un’usanza africana: se si picchiano 2 bambini della stessa eta o simile, nessuno interviene, mentre se si tratta di eta diverse, devono essere per primi gli amici ad interrompere la lotta e se interviene un adulto, sono guai per i più grandi. Mi sembra che non sia sbagliato e neppure io sono a favore della violenza, ma come si vede in natura i cuccioli che si mordono senza ferirsi, lo stesso i maschietti tendono a fare. La cosa più difficile e’ sempre controllare che il gioco non porti qualcuno a farsi male ed in questo i cuccioli sono più bravi dei bambini, credo.
Sono un papà di 55 anni di un bimbo di 8 ed avrei molte cose da dire, soprattutto a riguardo della scuola. Purtroppo abbiamo dovuto scegliere il tempo pieno ma ne siamo decisamente pentiti. Il nostro cucciolo semplicemente non riesce a stare fermo 8 ore e nel pomeriggio diventa nervoso ed irrequieto col risultato che un giorno sì, e l’altro pure, arriva a casa con un nota: “Disturba in classe!”. Eppure nelle innumerevoli attività extra-scolastiche alle quali lo portiamo è il bimbo più attento e calmo del mondo. La parola che fa più rima con scuola, è per lui: “noia”. Per forza che dopo un po’ si mette a fare la break-dance in classe!
L’altro punto fondamentale è la mancanza di confronto fra bimbi della stessa età: ormai sembra impossibile che 5 bambini possano giocare fra loro senza la “supervisione” di un adulto.
Alla sua età non passava un giorno che non tornassi a casa senza qualche taglio, bernoccolo o morso, ed ovviamente il mio “avversario” non se la passava meglio!
Eravamo semplicemente dei selvaggi: la scuola finiva alle 12.30 ed alle 13.30 eravamo già in strada a tirarci sassate con la fionda fatta da noi stessi. A fine giornata si contavano le teste rotte … e si ricominciava il giorno dopo.
Sì, proprio l’usanza africana: i bimbi se la devono sbrigare da soli …
La tristezza comunque è nella scuola: 800 bimbi in 28 classi. Non fanno musica, arte o laboratorio; saltellano una volta la settimana in palestra e tutto il giorno a sentire due maestre strillare … poveri bimbi!
A volte sogno ad occhi aperti: vedo laboratori per esperimenti di ogni tipo: musica, arte, falegnameria, chimica, fisica (tutto a misura di bambino, ovviamente!). Vedo maestre motivate che portano in giro i nostri cuccioli ad esplorare la storia delle nostre città. Vedo collegamenti internet con altre scuole, magari africane o neozelandesi.
Eh sì! Ne vedo di cose che voi umani non potete nemmeno immaginare …
La cosa triste è che nel paese dove abitiamo, c’è praticamente tutto … ma al di fuori della scuola. Assolutamente casuale, vero?
A proposito vorrei consigliare il libro “il più grande uomo scimmia del pleistocene””roy Lewis supporta la teoria in modo davvero divertente…..ho due figli maschi!
Caro Diego,grazie dell’appassionato commento
Sono d’accordo su tutto quello che esprime. Tenere i bambini fino alle 16.30 dietro i banchi è follia pura!
Mio figlio tornava dalla scuola spesso frustrato… poi stava 2 ore dentro un albero o faceva buchi di 2 metri nella sabbiera…. per scaricare le sue energie fisiche congestionate… e faceva il Modulo!
Abbiamo bisogno di un modello compleamente diverso… radicalmente innovativo.
Ecco lo stato delle cose : http://www.ilcambiamento.it/mal_di_citta/scuola_come_industria.html
Sono approdata qui dopo una piacevolissima chiacchierata in studio e cercando gli articoli accennati in quell’occasione. Bellissimo questo, è molto vero! Mi fa sentire meno “sola” nella mia grande impresa di crescere un maschietto che ha sempre bisogno di lavorare pesante per essere soddisfatto. Sono curiosa di provare col trapezio. Complimenti dottoressa per l’ottimo modo in cui svolge il suo lavoro! P.S. Ho letto che qualcuno ha nominato il libro “Il più gran uomo scimmia del pleistocene”, divertentissimo davvero!!