Oggi vi posto una lezione forse un po’ pesante, ma l’argomento è a dir poco affascinante. Ho pensato di introdurvi nell’incredibile mondo dei microrganismi, che, visti da vicino, rappresentano in realtà una sorta di “sine qua non” dei processi vitali, quindi anche del nostro organismo umano sano, funzionante e vivente.

Attualmente abbiamo una visione monolaterale sui microrganismi: prediligiamo un approccio bellico, ovvero consideriamo i germi come nemici da abbattere/combattere, in quanto causa di quasi tutti i nostri guai. Nel credo popolare sono dei veri e propri cattivi con intenzioni di invasori e di distruttori.

Basta vedere il consumo sempre maggiore di disinfettanti e detergenti anti-germe in commercio; perfino le saponette più umili hanno la pretesa di essere battericide!

L’immagine appena descritta la troviamo molto ben diffusa su ogni mezzo di comunicazione e con impressionante tendenza all’auto-riproduzione: libri – scuola -televisione – cinema – internet – radio – ospedali -chiacchiere al bar… e a forza di dirlo a mo’ di copia e incolla è diventata una sorta di verità indiscutibile.

La colpa è sempre del cattivo germe: lo streptococco fa la tonsillite, la candida la dermatite da pannolino, il pneumococco la polmonite, il virus l’influenza, lo staphylococco epidermidis fa l’acne, e vari virus di turno producono verruche, herpes simplex e zoster.
Ma, come ogni sistema estremo, anche questo ha la sua chicca d’eccezione: in questo caso i “buoni” sono i batteri intestinali, la ben nota flora intestinale, certamente coccolata con la medesima intensità mediatica. Ormai ci salvano perfino gli yogurt e simili, arricchiti con miliardi di unità di amici, e questa sorta di orgia di fermenti del supermercato ci aggiusta i sensi di colpa, perchè abbiamo magari appena ceduto all’ennesimo antibiotico.

E, come purtroppo succede facilmente nella società umana, siamo ancora una volta nel bell’immaginario dei *buoni* (flora intestinale) e dei *cattivi* (germi terribili di turno). Ricordate la “Suina”?

Per fortuna, molti grandi scienziati e ricercatori del passato e dei nostri tempi non sono d’accordo su questa visione semplificata: questi erano e sono appassionati e attenti studiosi della vita e hanno compreso in tanti che tutto ciò che vive è in realtà un enorme cosmo animato di microrganismi riuniti in una formidabile comunità di simbiosi, con capacità di metamorfosi in base al terreno rispettivamente all’ambiente.

Per nominarne solo alcuni vi segnalo Paracelso, Claude Bernard, Hering, von Behring, Joseph Wilhelm Lux, Antoine Nebel, Wilhelm von Brehmer, Günther Enderlein, Antoine Béchamp, Wilhelm Reich, Paul Gerhard Seeger.

Simbiosi deriva dal greco e significa “vita insieme”, cioè una sorta di associazione utile fra due o più parti a vantaggio di ciascuno dei partecipanti.

La nascita della cellula eucariota, che è il tipo di cellula più evoluta, con il nucleo (la “casa” del DNA) ben definito, si pensa derivi da una simbiosi tra due cellule procariotiche (primi organismi unicellulari comparsi sulla Terra, in sostanza sono i batteri) una di queste acquisì la capacità di vivere in un’atmosfera con ossigeno (e dette origine ai Mitocondri: organelli chiave nelle nostre cellule eucariote).
Senza questa incredibile simbiosi non si sarebbero formati gli organismi superiori e quindi nemmeno l’uomo.

I Batteri sono in sostanza Procarioti, cioè organismi antichissimi, e il loro parente più famoso e più studiato vive proprio nelle nostre cellule, ed è il responsabile della produzione dell’energia (ATP).
In fondo all’articolo trovate qualche info extra sui Mitocondri, che lasciano letteralmente di stucco!

In questa specie di humus/matrice della vita le forme più piccole sono quindi abitualmente capaci di continui mutamenti (metamorfosi) in quanto programmate per adattarsi ad ogni modifica dell’ambiente: un’antichissima e geniale strategia di sopravvivenza.

La definizione che separa i virus dai batteri, dai funghi e dai parassiti è quindi per lo più una forma di semplificazione didattica, perchè in realtà fanno parte di un gigantesco modello di vita in perenne interconnessione e mutazione.
Questo mutamento dobbiamo immaginarlo come una sorta di perenne flusso di vita e ci segnala la geniale elasticità dei principi vitali che si adattano anche in frazioni di tempo al loro ambiente (che chiamiamo anche habitat).

Ve lo descrivo con un esempio macroscopico: prendiamo in considerazione dei fiori di campo, come le Margherite (Bellis Perennis) che, si sa, crescono a primavera in pianura e sono alte 10-15 cm; se le stesse le trapiantiamo sulla cima di un monte, nel caso sopravvivano saranno alte non più di 2-3 cm (per essere capaci di resistere al vento e al freddo).
Madre Natura è geniale e ha equipaggiato ogni forma di vita della capacità di adattamento. La stessa cosa ha fatto per l’uomo il quale vive sia tra i ghiacci che all’equatore, ad esempio, adattandosi fisicamente e sviluppando pure diverse capacità di nutrizione. L’uomo impiega diverse generazioni per adattarsi a un nuovo ambiente (per una generazione si calcolano 33 anni), e così pure i germi: con la differenza che una generazione di germi dura minuti, ore o pochi giorni, cioè si adattano in tempi infinitamente brevi.

Tanto più siamo alla base della scala evolutiva, tanto più grande è la capacità di adattamento.

Infatti, molti batteri, soprattutto i più ancestrali, vivono in condizioni abitative di pH, temperatura, concentrazioni saline, etc, impensabili. Vi cito alcune frasi da wikipedia nella voce Archaea:
“Gli archei (Archaea o Archaeobacteria) sono una suddivisione sistematica fondamentale, al più basso livello, della vita cellulare […] Sebbene siano presenti in ambienti più ospitali, come i plancton, gli archei sono gli abitatori degli ambienti più estremi e inospitali della Terra. I termofili possono svilupparsi a temperature ben superiori ai 100°C, gli psicrofili a quelle inferiori a -10°C, mentre gli acidofili e gli alcalofili crescono rispettivamente in ambienti estremamente acidi o alcalini, infine gli alofili prediligono ambienti ad elevatissima salinità, anche concentrazioni di NaCl di 6 molare.”

Chi è piccolo e/o giovane è sempre e comunque più elastico. Basta osservare la velocità con la quale un bimbo di 4-5 anni impara/apprende una nuova lingua rispetto all’adulto: è stato calcolato che è circa sette volte superiore!

Uno dei ricercatori più importanti, già nominato nell’elenco sopra, è Günther Enderlein (1872-1968), zoologo, entomologo (studioso degli insetti) e curiosissimo ricercatore della vita, soprattutto dei microrganismi. Egli era grande conoscitore della cultura greca, vegetariano, e attivo fino alla fine della sua lunga vita da studioso. Enderlein è da considerare uno dei più importanti esperti del cosiddetto Pleomorphismo (capacità multiforme), visione scientifica in netto contrasto con il cosiddetto Monomorfismo sviluppato da Cohn, Koch, Pasteur, tuttora in voga. Ma già Claude Bernard ha criticato pesantemente la visione di Pasteur, secondo la quale il batterio causerebbe la malattia. Claude Bernard comprende e difende l’importanza del terreno per lo sviluppo delle patologie ed esclama la ormai stra-citata frase “Le terrain c’è tout”.

Oggi sappiamo che Bernard aveva ragione, e la medicina naturale soprattutto utilizza questa visione basilare, curando cioè “il terreno” dei pazienti promuovendo un’alimentazione equilibrata, il movimento, e pensieri e sentimenti corretti.

Ma Enderlein va ancora oltre: scopre che ogni forma di vita è in realtà un complesso assemblaggio di simbiosi millenarie tra unità microbiche molto piccole, dette appunto “simbionti” con funzioni biologiche ben precise.
Questi simbionti si trasformano in “cattivi” (riferito ovviamente alla logica dell’organismo superiore), quindi in germi patogeni laddove il “terreno” non è più sano, a causa di eccessivo accumulo di metaboliti acidi (acidosi metabolica), con conseguente rigidità dei tessuti (che si chiama “gel” = deficit della fluidità connettivale, che è la base della salute cellulare), infiammazioni (= tentativo di attivazione immunitario), e via dicendo.

Per rendere ancora più chiaro il concetto, vi propongo un esempio nel nostro quotidiano: immaginate un piccolo scolaro (magari il solito maschietto vivace) che non trova un suo terreno adatto (scuola) per svilupparsi, e inizia quindi a comportarsi fuori dalle regole, non si adatta più alla logica della comunità della classe, e si ribella, magari disturbando i compagni.
La stessa cosa accade se, in una società tipo la nostra, i giovani non trovano un terreno di sana crescita: essi si associano, creano gruppi di delinquenza e tutto quel che ne segue.
Ora possiamo percorrere due strade: risanare il terreno (scuola, società..) oppure agire sul povero “colpevole” e punirlo (nota nella pagella dello scolaro).

Ovviamente quasi tutti gli scienziati rifiutano la “visione antropologica dei germi” (ed è corretto se si applica esclusivamente l’approccio analitico). Comunque sia, per me rappresenta, invece, non solo un simpatico sistema allegorico di ragionamento, ma lo trovo confermato anche in 20 anni di pratica nella mia professione.
Infatti, l’approccio analogico, simbolico, metaforico del nostro mondo sta trovando terreno fertile da almeno vent’anni, ed è scienza anche questa!

Smettiamo quindi di combattere e vedere nemici ovunque, agiamo nel bene, pensiamo propositivo, smettiamo di coltivare soltanto la paura, muoviamoci di più e mangiamo più consapevolmente: solo così il nostro terreno si risanerà e i germi rimarranno nostri amici (simbionti).

Purtroppo attualmente ci sono solo pochi scienziati che continuano le ricerche (per lo più individualmente) nel campo del Pleomorfismo.

La ricercatrice microbiologa Lida Holmes Mattman (1912-2008) ha scoperto nel latte di mucca i cosiddetti CWF (Cell-Wall-Free forms): si tratta di batteri di ogni genere, che, privatisi della loro parete esterna, non sono più visibili al microscopio ottico e sfuggono quindi ai normali controlli. Messi in terreni adeguati di crescita ricompongono la loro parete e quindi la potenziale capacità infettiva.
Queste forme derivano soprattutto dai trattamenti a tappeto con antibiotici agli animali provenienti da allevamenti intensivi. Non che il nostro sistema immunitario (se è sano) non sia in grado di affrontare questi “bacilli invisibili”, che hanno “furbamente” cambiato struttura fisica per sottrarsi agli attacchi da antibiotici.

Se però osserviamo attentamente e con curiosità le scoperte degli ultimi anni, possiamo confermare quanto già impostato in principio da Enderlein: per esempio la scoperta dei nano batteri, la scoperta di virus, di batteri e di funghi nelle masse tumorali, ovvero in pressoché tutti i tessuti malati del nostro corpo, perfino nei calcoli renali (nano batteri).

Normalmente, tuttavia, viene data un’interpretazione diversa di quanto cerco di illustrarvi in questo post: il germe ha di nuovo la colpa e produce quindi la placca, il calcolo, l’infarto, il reumatismo, il tumore, e via dicendo. Non si tratta ora di mettere le due visioni in assoluta opposizione, ma piuttosto di valutare se non concorrano almeno in egual misura.

Se ho un bel fiumiciattolo vivace e metto al lavoro una tribù di castori, mi troverò alla fine con acque stagnanti e dopo un po’ arriveranno le zanzare, le sanguisughe, che tanto amano l’acqua che ristagna. Quando il terreno (l’habitat) cambia, arrivano/subentrano altri abitanti. Nel nostro corpo funziona allo stesso modo.
Quindi, se la zanzara non produce la palude, ma piuttosto è la palude che favorisce la zanzara, lo streptococco non può produrre una tonsillite: bensì una tonsilla in congestione metabolica (per errori alimentari) favorisce l’avvento dello streptococco!

È chiaro?!

È così che i cerchi del sapere in un certo senso si chiudono: quello che vale per un sano pezzo di terra con la sua naturale flora batterica e fungina e i suoi micro-abitanti, vale pure per il nostro organismo. In un certo senso siamo una sorta di piccola “terra superiore”, certamente più elaborata; e del resto come ben sappiamo alla fine… sempre alla terra torniamo.
In questo senso a livello microbico la morte non esiste, ma solo un perenne flusso di metamorfosi. Negli antichi Veda dell’India (XX sec a. C.) si legge: “La vita mangia la vita”. Non c’è espressione migliore che possa esprimere questo concetto!
E qui cito ancora il mio amato Paracelso con la sua massima “Sola dosis facit venenum” (è la dose che fa il veleno): dobbiamo superare l’approccio dogmatico che divide il nostro mondo soltanto in buoni oppure cattivi.

Ma non voglio lasciarvi con tutta questa teoria pesantuccia senza qualche consiglio pratico terra-terra!

Come possiamo tenere pulito e in ordine il nostro “terreno metabolico”?

1) alimentazione sana: molta frutta e verdura stagionali e di qualità (alcalinizzanti e drenanti); ottimi i semi oleosi (bio), trattandosi di integratori regalati direttamente da Madre Natura.
A proposito: frequentate il pasto nudo dove izn (la padrona di casa) vi insegna di tutto e di più sul mangiare sano!

2) bere molta acqua pura: il nostro terreno ha bisogno di essere idratato, pulito e drenato. Nessuna bibita, né succo di frutta, né tisana sostituisce questo compito importante. Meglio berla fuori pasto.

3) controllare l’apporto delle proteine animali: l’eccesso (amino-acidi) nutre le forme microbiche superiori in quanto acidifica notevolmente il terreno (il connettivo in primis, che fa da tampone).

4) muoversi, ricordando che non esiste il moto in pastiglia! Muoversi vuol dire soprattutto de-acidificarsi (e rallegrarsi!).

5) godersi il quotidiano. I pensieri negativi, distruttivi, e l’ansia producono eccessivo stress; il sistema immunitario funziona al meglio quando siamo felici.

6) attenzione al cibo fast-food, all’alcool (specie i superalcolici), al fumo, al facile uso di analgesici, agli anti-infiammatori e ai farmaci in genere.

7) preferire terapie che tengano conto di questo meccanismo: antibiotici e cortisonici, se usati per piccole e medie patologie, *impediscono* il normale funzionamento immunitario del corpo, che perde man mano le sue capacità di autogestione.

8) ridere di più: l’umorismo, l’autoironia sono armi/strumenti potentissime/i!

Uffffff…, finalmente siamo giunti alla fine…
Un diploma virtuale per chi ha retto fino a qui! :-s

post scriptum:
Virus, Batteri e Funghi sono mattoni vitali ed indispensabili dell’evoluzione. Mi rendo conto di aver toccato un capitolo enorme… e forse ho pure creato parecchia confusione e quasi sicuramente delle ansie. L’intento era comunque di smuovere diversi “dogmi” e farvi ragionare diversamente. Abbiamo urgente bisogno di integrare la visione unilaterale sui microbi.
Qui si estende un potenziale di ricerche per un’esercito di scienziati veramente curiosi.
Chi volesse approfondire ulteriormente l’argomento mi può contattare via mail (molte info sono in tedesco).

post scriptum 2:
L’immagine di questo post è il dettaglio di un quadro di un mio amico pittore. Mi ha sempre impressionato la somiglianza morfologica con le immagini viste durante l’osservazione microscopica del campo oscuro. Qui una video-sequenza… tanto per farvi un’idea.

“La mente intuitiva è un dono sacro e la mente razionale è un fedele servo. Noi abbiamo creato una società che onora il servo e ha dimenticato il dono.”
Albert Einstein