Per tradizione e probabilmente per sensazione archetipica, questo è il periodo dell’anno nel quale si fanno i resoconti, come la terra intorno a noi, che è ora nella sua massima introspezione, poco prima che Madre Natura riprenda la sua gestazione consueta e i suoi semi ripartono rigogliosi… e tutto ciò anche grazie alle foglie e ad altre forme di vita, morte durante la stagione autunnale e invernale.
La vita che mangia la vita. Deduzione pragmatica descritta nei Veda Indiani. Una geniale espressione metaforica per intuire il grande ciclo dinamico che vige fra la vita e la morte: non quindi divisi, come siamo abituati a intendere, bensì come due poli che creano quella grande opera chiamata Vita.
In maniera più o meno cosciente ognuno di noi procede proprio in questi giorni a un feed- back personale e generale dell’anno ormai trascorso. E tutti, dal primo all’ultimo, abbiamo capito nel nostro profondo che è giunto il momento in cui necessitiamo di rivedere i nostri valori e i nostri parametri. Sì, è maturato il momento in cui ognuno di noi potrebbe sentirsi non soltanto vivo, ma anche e soprattutto parte integrante e responsabile della vita.
Per me il 2013 è stato un anno pieno di moltissime novità, ricco di stimoli nuovi e fertili, ma è stato anche l’anno “del troppo”. Infatti non ho potuto scrivere molti articoli, anche se nella mia testa ne “scrivevo” uno al giorno… anche perché ce ne sarebbe da scrivere, dopo 25 anni di professione, in cui si iniziano a comprendere i meccanismi perversi che conducono verso le malattie, che in fondo poco si differenziano dalle lampadine sul cruscotto della nostra auto: si deve guardare dietro alle “lucine”, che altro non sono che spie d’allarme, segnali… sintomi, appunto.
Nel mese di novembre è andato in fumo il mio vecchio caro computer Macintosh e peggio ancora… non avevo fatto nessun back-up, ovviamente! Mi fidavo di lui come di un vecchio paio di scarpe (tipo quelle in cuoio da montagna). Così ho potuto applicare ampiamente l’esercizio del distacco da sette anni di dati, ormai finiti in pasto all’universo delle memorie, tra cui un importante articolo sui vaccini che avevo praticamente portato a termine, e che era in attesa di essere rivisto dalle mie affezionate “amiche e assistenti del web”.
Inizialmente è stata dura accettare la realtà, ma ora viaggio leggero con un neo-computerino in fasce e in attesa di essere nutrito e riempito con nuove idee, e già che ci sono… cambierò anche qualche impostazione mentale. Non tutti i mali vengono per nuocere, recita il vecchio e saggio detto popolare; quanto è vero!
Ecco, volevo condividere con voi queste semplici considerazioni. Del resto i semi nuovi crescono al meglio sul letame.
Durante l’anno ormai trascorso ho conosciuto numerose persone che hanno iniziato a re-impostare i propri valori. Nel piccolo. A volte nel piccolissimo. Ma, come ho già indicato nel titolo di questo post, tutto fa brodo: un orto, la spesa consapevole, le letture istruttive, gli incontri con persone affini, i progetti, le idee di collaborazione e sostegno futuri. Perché *i valori veri* non si possono comprare.
Il sorriso più autentico del 2103 mi è stato regalato l’altro giorno a Rimini al semaforo: un bel ragazzo africano mi ha pulito i vetri — tra l’altro proprio bene e in modo “professionale” — e mentre si dava da fare con gesti veloci e sicuri rideva e canticchiava; poi mi ha fatto gli Auguri per Natale. Questo viso aperto e sorridente mi ha riempito il cuore. Certo, la moneta che gli ho dato valeva un bel panino per lo stomaco… ma lui mi ha donato un valore non acquistabile.
Adottiamo allora la mentalità delle api: ognuna di esse offre il suo contributo per il bene collettivo, che è poi un bene per lei stessa.
Se leggete Rupert Sheldrake (leggetelo!) vi servirà ad uscire dagli schemi mentali, annaffiare e arare bene la terra dentro di voi, meditare sul vostro sole interiore (cuore) e scaldare il vostro piccolo grande universo personale… e chiamiamo anche la nostra anima, e ascoltiamola mentre ci sussurra, magari travestita da grillo di Pinocchio.
Spero di essere un po’ più presente durante il nuovo anno, ormai alle porte… Nell’attesa, (ri)leggetevi qualche articolo “vecchio”; sono discorsi nati non come post “fast-food”, ma piuttosto come… “sali in zucca” :-)
Infine, vi segnalo il mio (ormai completato!) calendario dell’Avvento tutto al femminile: 24 voci sul tema della (Ma)donna (in rete fino all’Epifania). L’idea è partita in novembre, insieme a Rossella; poco dopo, ahimé, ho perso tutti i miei dati informatici, inclusa la mailing list, le foto, e via dicendo.
Ma fortunatamente Rossella ha “tirato il carro” per un bel po’, finche non sono stata nuovamente operativa. Se l’avessi dovuta gestire da sola, l’iniziativa sarebbe rimasta soltanto una bella idea!
Ebbene, 1+1 fa più di 2, e uno può fare per due in certi momenti. La matematica della vita è tutt’altra storia rispetto a quella che ci hanno insegnato a scuola… ed è tutta da scoprire.
Spero abbiate trascorso un Natale sereno ed illuminato cari lettori e care lettrici; non mi resta che farvi un sentito Augurio per il 2014, affinché siano generati semi forti e vitali per una felice consapevolezza condivisa su questo meraviglioso “mondo-giro-tondo”.
Ma che bella questa foto! Io ci vedo la quotidianità nutrita dalla fantasia, dal volo. E le tue parole aiutano sempre a ri-trovare forza e fiducia.
A proposito dell’1+1 mi piace sempre ricordare la frase di Tonino Guerra:
“Non è vero che uno più uno fa sempre due; una goccia più una goccia fa una goccia più grande.”
E vorrei anche dire, per quanto riguarda il calendario, che nonostante le avversità tecnologiche, non mi sono mai sentita sola in questa bella iniziativa, nata dal tuo entusiasmo contagioso, cara Sabine.
Cara Sabine, è con grande piacere che leggo il tuo blog e questo tuo post.
Mi riconosco molto in quello che hai scritto e in quello che ti è successo.
Anche io ho da poco perso una lettera molto importante che avevo scritto e perso perché il mio smartphone ha fatto qualche (per me incomprensibile) scherzetto.
Infatti per ora questa lettera la sto scrivendo su carta (e con grande piacere)…
Ma tornando al tuo post, mi riconosco molto in questa sensazione che mi pervade, che mi richiama verso un centro di me (anche fisicamente); sensazione che si ripresenta ogni fine anno; sensazione che mi impone una riflessione su come sono, su quello che ho fatto e disfatto, su come ho gestito gli eventi della vita dell’ultimo anno e su quello che vorrei che accadesse o meglio come vorrei che accadessero le cose.
Sento che io, come la terra, ci accartocciamo su noi stessi; allo stesso tempo sento dentro di me l’iniziare di un fermento silenzioso che ribolle, medita e aspetta e macera e… cambia.
Amo l’inverno. Non attendo con impazienza la primavera: tutt’altro. Eppure percepisco a fine anno che qualcosa accadrà (..come ci disse Lucio Dalla!). E lo so che non sarà niente di grande, ma tanti attimi che assieme formano i tasselli della mia vita. Ogni inverno, ogni solstizio, ogni volta che la “vita” si ritrae per aspettare il giusto momento per manifestarsi, io provo questa sensazione di caldo(!) interiore, di energia potenziale, di ricarica.
Volevo condividere con voi questi pensieri.
Un augurio di intenso e ricco anno nuovo a Sabine e i suoi lettori.
Buon 2014, di cuore.
Giorgio
E’ proprio vero, tutto fa brodo! Riguardo le sterpaglie dopo il raccolto e penso che anche loro sono lì, preziose, a proteggere il terreno, per un nuovo raccolto il prossimo anno.
Oh, l’articolo sui vaccini … confido del backup nel tuo cervello!
Ti abbraccio forte, anche con le altre donne della Lumaca,
Anna