Siete in tanti (ehm… e da tempo) a chiedermi un articolo sul tema delle vaccinazioni. Ho esitato molto, perché il materiale in rete e sui libri specifici è già abbondante, e secondo me più che sufficiente per potersi fare un’opinione personale. Comunque sia, prendetevi un po’ del vostro prezioso tempo; questo post è lunghetto.
Premessa
L’attuale visione scientifica ufficiale che sostiene che i germi causino da soli le malattie, è largamente deformante e restrittivo. Purtroppo il “nemico di turno” fa parte della nostra mente dualistica che divide solo fra buoni e cattivi, senza considerare ambiente, costituzione, circostanze; gli effetti sommatori dei nostri errori quotidiani.
Spostando il focus possiamo osservare che laddove si presentano sfavorevoli condizioni di vita, si generano le relative e specifiche patologie, che possono essere viste anche come “spie biologiche” dello squilibrio fra i due poli estremi della vita: il principio di costruzione e il principio di distruzione. L’intera materia vivente è tesa fra questi due principi; è una sorta di danza continua fra due poli complementari.
Nella società umana possiamo facilmente individuare due macro-gruppi; ognuno possiede specifici problemi di base (il cosiddetto terreno) che conducono in ultimo a gruppi di patologie altrettanto specifici o tipici. Perdonate le semplificazioni, ma a livello didattico a volte sono indispensabili.
paesi poveri
denutrizione – guerre – mancanza acqua potabile – inquinamento del suolo, delle acque, dell’aria, distruzione delle famiglie a causa di guerre e politiche devastanti… e la somma di tutto questo;
paesi ricchi:
abuso di cibo spazzatura – infanzia medicalizzata – vita in ambienti chiusi (luce artificiale) – inquinamento da civiltà consumistica – mancanza di movimento – impostazione mentale distruttiva (paura, stress, depressione) – alienazione della mente (videogiochi, giochi elettronici, televisione) – mentalità passiva, lamentosa e consumistica – eliminazione sistematica delle arti (mestieri) e non ultima mancanza di capacità di adattamento… e la somma di tutto questo.
Parlerò ovviamente solo nell’ambito del secondo punto, che è il nostro “terreno” qui in Italia (o in Europa se preferite), e nel quale siamo coinvolti tutti anche in prima persona (il mare è fatto di singole gocce).
Oggi le classiche malattie infantili (varicella, rosolia, morbillo, pertosse, parotite) sono state gradualmente definite “pericolose malattie infettive” e si promette il loro futuro sradicamento mondiale attraverso le vaccinazioni.
Il morbillo, tanto per fare un esempio, può essere senza dubbio una malattia grave per un bambino africano denutrito; come lo è anche per un bambino che prende 5-8 antibiotici e cortisonici, e anti-infiammatori a catena anno dopo anno; ne consegue che il vero problema non è il morbillo, bensì il terreno, la salute di base, la parte sana autonoma nel nostro corpo che deve affrontare una malattia come questa.
Bisogna sapere che le immuno-competenze migliori sono quelle auto-acquisite gradualmente; l’immunità è una sorta di “opera d’arte” che si acquisisce nell’arco degli anni, in particolare nei primi 7 anni di vita. Ne ho già parlato ampiamente in passato qui sul blog. Una visione medica di ampio respiro si basa appunto sul naturale e graduale auto-allenamento immunitario (le fondamenta della vostra casa-corpo) per una vita sana e forte; c’è però bisogno di un’adeguata conoscenza per affiancare questi passaggi di crescita verso il futuro adulto.
L’esplosione delle malattie croniche in Occidente, sempre in aumento, ha le sue radici principali nell’infanzia mal gestita e poi nella condotta e gestione medica e di vita malsana dell’adulto. Ci servono ricerche essenziali ed illuminanti sulle vere cause delle malattie, soprattutto croniche.
Tutto lo scibile umano possiede radici: abbiamo bisogno di una medicina che arrivi a indagare sulle vere radici dei problemi, per prevenirli e curarli, e comprenderli sempre meglio.
Chi crede in un mondo senza malattie dovrà rivolgersi al paradiso :-) Ne avremo sempre, e cambieranno; saranno lo specchio delle nostre culture e dis-culture, e della nostra civiltà, in movimento.
Vorrei cercare di impostare il discorso nel modo meno tecnico possibile, in modo da poter essere utile (spero) a chi desidera prendere una decisione consapevole in questo percorso difficilissimo.
Per semplificare, immaginiamo di trovarci in una sorta di pièce du théatr… con attori di vario tipo e grandezza. Ve li presenterò uno per uno, allo scopo di chiarirci al meglio le idee:
Virus e Batteri, il Lattante da vaccinare, i Genitori e i Nonni, il Pediatra e il Sistema Sanitario Nazionale, l’Industria Farmaceutica, lo Stato
Inizierò dai micro-protagonisti (Della natura dei microorganismi ho ampiamente parlato qui)
I germi: virus e batteri
Osserviamoli un attimo, senza emozioni, fanatismi e classificazioni: i germi sono parte integrante della vita, nel senso che senza di loro il nostro mondo non esisterebbe affatto. Madre Natura, o se preferite il buon Dio, ha inventato sostanzialmente due forme di vita (complementari): quelli che amano un mondo pulito (dove vige il flusso continuo) e quelli che amano le congestioni o se preferite “il marcio” (per esempio paludi e simili). Diciamo che a ognuno piace la propria casa, e che funzionano intimamente inter-connessi come, ad esempio, il giorno e la notte. Essi sono i lavoratori attivi e indispensabili del principio di costruzione e di distruzione, di crescita e di decrescita.
Moltissimi germi fanno parte di quelle forme di vita che adorano “il marcio” (ehm: il marcio per noi umani, il paradiso per i germi); nel senso che si moltiplicano quando il terreno è idoneo alla loro funzione vitale, per risanare, trasformare, e perfino collaborare in simbiosi (produrre, per esempio, vitamine nell’intestino). Ogni germe ha un terreno personale ideale, ma spesso si accontentano di un po’ di tutto, purché ci sia appunto del “marcio”, idealmente proteolitico (terreno fatto di proteine in decomposizione). Mi scuserete per la semplificazione estrema, ma a teatro a volte si deve esagerare per esaltare certe informazioni :-/
Sono proprio i germi che trasformano le foglie, che cadono in autunno, in humus, ottima base di crescita per i semi durante la primavera successiva. La nostra cara terra non conosce rifiuti e pattume proprio grazie a determinati micro-organismi, che lavorano come dei veri e propri “maestri della trasformazione” (metamorfosi). Senza germi la vita sarebbe impensabile!
In quest’ottica possiamo constatare che il nostro corpo è una sorta di “condominio”, di collaborazione simbiotica, e ripeto: tutto ciò che vive sulla terra è un immenso gioco di micro e mega simbiosi. Un’opera magna incredibile, una meraviglia di collaborazione per un fine ultimo: forme di vita superiori, *tutte*, comunque inter-dipendenti, come in un gigantesco puzzle tridimensionale. Infatti, si parla di Eco-Sistemi, che avete forse studiato a scuola. Questa sorta di danza della vita è regolata dalle sue regole dinamiche e adattative nel “perenne grande ballo”, che Eraclito definì Panta Rei.
Applicando tutto questo alla salute dell’uomo, possiamo tradurlo nella seguente immagine didattica:
Salute = flusso (corretto rapporto tra afflusso e deflusso del sistema corporeo)
da cui deriva per logica:
Malattia = stasi (congestione, cattivo flusso)
Questo come modello.
Malattia e salute sono intimamente e perennemente interconnessi: salute non significa assenza di malattia e viceversa. Flusso e congestione sono spesso co-presenti, l’importante è che il principio del flusso prevalga. Più di così non si può proprio semplificare, ma potete considerare questa immagine valida e applicabile in quasi tutte le patologie.
I germi si attivano quando trovano un terreno appetibile, laddove cioè si produce una stasi nel nostro corpo. Tradotto in termini essenziali questo avviene prevalentemente quando ci troviamo in una situazione di acidosi (intesa come acidosi connettivale; locale o generale) causata da una serie di errori nel proprio stile di vita: cattiva alimentazione, mancanza di movimento, deficit di luce solare naturale, infelicità, stress cronico, sonno carente o di scarsa qualità, ferite mal gestite, terapie immuno-soppressive, più o meno combinati insieme.
Riassumendo:
1. i germi non sono dei piranha che vogliono invaderci, nuocerci o ucciderci;
2. i germi si moltiplicano *solo* se trovano un habitat a loro congeniale: mancanza di ossigeno, acidosi, proteolisi, cattivo flusso… il suddetto “marcio”, insomma;
3. i germi attivano sempre e di routine il sistema immunitario (la parte “bellica”, del nostro corpo) sia per difesa, ma anche per il suo regolare e indispensabile allenamento. Il sistema immunitario *perde le sue funzioni* se non allenato ritmicamente e regolarmente: un po’ come i soldati che giocano alla guerra per rimanere allenati e sempre pronti per le battaglie vere;
4. i germi muoiono se messi per esempio su una lastra di vetro in assenza di acqua e nutrimento; sono escluse le muffe, campioni assoluti di sopravvivenza, che si trasformano in spore (efficientissime capsule di salvataggio) e sopravvivono anche per millenni, come ad esempio l’Aspergillus niger delle mummie egiziane, che causò la morte di alcuni ricercatori dopo giorni e giorni che frugavano nelle tombe, respirando miliardi di spore, questo fatto entrò nella storia come la “maledizione dei Faraoni”;
5. la scienza ad oggi ha studiato e classificato moltissimi micro-organismi, ma nell’insieme non sono altro che la punta dell’iceberg. Ogni bicchiere di acqua di mare, per esempio, è pieno di forme virali ancora in attesa di classificazione (presenti naturalmente in natura e non a causa dell’inquinamento);
6. senza germi non esisterebbe alcuna forma di vita: sono quindi fra i mattoni intimi della vita in senso lato.
Passiamo ora al nostro baby-protagonista.
Il bambino che deve ricevere le vaccin-azioni
Il bambino che riceve le vaccinazioni è il protagonista indiscusso della nostra storia. È piccolissimo: ha appena 3 mesi di vita, a volte addirittura meno. Non ha ancora competenze particolari; per ora dovrebbe soltanto crescere, crescere, crescere, quindi: mangiare-dormire, mangiare–dormire, e via dicendo. Il suo sistema immunitario è ancora molto, ma proprio molto immaturo. Ma c’è la sua mamma a provvedere, che con il suo latte gli trasmette tutta la sua personale esperienza immunitaria acquisita. Questo “ombrello di mamma” dura circa per un periodo di 8-10, o più, mesi: la natura gioca anche qui sulla sicurezza.
Oggigiorno purtroppo questa esperienza materna è incompleta o parziale, essendo stata anch’essa vaccinata: proprio a causa dei vaccini non possiede tutti gli anticorpi, soprattutto quelli delle classiche malattie infantili: varicella, pertosse, rosolia, scarlattina, parotite, morbillo. Questo non è affatto positivo né vantaggioso, perché sotto l’anno di vita queste malattie possono essere anche pericolose o comunque pesanti.
Finché il nostro bimbo non gattona, la mamma lo tiene quasi sempre con sé (o chi per lei), lo pulisce e lo accudisce. Mi piace chiamare questa fase di crescita il “periodo del sacco del canguro”: una specie di utero allargato nel quale si ha una limitata esposizione ai germi; ci sono giusto quelli dei baci e bacetti dei famigliari più stretti.
Poi, verso i 6-7 mesi, chi prima chi dopo, comincia a gattonare; a questo punto inizia la fase che potremmo chiamare anche di “auto-vaccinazione”, nel senso che mette *di tutto* in bocca senza distinzioni, e con un’incredibile faccia tosta e indifferenza verso i sapori più astrusi. Perfino al pezzo di “cacca di cane seccata al sole” non viene negata la leccatina (brrrr…). A quanto pare nulla “fa schifo”, quel che conta è portarlo alla bocca e dargli almeno un’assaggiatina.
Se ragioniamo senza emozioni su questa fase, possiamo capire quanto sia sensata: il bambino assume piccolissime quantità di “sporco” (germi, chiamati anche antigeni) e li trasporta nel posto giusto: cioè nell’intestino, il quale è dotato di almeno tre quarti delle immuno-competenze e quindi luogo di primissima linea di immuno-training.
Non conosco i dati nel bambino, ma l’intestino di un adulto ha circa 200 metri quadri di superficie: un gigantesco tappeto di mucosa e di flora intestinale che svolge il suo quotidiano compito attivo di immuno-difesa e immuno-modulazione verso il mondo che entra nel nostro corpo, soprattutto attraverso il cibo e quello che il nostro bambino porta alla bocca per leccarlo, appunto, con una sorta di “gesto primordiale”.
A quanto pare il “principio di vaccinazione” esiste fin dalla notte dei tempi, e si esplica introducendo piccole dosi di germi nel corpo, in questo caso attraverso l’intestino, l’unico luogo che è stato concepito durante l’evoluzione che si è svolta nell’arco di millenni per affrontare questa immensa funzione indispensabile: attivare e ri-attivare ciclicamente le proprie difese immunitarie verso “l’altro”, che in medicina si chiama “non-self”, cioè il “non-nostro”, quindi se volete il “nemico”; da neutralizzare appunto.
Riassumo: la maggior parte dell’attivazione delle immuno-competenze avviene lungo la parete intestinale, appositamente attrezzata. Mi fermo con queste pochissime indicazioni di massima: l’argomento è piuttosto complesso. Chi volesse approfondire, può leggere qui.
Le immunocompetenze di un bambino di 3 mesi sono ancora del tutto immature ed inesperte; proprio per questo motivo, e perché non ha ancora svolto la sua naturale auto-attivazione immunitaria attraverso l’intestino, il bimbo viene naturalmente protetto attraverso il latte materno.
Documentatevi qui sulle sostanze contenute in una fiala di vaccino; è un breve capitolo dal libro: “Le vaccinazioni pediatriche” del Dottor Roberto Gava, autorevole esperto e critico in materia di vaccinazioni.
Insomma, è così che a soli 3 mesi di vita inneschiamo un atto di immuno-stress super-anticipatorio; un po’ come se facessimo rotolare una palla da calcio verso il rampollo, nella speranza che gli dia un bel calcio di parata… il piccolo nemmeno è in grado di gattonare! Oppure come se gli mettessimo una cuffia nelle orecchie con voci di tante lingue diverse sperando che parli prima e ovviamente diventi poliglotta.
Ci sono bambini che sviluppano (di solito dopo il 2° o 3° vaccino) reazioni “calde” locali (rossore-infiammazione); oppure generali con febbre più o meno alta: si tratta di bambini che hanno il sistema immunitario già piuttosto reattivo, magari ancora in erba, ma reattivo, e personalmente, fra tutte le reazioni avverse, sono quelle che preferisco. Se in questi casi somministriamo anti-infiammatori o antipiretici, non facciamo null’altro che una sorta di “cosmesi” dei sintomi: in realtà imbavagliamo il sistema immunitario, cioè lo raffreddiamo e quindi lo rendiamo sicuramente meno efficiente.
Non dico di non abbassare in nessun caso la febbre, o di non utilizzare mai anti-infiammatori, naturali o chimici che siano; in linea di massima però gli antipiretici sono dei “cosmetici” per i sintomi (i quali, invece, ci segnalano il reale stato delle cose) oltre a non essere per nulla innocui, specie per il fegato, su cui gravano anche per accumulo. Se non lo conoscete ancora leggetevi il mio post sull’utilità della febbre.
Altri bimbi possono avere reazioni del tutto opposte, cioè di tipo “freddo”: insonnia, urla, ritardi motori, arresti di crescita, disordini ormonali, sindromi autoimmuni. Le statistiche dicono che sono rare (e ci mancherebbe che fossero anche frequenti), ma esistono purtroppo, e ne ho viste veramente tante in questi anni; francamente ai genitori a cui sono capitate non interessano le statistiche.
Ho notato comunque che, nel caso di danni da post-vaccino, c’è spesso a monte la seguente infelice combinazione:
1. si vaccina molto presto (a 2-3 mesi di età);
2. il bambino è allattato solo artificialmente;
3. il bambino prende presto e frequentemente farmaci anche per affezioni banali;
4. la madre (di solito è proprio lei) nota dopo le prime vaccinazioni piccole differenze nel sonno o nel comportamento del bambino, che però non vengono prese seriamente in considerazione, e si procede con il calendario e le dosi successive;
5. si vaccina in fase di “convalescenza” dopo una patologia importante. La convalescenza ha perso la sua funzione fondamentale (ripristino autonomo e graduale delle proprie forze). Il bambino viene dichiarato guarito in assenza di sintomi. In passato la convalescenza era sacra, soprattutto per i bambini;
5. si somministrano tutti i vaccini, sia quelli obbligatori che quelli facoltativi, a calendario serrato (tutto il prima possibile).
Questi cinque punti rappresentano a mio avviso una combinazione potenzialmente pericolosa; solo valutazioni mediche accurate, attente e ad personam possono rendere conto del giusto procedere ultra-delicato. Trovo irresponsabile l’approccio standard e consueto. La regola d’oro sarebbe che ogni singolo caso andasse ragionato e valutato comunque e sempre a sé, naturalmente insieme ai genitori.
Abbiamo urgentemente bisogno di tornare al buon senso, che include esperienza, scienza e spirito umanistico di condivisione delle decisioni da prendere. Un essere umano ha risorse e capacità individuali innate, e/o nel tempo acquisite, come del resto ogni altro essere vivente sulla terra e nella società, come i polli, le mucche, e perfino i topi da laboratorio. Che non sono uguali nemmeno loro.
Tempo fa un’anziana contadina mi disse che una delle sue mucche dal carattere nervoso, e aggressiva, reagiva sempre meglio alle malattie rispetto a quelle più miti e con un carattere sul depresso. Formulate voi stessi le vostre considerazioni.
Queste nozioni di cui sopra le conosce ogni medico dopo un po’ di anni di esperienza, se ha voglia e la consuetudine di osservare e tenere conto anche del carattere e delle abitudini del singolo malato e non solo della sua “patologia.
I genitori e i nonni
Ahhh, che capitolo spinoso. Di solito i familiari sono di opinioni contrastanti sulla questione delle vaccinazioni, e questo non facilita certo le decisioni da prendere. Nel mio ambulatorio vengono persone che vogliono sentire un altro (di solito il terzo) parere.
Negli anni ho osservato ogni tipo di disaccordo nelle famiglie: la classica “costellazione” è che i nonni farebbero anche il vaccino contro brufoli e pidocchi; direi a causa dell’impatto/influenza della televisione, il grande amplificatore delle paure e delle verità di turno.
Quando i genitori mi chiedono se vaccinare o meno, consiglio loro di informarsi accuratamente (partecipando a conferenze sul tema, leggendo libri, andando in rete, chiedendo spiegazioni agli esperti, medici di varie impostazioni eccetera); di ragionare, di studiare l’argomento a 360°, prendersi del tempo per riflettere e ragionare, affrontare le proprie ansie, farsi magari qualche notte insonne; insomma di operare una scelta ragionata e consapevole.
Personalmente consiglio di aspettare almeno l’anno di età, perché il bambino è più forte e il sistema nervoso e immunitario è un bel po’ più maturo.
Del resto è comunque corretto e sensato che i genitori decidano in cuor loro solo dopo essersi informati molto bene, nello stesso modo in cui si decide se comprare o meno una bicicletta, una fionda, o mandare il figlio in gita con i boyscouts, o lasciarlo arrampicarsi su un albero.
L’importante è essere ben coscienti che chi firma, conferma le proprie responsabilità, come in banca quando si sottoscrive un contratto per il mutuo. A pensarci, la situazione ha dell’assurdo: lo Stato obbliga, il pediatra consiglia (e spesso minaccia, se vengono espressi dei dubbi), il genitore firma; e se succede qualcosa non è colpa di nessuno, oppure si dà volentieri la colpa a qualche “gene cattivo”, “attivato” dalla vaccinazione.
Che altro dirvi! Negli anni di ambulatorio ho notato che le persone che decidono di rifiutare le vaccinazioni fanno anche altre scelte oculate; svezzamento e alimentazione naturale e biologica, scelte intelligenti per il tipo di giochi e gestione del tempo libero (all’aperto), scelte scolastiche impostate sulla ricerca dei propri talenti (scuola montessoriana, antroposofica, scuola parentale), vita familiare semplice ma condivisa, eliminazione di televisione, videogiochi e simili, vacanze basic (all’aperto) tipo campeggio, agriturismi, trekking e simili. Come si può immaginare questi bambini sono forti, intelligenti, reattivi e attivamente sani. La somma delle singole cose fa la differenza.
Il pediatra e il sistema sanitario
Il pediatra ha sempre meno possibilità di scelta: applica protocolli, ha (purtroppo) spesso pochissimo tempo (anche per sentire/leggere altre posizioni), è stressato, frustrato, magari perfino preoccupato; e se in passato c’erano parecchie differenze di approccio tra un pediatra e l’altro oggi sono (per forza) piuttosto allineati con i protocolli del sistema sanitario di cui appunto fanno parte.
Queste personali considerazioni derivano da chiacchierate con colleghi, magari a cena o durante qualche seminario; certamente non ho sotto mano dati statistici sulla felicità professionale dei medici pediatri del sistema sanitario nazionale (metto le mani avanti: c’è sempre chi mi chiede la statistica delle mie affermazioni).
Una cosa è certa: la medicina accademica si è trasformata in una macchina gigantesca piena di protocolli e controllori. E l’ars medica dove si colloca? Non viene praticamente più insegnata, ahimè. Anche se non è sparita del tutto, grazie al cielo.
L’industria farmaceutica
Sappiamo tutti che l’industria farmaceutica è come un gigante con infinite teste. È costituita da aziende, e come tutte le aziende vogliono ottenere profitto. In termini economici il malato cronico è il miglior carburante (cliente ideale) per un sistema che si basa sui soldi.
Se entriamo in un qualsiasi ospedale, il 60-70% (forse anche di più) dei pazienti ricoverati potrebbero stare molto meglio o addirittura guarire cambiando semplicemente e profondamente il loro stile di vita; ma chi paga il tempo al medico per invitarli a fare questo? Non bastano certamente fotocopie con dei consigli pre-impostati.
Prima ancora di recarvi in farmacia o in erboristeria, ricordatevi che la salute si conquista con l’impegno e la volontà; con il movimento all’aperto, l’alimentazione sana, e un modus pensandi e agendi equilibrato e propositivo. Siamo spesso troppo pigri e magari anche sconfortati, spaventati, stanchi, frettolosi e abitudinari (tremendamente abitudinari direi), ed è più facile e veloce mandare giù una medicina sintomatica; e poi ovviamente dare la colpa ai germi, agli allergeni e ai geni, piuttosto che impegnarci in prima persona in una ricerca sulla nostra salute, che rappresenta un processo dinamico, continuo. Conoscitivo ed evolutivo.
Spesso i genitori mi dicono che “hanno preso il virus” dal figlioletto, che a sua volta lo ha preso all’asilo. E allora rispondo loro che la causa è probabilmente ben di altro genere: non dormire bene la notte da almeno 4-5 anni e non passare una sola domenica sul divano a “far niente”. Poi il germe magari fa il resto!
Lo Stato
Secondo il mio sentire e ragionare la partecipazione dello Stato alla salute dei suoi cittadini dovrebbe manifestarsi attraverso i seguenti punti:
- Creare e promuovere ambienti sani, verdi, puliti, non inquinati;
- gestire e costruire scuole sane, spaziose, dove si apprende (termine che deriva da prendere! con le mani) tutto quello che serve per diventare adulti sani, autonomi, equilibrati, consapevoli, felici e responsabili;
- lo stato dovrebbe tutelare la famiglia e soprattutto le madri, che dovrebbero per esempio poter rimanere a casa quando un bambino è malato senza doverlo riempire di farmaci sintomatici e mandarlo al nido guarito solo a metà, soltanto perché rischiano di perdere il lavoro, o giorni di ferie.
A questo punto permettetemi una piccola fantasia eloquente: se i politici, per una strana variante evolutiva-biologica, facessero i figli, immaginate le leggi che verrebbero emesse all’istante per tutelare questo “importante compito”: fare i figli per la società, i futuri cittadini, che pagheranno un giorno le tasse e gli stipendi dei suddetti. Ci sarebbero ferie (retribuite) per tutta la durata della gravidanza, e sicuramente per un lungo periodo post-parto, premi per ogni figlio, e via immaginando! Ho usato questa immagine per tagliare corto sull’argomento; siamo tristemente lontani da proposte umanamente ed eticamente ragionevoli.
Per fortuna c’è chi dà comunque il meglio di sé: sono insegnanti e ricercatori di tutte le discipline; idealisti consapevoli innamorati della vita e delle sue varietà. Sono attivi per esempio nell’educazione parentale, in progetti di bimbi-trekking, giochi veri e all’aperto (e non “ammazza-tempo”); nell’educazione sull’alimentazione, sull’abitare e sul vivere sostenibile.
Si chiude il sipario del nostro teatrino virtuale; l’interazione fra i protagonisti rimane aperta: ognuno di noi costruirà il proprio piéce du teatre. Se siete arrivati fino qui, grazie della condivisione; per approfondire tanti altri aspetti potete consultare qualcuno dei link che vi metto qui di seguito; il materiale è moltissimo, purtroppo, ma la mole di ciò che c’è da sapere non deve spaventarvi. Organizzate magari qualche serata collettiva di full immersion, affrontate con lucidità e con maggiori conoscenze le vostre paure. Ricordate la matematica? Finché non la si conosce bene, o almeno benino, ci fa paura. Lasciate poi decantare le vostre domande, paure e ricerche per un po’ di tempo. Se riuscite, appellatevi anche all’intelligenza del vostro cuore. Il cuore ha un’intelligenza del tutto particolare, che dobbiamo ancora comprendere, ma soprattutto bisogna sperimentarla in prima persona fino in fondo. A mio avviso il cuore coniuga il cervello (ratio) con la profondità della “pancia” (istinto, intuito): ne risulta una competenza e consapevolezza più ampia, che tutela la vita in senso lato, e ci fa crescere come esseri spirituali.
L’uomo è molto di più di una mera persona in carriera che non si deve ammalare mai. Come ho già sottolineato all’inizio, la salute non è la semplice assenza di malattia, o esami ematici alterati; ma piuttosto un principio dinamico, interattivo che va guadagnato con impegno e responsabilità. In questa ottica la nostra salute rappresenta un’oculata scelta quotidiana.
La scienza è conoscenza organizzata
La saggezza è vita organizzata
Immanuel Kant
link critici verso le vaccinazioni:
Eugenio Serravalle
Roberto Gava
Comilva
Alister
Edizioni Salus
Gruppo Assis
Bambino naturale
Tremante
Condav
Corvelva
info vaccini
Vaccinare informati
Apprezzo moltissimo questo scritto che rispecchia il mio stile di vita!!! Grazie di avermi regalato gioia questa sera leggendo le vostre parole.
Cara Sabine, lei supera sempre le mie aspettative. Un bellissimo post sui vaccini che parla pochissimo dei vaccini in sé, e mette al centro l’essere umano, il funzionamento del corpo nel suo complesso e nella sua complessità, per aiutare a una vera riflessione consapevole…
Grazie sempre
Bukowski dice che mentre l’intellettuale complica il semplice, l’artista rende semplice il complicato.
Allora cara Sabine, grazie sempre di seminare le tue competenze di medico con la passione d’artista.
L’immagine è splendida
Ho letto proprio ieri sera: “Se qualcosa dei vostri processi [di trasformazione] ha l’aspetto di una malattia, riflettete che la malattia è il mezzo con cui l’organismo si libera dell’estraneo, allora bisogna solo aiutarlo a essere malato, con tutta la sua malattia, che scoppi, poiché questo è il suo progresso” è Rilke, nelle Lettere a un giovane poeta. !!
Cara Sabine Eck, sono neuropediatra. Per quanto io la stimi in genere per altri suoi articoli, questo suo post mi lascia molto delusa. Da parte di un medico che affronta il tema delle vaccinazioni infantili, non possono infatti non essere trattati alcuni aspetti fondamentali: 1) quello che la vaccinazione e’ attuata nell’ambito della sanita’ pubblica, dove l’interesse e’ quindi la protezione di una comunita’ anziche’ del singolo individuo: se e’ vero che molti individui possono crearsi delle difese adeguate, e’ altresi’ vero che altri (bambini molto piccoli, soggetti con malattie immunitarie o, guarda caso, neurologiche) non possono farlo e la protezione di questi ultimi la si raggiunge comunitariamente sottoponendo a vaccinazione gli altri membri della societa’; 2) quello che alcune malattie, come ad esempio il morbillo, sono si’ malattie esantematiche e non gravi se contratte in eta’ > di un anno, ma possono rivelarsi letali nei bambini molto piccoli (esperienza personale di ben due pazienti deceduti negli ultimi anni a causa di mancata vaccinazione), ed e’ per questa forma che si e’ reso necessario il vaccino.
Tutti questi aspetti sono quelli che in primis hanno portato al calendario vaccinale che noi conosciamo -e che ha un suo razionale ben preciso- e che cerchiamo di fare applicare nonostante la crescente disinformazione.
Mi rincresce dirlo, proprio perche’ la seguo e la stimo soprattutto per altri aspetti quali quelli dello svezzamento, ma questo post e’ purtoppo disinformazione. Non perche’ i dati che fornisce siano sbagliati, anzi, ma perche’ ne esclude altri, essenziali, che nella valutazione di un argomento come quello delle vaccinazioni non possono e non devono essere dimenticati.
La saluto cordialmente
Gentile Dottoressa Roberta La Piana,
posso essere d’accordo sulla sua argomentazione da specialista (visione verticale) in questione e che deve proteggere certi piccoli pazienti con deficit immunitari e che non possono subire vaccini o incontrare determinate patologie come appunto il morbillo.
Sono anche d’accordo che il morbillo sotto l’anno è molto pericoloso…ma non solo il morbillo; ben per questo la madre dovrebbe idealmente avere gli anticorpi (autoprodotti da malattia fatta e superata nella sua infanzia).
Infatti abbiamo innescato da tempo una lunga catena causale dove vedremo i risultati nelle prossime due generazioni: figli nati da madri malate cronicamente e che assumono farmaci dall’infanzia (asma-allegie-diabete-patologie reumatiche-autoimmuni-disordini metabolici e via dicendo). Vedremo.
La mia visione è di tipo trasversale; mi preoccupo del tessuto connettivale nel nostro corpo, della linfa, della materia bianca; del principio nutriente, ri-organizzante e curativo (vagotono) che si potrebbe chiamare anche principio femminile… dove vengono assorbiti, depositati, eliminati al meglio le tossine moderne.
Se pensiamo p.es. quanto è cresciuto il ramo della reumatologia (connettivo!); pazienti sempre più giovani-sempre più nomi e classificazioni specialistiche-sempre le medesime soluzioni (soppressione farmacologica che a sua volta deprime le capacità di autoregolazione della matrix-connettivale)
Quindi non sono d’accordo sul suo giudizio che il mio scritto sia “disinformazione”; piuttosto è una raccolta di altri punti di vista (di tipo orizzontale) che di solito vengono tralasciati.
La “croce della conoscenza” dovrebbe usare sia la visione specialistica/verticale che quella interdisciplinare/orrizzontale.
Le università hanno un’approccio verticale – l’universa.ali.tà ha la visione orizzontale…per certi versi ha le *ali* della supervisione
Se usiamo solo la prima succede che si impara/studia sempre di più di sempre di meno finché non si comprende più la intima relazione fra i vari mondi e le varie discipline.
Urge il ripristino di una facoltà di *Studio Universale*.
Da bambina ero mancina,ma poi mi hanno corretta subito… ma quando ho scavato con le proprie unghie le mie vere radici e ho visto/intravisto nel mio lavoro anche le radici degli altri, allora la ricerca trasversale è diventata la mia passione. Mi permetto il lusso di “collezionare” storie di persone che guariscono da malattie definite “inguaribili” attraverso scelte e ricerche personalissime, a volte strane a volte sistematiche… ma sempre lavorano sulle radici della vita.
Vaccinare quindi la popolazione sana(che completamente sana non è) per sradicare dalla faccia della terra una manciata di malattie e proporre questo come prevenzione non riesce convincermi… La met-analisi delle malattie croniche dice che sono in crescita.
Non so quanti anni ha Roberta, i ho compiuto da poco i 57, inizio essere “grande”. Nella mia classe al liceo c’era un bambino asmatico e una ragazza che portava gli occhiali da vista (e un’altra che le aveva/voleva-ma erano finte solo col vetro !). Il ragazzo asmatico ci sembrava un marziano perché non sapevamo bene cosa era.
Ora essere asmatici o almeno allergici è quasi “normale”. Infatti le “mamme più stupide” si vantano in aprile d’avanti alla scuola che il figlio è al 5° antibiotico da gennaio… anziché farsi certe domande.
A volte vedo bambini di 8-10 mesi con cartelle cliniche alte 15 centimetri… e non dormo poi la notte perché mi passa d’avanti la fila dei farmaci, vaccini, latti artificiali, ospedalizzazioni,genitori disperati; letteralmente sospesi dalla paura.
Non sono contro i vaccini in assoluto… ma nei primi 2/3 anni il bambino ha bisogno di altro e ancora in pochi ne diamo il giusto valore: aria aperta-cibo sano-adulti accudenti e non educanti (su 10 frasi 8 iniziano con il termine “no”).
Sono profondamente preoccupata Roberta. Manca una accurata visione inter-disciplinare che istruisce lo stato e i suoi cittadini sulle fondamenta della salute: movimento-spazi sani-alimentazione equilibrata-luce solare(!)-felicità di scoprire e sperimentare se stessi-creatività autogestita-cura (accompagnamento) delle malattie che nei primi sette anni dovrebbero essere unicamente febbrili.
La cronicità come “stato normale” dell’ attuale infanzia è la cartina tornasole dei nostri errori e della dis-cultura in senso lato; che ha sostituito spesso la qualità con la quantità e la massificazione.
Ragioniamo ormai solo in termini di patologia e di paura della patologia.
Se eliminiamo quindi un virus(potenzialmente pericoloso)…ci sono altri 20 in fila ad attendere; visto che la materia vivente è quell’ incredibile macro-composto di micro-organismi.
Ragioniamo p.es. solo un’attimo sui nostri Mitocondri; ex-batteri, simbionti alleati indispensabili della nostra salute con tanto di autonomia cromosomica… certamente non immuni a trattamenti farmacologici… e loro sono gli unici generatori dell’ energia del nostro corpo!; quindi sono ben da coccolare :-)
Una mia paziente p.es.è stata chiamata dall’ospedale per fare il vaccino anti-influenzale; aveva appena finito una chemio + radioterapia…allora mi chiedo con quale metro si misurano le varie immunodeficienze.
All’ università (Bologna-anni ’80) ho imparato che la salute è innanzitutto il felice frutto dell’invenzione delle fogne(acque nere) e dell’acqua potabile (acque bianche), una casa sana e cibo di qualità e a sufficienza…e non dalla invenzione dei farmaci.
Immaginiamo una città come Bologna con le fogne saltate e mescolate alle acque bianche… mi risparmio la descrizione.
Vedo veramente tutti tipi di patologie da oltre 25 anni: dal neonato all’ 80enne e indago sempre molto attentamente. La patogenesi e la fisiopatologia erano i miei pallini già all’università; indago perché devo comprendere le radici di una malattia acuta o cronica che sia. Non mi è sufficiente dare la colpa al virus/battere o gene di turno.
Guardo la costituzione, il metabolismo. l’ alimentazione, la forma mentis, uso/abuso di farmaci, la vita sociale… è un lusso che richiede molto tempo; ma non riesco farne a meno-sono troppo curiosa.
Questo mi ha trasformato per certi versi in un medico radicale; nel senso di *radix*. Desidero comprendere perchè le patologie croniche sono così cresciute negli ultimi 20-25 anni. Sono le mamme sempre più stressate, l’inquinamento, l’alimentazione, lo stare sempre dentro, l’abuso di farmaci??… sono convinta che ci sia di tutto un po’.
Per comprendere e valutare la qualità di uno stile di vita sociale, medico e culturale dobbiamo arrivare al 99enne; 3 volte 33 anni, ovvero 3 generazioni (lo spiego per chi legge e magari non sà come si calcola in medicina una generazione). Difficile oggi; visto che le innovazioni si rincorrono sui calcagni e non c’è tempo per farli sedimentare.
Immaginiamo per un’attimo le scatole dei farmaci che assume un bimbo asmatico nell’arco di un solo anno!… figuriamoci quanti sono dopo 10-15 anni…Oggi è normale prendere medicine per ogni sintomo(!) per decenni e trovarsi poi magari con una patologia autoimmune a 30 anni.
Come medici, mamme, padri di famiglia e futuri nonni e bisnonni dobbiamo farci a mi avviso sempre molte domande; senza stancarci mai. Cosa è successo che la comunità infantile è piena di patologie croniche e che la tendenza sia crescente in maniera preoccupante. Non c’è una mono-colpa… ma tanti nodi(errori) vengono al pettine.
Ormai mi ripeto (un commento così lungo si può solo fare in casa propria), e me ne scuso-ma la chiave del mio post sta in queste domande e nella mia preoccupazione.
Lei mi racconta anche di due bimbi deceduti perché non erano stati vaccinati; mi risparmio di descrivere i casi che conosco personalmente di decessi dopo le prime vaccinazioni… possiamo ognuna elencare casi su casi… poi ognuna elencherà delle statistiche a proprio favore; ma quello che potremo fare è ragionare su ogni singolo(!) caso per comprendere poi la *somma* delle molte cause e concause; le radici complesse di ogni singolo caso.
Un “vaccino non fatto” oppure un “vaccino fatto” non bastano a mio avviso per ragionare e meditare su una tristissima morte infantile.
La medicina dovrebbe anche ragionare sulla base della linea di Fibonacci (che è il calcolo per esempio della moltiplicazione dei batteri in un terreno adatto o i tempi di reconvalescenza… o l’esplosione di una epidemia… ma anche la rigenerazione di un’intera popolazione creando magari spazi verdi e accorciando le ore scolastiche)… la Statistica produce ragionamenti lineari… Fibonaccio visioni circolari.
Il problema delle vaccinazioni è incredibilmente complesso Roberta; ma lo standard mi spaventa, non possiamo mettere a tutti le stesse scarpe… per questo motivo difendo l’ approccio ad personam.
La medicina deve riscoprire anche la sua nobile anima dell’ Arte; attraverso gli studi sulla Saluto-Genesi non farmacologica per esempio e il ripristino di responsabilità condivise e di sentiti rapporti umani.
Infine vorrei ringraziarLa di cuore per il suo punto di vista da specialista e per il suo tono gentile, non offensivo e per aver commentato con il suo nome e il suo cognome.
L’ho apprezzato moltissimo, e sarebbe bello poterLa incontrare un giorno anche di persona.
:-)
Cara Sabine,
la ringrazio per la sua risposta e per la volonta’ di confrontarsi. Non tutti lo fanno ed e’ ammirevole.
Posso capire il suo punto di vista, alla luce del suo percorso formativo e lavorativo.
Sono d’accordo che si assiste ad un incremento delle malattie croniche. Croniche, appunto.
Se si osservano le curve di mortalita’ legate a malattie negli ultimi secoli, si osserva che l’unica riduzione significativa ed importante nei tassi di mortalita’ e’ avvenuta proprio con l’introduzione di antibiotici e vaccini.
Detto in parole povere, l’unico vero successo della medicina e’ quello contro le malattie infettive.
Anche il riferimento che fa lei alla costruzione della rete fognaria ha proprio a che fare con la conseguente riduzione delle malattie infettive, ma non da sola, ovviamente, a meno che lei voglia attribuire alla rete fognaria anche la scomparsa di malattie non trasmesse per via oro-fecale…
Sono d’accordo nel dire che sicuramente serve un approccio piu’ incentrato sulla prevenzione (magari!), e anche piu’ olistico, e’ quel che sostengo anch’io, ma alla luce del dato arcinoto riportato sopra, sulla riduzione della mortalita’, quel che mi chiedo e le chiedo e’:
Davvero vogliamo buttare alle ortiche gli unici indubbi successi di decenni di ricerca della medicina tradizionale?
Davvero vogliamo veder ricominciare a morire bambini per malattie che potrebbero essere debellate visto che ne abbiamo i mezzi? Se si’, come lo dice lei ai genitori? Guardi ci sarebbe il vaccino, ma prendiamoci questo rischio?
Ok che altre malattie infettive compariranno, ma per quelle che gia’ ci sono, davvero vogliamo sentirne ancora parlare?
Io no.
Io voglio poter dire alle famiglie che possono non preoccuparsi piu’ per malattie per cui c’e’ il vaccino.
Io non ho la sua esperienza. Ne ho un’altra, differente. So che, quando in ospedale abbiamo visto il primo caso di encefalite da morbillo, i miei colleghi piu’ anziani non ne avevamo mai visti in decenni di attivita’. L’unico ad averne ricordo era il primario 75enne, dai suoi primi anni di lavoro.
Io ringrazio i miei genitori e la loro generazione e quelle che l’hanno preceduta per essersi sottoposti, a tappeto, al vaccino del vaiolo. Io non ho piu’ dovuto farlo, proprio perche’ il vaiolo oggi non esiste piu’. E che bello poter pensare che nessuno al mondo morira’ piu’ di vaiolo e nessuno dovra’ mai piu’ vaccinarsi per quello.
Sinceramente parlando, non vorrebbe anche lei poter dire la stessa cosa un giorno per tutte quelle malattie per cui oggi esistono vaccini?
Poter tra dieci anni dire ai genitori che si’, non e’ piu’ il caso di vaccinare i bambini per difterite e pertosse, perche’ quelle malattie non esistono piu’, grazie anche al fatto che altri genitori prima di loro hanno deciso di dare fiducia ad una scienza che gli proponeva di allearsi vaccinando i loro figli?
Io si’.
In questo modo potremmo, finalmente, occuparci di altro.
La ringrazio ancora per il confronto, non le rubo altro spazio, e la saluto cordialmente,
Roberta
PS Alcune precisazioni, proprio per evitare la disinformazione, per chi dovesse leggere:
– ritengo piuttosto sbagliato paragonare i casi da me riportati di decesso per malattie infettive ad altri che lei ha osservato dopo un vaccino. In un caso si parla di causalita’, nell’altro si parla di concomitanza. In un caso si parla di malattie che potenzialmente possono causare epidemie, nell’altro di casi isolati che non costituiscono una popolazione.
– i mitocondri, di derivazione probabilmente batterica, sono entrati a far parte delle cellule eucariotiche qualcosa come un miliardo di anni fa, epoca in cui l’uomo ancora non esisteva…
– e sempre sui mitocondri, immagino lei intendesse autonomia genetica (peraltro non completa, anzi) e non “cromosomica”, dal momento che il DNA mitocondriale e’ organizzato ad anello e non in cromosomi.
Scusi, ho fatto un po’ la rompiscatole puntigliosa e non mi piace, ma credo sia giusto riportare informazioni il piu’ possibile corrette.
Gentile Roberta,
non ho null’altro da aggiungere
discutere via web ha i suoi limiti che vanno rispettati
Grazie per la precisazione sui mitocondri; essere puntigliosi non è affatto un difetto se non usato da parte della punta.
Temo che siamo comunque (passionalmente) convinti ognuna sui propri punti di vista;
Lei dà preferenza al modello bellico; combattere il nemico idealmente in anticipo, mentre io dò preferenza al sistema di simbiosi e la collaborazione fra micro e macro sistemi.
Quasi quasi un remake della vecchia disputa fra Louis Pasteur e Claude Bernard…
Ma per fortuna siamo donne; e credo che non avremo problemi condividere una bella cena salubre, scoprire idee in comune e buttarci poi in un’ animata discussione su batteri, virus, milieu interieur ed omeostasi.
con stima
Sabine
http://www.informasalus.it/it/articoli/riflessione-personale-vaccini.php
La ringrazio per la gentilezza e per l’invito ad un confronto non su internet ma ad un tavolo. Non vivendo io in Italia, ma letteralmente dall’altra parte del mondo, mi sa che sara’ difficile. Ma in ogni caso grazie.
Leggo con molto interesse questo articolo e il successivo dibattito. In pratica la storia di quanto ho vissuto sulla mia pelle dopo la nascita di Matilde 9 anni fa.
La scelta per la vaccinazione completa (esavalente) di cui 4 obbligatorie e 2 facoltative e per giunta all’età di 3 mesi, mi creava uno stato di ansia fortissima. Ho preso tempo. Mi sono informata e contro-informata.
Da parte del sistema sanitario ho ricevuto documentazione sui tipi di vaccinazioni ma non contro-informazioni sulle eventuali contro-indicazioni (a parte alcune cose trasmesse verbalmente). Mi sono informata sulle malattie che venivano prevenute: tetano-difterite-poliomelite-epatite B OBBLIGATORIE e pertosse e un ceppo di meningite nelle FACOLTATIVE.
Mentre prendevo informazioni-decisioni, il vaccino di epatite B è stato ritirato due volte dal mercato e reimmesso obbligando a chi si era già sottoposto alla vaccino a ripeterlo.
Inoltre ho domandato se si poteva affrontare solo alcune di queste vaccinazioni “spacchettando” le obbligatorie. Molto difficile, hanno vaccini antitetanici singoli contati. Questa “chiusura” mi ha fatto sorgere qualche sospetto. Forse non è solo la nostra salute ad essere tutelata, ma anche interessi di qualche casa farmaceutica? Vaccino contro Epatite B è stato immesso dall’allora ministre De Lorenzo e sappiamo tutti quanti soldi ha intascato.
Ho vaccinato mia figlia contro il tetano e poliomelite. Non mi sento una irresponsabile. Sono nata nel 68 ho contratto morbillo-rosolia-varicella-orecchioni. Fratelli contagiati da fratelli. Se vivessimo in una società dove alcune persone per interessi economici non guardano in faccia a nessuno sarei d’ accordo al 100% con la d.ssa Roberta quando afferma che il sistema sanitario tutela la nostra salute. Attualmente non è così.
carissima Clara, rispondo un pò tardi; ma a volte mi perdo nel “troppo”. Grazie per l’apprezzamento e la gioia condivisa :-))
Grazie Valeria per questo commento oculato; è proprio vero che ho dato peso “all’ essere umano”. Il contesto è importante quanto l’ argomento su cui si ragiona.
La ciotola vale quanto il suo contenuto :-))
ohhh, Rossella da Bukowski a Rilke!… un’arco azzardato… mi piace! Grazie del commento da poetessa.
La metafora è l’emoglobina dell’artista che nutre tutti gli organi nella medesima misura :-))
grazie Serena!
Marina, grazie della testimonianza personale.
Il mio conoscere si nutre ogni giorno attraverso lo studio delle storie individuali.
L’Università mi ha dato l’ impalcatura della conoscenza… ma grazie ai vostri racconti dettagliati posso continuare la mia formazione in coscienza giorno per giorno :-)
Grazie per l’interessante articolo.
Il mio bimbo ha 2 anni e dopo i primi vaccini, ho notato che dormiva peggio la notte ma soprattutto aveva continue recidive di malattie bronchiali che il pediatra curava che il mitico trio: cortisone, antibiotico, paracetamolo. Quando mi ha proposto i broncodilatori da dare ogni giorno come unica cura, ho cambiato pediatra, ho interrotto i vaccini e provato una cura omeopatica che ha funzionato dopo qualche mese.
In un anno ha preso una sola febbre, che ho fatto sfogare seguendo anche le indicazioni del suo interessante articolo dedicato. Dopo una sola nottata a 39.5 la mattina dopo il bambino non aveva più nulla.
Per i vaccini l’unico che attira la mia attenzione è quello per la meningite meningococcica B, il famoso Bexsero.
Qualche conoscente l’ha fatto fare ai bambini, sotto consiglio pediatrico, ma da quello che leggo in giro è in via sperimentale.
ha qualche informazione da fornirmi?
grazie
cara Leilè, grazie delle testimonianza (che trovo simile a tanti racconti che ho raccolto in tanti anni di lavoro).
Per il “famoso” Bexsero non ho indicazioni particolari da dare; poi non dò mai consigli specifici senza conoscere l’intera situazione.
Posso solo ripetere che bisogna informarsi, valutare… e poi decidere.
Nessuno è veramente in grado di decidere da fuori, a meno chè non si tratta tutti uguali. Ogni caso va preso a mio avviso singolarmente, valutato con serenità … per poi decidere idealmente *insieme* con il medico/pediatra di vostra fiducia.
Grazie per questo utile e accessibile articolo.
La ringrazio anche per averlo scritto con toni gentili e senza estremismi.
La sua lucidità rende la lettura piacevole e condivisibile.
Per anni mio marito ed io ci siamo informati su vaccinazioni e salute, non posso certo avere le competenze di un medico, ma i nostri tre figli stanno crescendo tutto sommato bene, senza patologie ricorrenti (tranne per alcuni problemi legati ai denti) e senza necessità di assumere spesso farmaci. Intendiamoci, quando si è presentata la reale necessità, non ho esitato a somministrare l’antibiotico prescritto a mio figlio, ma è stata un’occasione eccezionale.
Sono contenta delle scelte che abbiamo fatto, pur mantenendomi aperta all’ascolto di altre opinioni, se esposte con garbato rispetto.
Grazie ancora per le sue parole.
Grazie Noemi Letizia per questo commento.
L’estremismo genera sempre e soltanto altri estremismi… Nessuno ha la verità in tasca… ogni decisione va cercata nel quotidiano, ragionata, pesata… e infine formulata insieme.
La vita è un’ arte… non è una marcia uguale per tutti.
Gentile Sabine, scrivo in questo post sulle vaccinazioni, ma avrei potuto farlo in altri in cui parla di sistema immunitario.
In merito alla relazione intestino-sistema immunitario (in particolare nei primi mesi/anni di vita), oltre ad una alimentazione il più possibile equilibrata, cosa ne pensa dell’assunzione di fermenti lattici (sia per adulti che per bambini piccoli)?
Grazie per la risposta e per l’interessante blog!
Salve Arianna, in linea di massima i fermenti lattici sono utili laddove noi adulti “mangiamo squilibrato”. Ce ne sono poi tanti tipi diversi. Senz’altro sono utili negli adulti, nei bambini piccoli solo su misura e solo in determinate situazione. Non ha senzo dare i Fermenti secondo il criterio “tanto, fanno bene, quindi le prendo” oppure in maniera “preventiva”.
Sorry se ho risposto solo ora!
Se mi concedete l’intrusione, vorrei suggerire di dare uno sguardo a questa banca dati che tratta l’argomento delle vaccinazioni cercando di spiegare a tutte le questioni poste: http://italiaxlascienza.it/main/datalink/vaccini/
Grazie Alessandro Mattedi, confrontarsi è una delle anime della ricerca.
Carissima Dottoressa,
ma qualcuno le ha mai comunicato che i vaccini suscitano una efficacissima risposta anticorpale e che la mamma vaccinata trasmette gli anticorpi al bambino esattamente come la mamma che ha contratto da bambina la malattia? E che quello che lei scrive è completamente errato?
in altre parole, visto che questo significa che lei non sa nulla di virologia, di vaccini e di immunologia, non sarebbe meglio astenersi dal dire corbellerie?
Roberto,
ero tentata a cestinare.
Commenti aggressivi non meritano risposte.
Chi conosce è pacato, ama comunicare e confrontare il proprio sapere.
Chi conosce si firma con nome e cognome.
allego voce autorevole
pagina 426 di vaccini e vaccinazioni Giorgio Bartolozzi Masson editore ediz 2002:
il livello anticorpale al parto delle donne vaccinate nell’infanzia è risultato inferiore a quello delle donne che avevano contratto la malattia naturale (De Seres; Griffin;German;Nates; Nates)…il ridotto tasso anticorpale dopo vaccinazione ha avuto come conseguenza un ridotto passaggio di anticorpi dalla madre al feto nell’ultima fase della gravidanza, quindi un minor livello di anticorpi specifici nel lattante e di conseguenza una minor durata di difese umorali (Maldonado; Dagan; Markowitz)
In una pubblicazione è stato osservato che tra i lattanti non vaccinati esposti al morbillo, si sono ammalati più spesso quelli le cui madri erano nate dopo il 1963 in confronto a quelli la cui madri erano nate proma del 1963 (Papania).
In un box a piè pagina:
I titoli in anticorpi neutralizzanti di 47 lattanti, le cui madri avevano avuto il morbillo vengono confrontati con quelli di 70 lattanti le cui madri erano state vaccinate (De Serres). Tutti i lattanti avevano anticorpi alla nascitae l’88%a 4 mesi. Ma a 8 mesi il 49% aveva anticorpi conto il morbillo nel gruppo delle madri che avevano avuto la malattia naturale, e nel 15% di quelle che erano state vaccinate.
Cara Sabine, la leggo avidamente da varie settimane.
Sono una mamma curiosa, critica, aperta e con la testa dura.
Vado quasi sempre oltre e ad un certo punto il mio cervellino va in fumo: troppi input tutti insieme, troppo da ruminare, a quando la digestione?
Sono assetata di sapere.
Da 19 mesi sono madre e l’oceano di informazioni da cui mi lascio bagnare è in continuo flusso. Sensazione splendida di conoscenza, consapevolezza e ampi orizzonti.
Ma passiamo al dunque….
Ho scelto di non vaccinare mio figlio e non ho un pediatra di riferimento, ovvero una figura professionale con la quale potermi confrontare.
Mi informo il più possibile per tenere lontana ogni forma di ansia o paura ma, si sa, con un figlio che è ancora fortemente dipendente da noi, è molto difficile mantenersi sempre sereni e sicuri.
In alcuni casi ho usato i globuli di placenta che con tanta cura e dedizione ho fatto preparare alla nascita ma non mi sento affatto preparata nel caso dovessero insorgere le prime malattie.
Onestamente non saprei come reagire ed è per questo che scrivo.
Morbillo, varicella, pertosse, etc.. SE dovessero arrivare, che devo fare?
Un libro che mi torna spesso utile è “La salute del bambino” di Goebel ma non mi basta.
Ecco, vorrei dei suoi approfondimenti/suggerimenti se fosse possibile.
Infine, come trovare qualcuno come lei a Zurigo o in Sicilia?
Vorrei individuare un bravo pediatra omeopata.
Lo so, lei è unica.
La ringrazio per gli innumerevoli spunti preziosi, tanti semi che non possono che germogliare rendendo tutto più bello e autentico.
Carissima Miro, grazie per aver aperto il cuore.
Lei rappresenta una “nuova generazione di madri” che vedo sempre più spesso in ambulatorio. Avete compreso che bisogna cambiare dalla base, siete delle viaggiatrici instancabili del web, avete una viva intelligenza… avete molte paure…e mancate ancora di esperienza pratica.
Le esperienze non sono innate(ovviamente). In passato c’erano le sorelle grandi, mamme, nonne, zie, amiche, vicine di casa… ma in questo momento storico cosi confuso, cosi pieno di cose inutili e assurde finalmente le mamme si svegliano alla ricerca di una nuova identità.
Coraggio! Ci vuole un pò di strategie: chiedere, chiedere, chiedere se ci sono professionisti della salute: in farmacia, in erboristeria, durante un corso di yoga…e incrociare le informazioni.
Importantissimo (direi vitale!) sono le amicizie femminili. Quando arrivano i figli si perde qualche amica, ma arrivano anche altre, diverse, più utili. Non tutti amano parlare di pannolini, vaccini, pappe, educazione, identità, frustrazioni varie. Ci sono gruppi di alattamento un pò ovunque, magari qualche ostetrica libera professionista che conosce medici che praticano la naturopatia… ci saranno argritourismi in zona,…da cosa nasce cosa.
Il libro di Goebel è un pò datato…è vero non basta da solo. Ma nessun libro in fondo è sufficiente, nessun sito internet… servono persone vere, esperienza,…e mooolto buon senso.
Con un pò di fortuna si trovano mamme che la pensano uguale.
Il mio consiglio: mai stare troppo da soli. Guardate le elefantesse, le lupe, le scimmie, le leonesse. Sono sempre in un gruppo di mamme.
Nel mio lavoro vedo tante madri esaurite,… la causa è spesso la solitudine nel prendere le decisioni, la mancanza di scambio culturale femminile. Il partner ci può spalleggiare… ma non carichiamolo troppo.
Ebbene si, cara Miro: sono unica, come ogni persona su questa terra… e meno male che è cosi!
Un carissimo saluto :-)
Oh cara Sabine, grazie del suo tempo!
Il tempo è una delle nostre risorse più preziose, se lo si accompagna all’ascolto è uno dei doni più importanti che si possa fare all’altro.
E’ vero: sono una mamma sola, persino senza compagno, dunque moooolto sola.
Ho conosciuto varie mamme in questo lungo periodo di permanenza all’estero ma l’affinità non c’è e dunque sono piuttosto la marziana dei gruppi. Mi guardano strano ma per fortuna alcune sono anche incuriosite…altri semini….
Troverò!
Il libro di Goebel che ho acquistato è l’edizione del 2008 che pare essere stata ampiamente riveduta e corretta.
Attendo nuovi suoi scritti.
Grazie ancora e buona primavera
ritorno sulla spinosa questione del vaccino MPR…ho vaccinato mio figlio senza esitazione nel caso dell’esavalente (anche se mi ero informata pochissimo e,tornando indietro,farei forse scelte diverse).
Per vari motivi invece rimando spesso il vaccino trivalente…i casi recentissimi di morte per meningite C a Empoli e per le conseguenze del morbillo a Roma mi hanno messo molta ansia..ma poi ho letto un po’ in giro in rete, e ho deciso di chiedere consiglio qui.
Si citano sempre le statistiche sulla mortalità delle malattie infettive,perchè non trovo dati sulla mortalità da vaccino??
Mi sembra di aver capito che il morbillo in sé è raramente letale, più gravi sono le sue conseguenze SSPE e MIBE . La SSPE è fatale e incorre in circa 1 caso su 1000 malati di morbillo e, mi sembra di aver capito, capita soprattutto in caso di soggetti immunodepressi.
Non sono medico ma ho un backgroud scientifico e i conti li so fare: ammesso che il bambino prenda il morbillo (io, non vaccinata,ho 37 anni e non l’ho ancora mai preso), avrà la probabilità di 1/1000 di contrarre la complicazione , soprattutto se immunodepresso.Se non lo vaccino non è detto si ammali, ma se lo vaccino ho la sicurezza di iniettargli un virus, e quindi ho sicuro una minima probabilità che le cose vadano male.Perchè non mi vengono dati i numeri relativi agli eventuali effetti collaterali??Perché non si conoscono i numeri dei decessi post vaccino??
Potrei capire la necessità di vaccinare contro una malattia mortaleo invalidante nel 5-10% dei casi(e su soggetti perfettamente sani ), ma in questo caso non capisco l’accanimento dei medici a favore della vaccinazione.
Perché dagli anni 90 il morbillo è diventata malattia gravissima mentre, quando ero bambina, era considerata al pari di varicella,rosolia e pertosse??
Mi piacerebbe sentire il parere della dottoressa Roberta a riguardo.
Io non sono contraria al vaccino in sé, ma voglio valutare i rischi e benefici in modo chiaro.
Vorrei inoltre un’altra risposta ,possibilmente da un medico :perché vaccinare le bambine contro la parotite e i maschietti contro la rosolia e non proporre ,invece ,vaccinazioni mirate per genere, stato generale di salute, ambiente di vita dei bambini?
Io penso, e continuo a pensare, che l’organismo umano deve imparare a guarire da solo, l’aiuto esterno serve solo nei casi di reale pericolo, nel caso di malattie altamente pericolose,contagiose,diffuse.
Una sola parola. GRANDE SABIN!!!! Disinformazione? Solo perchè uno esprime una veduta diversa dal gregge. Sabin se tutti i medici fossero come te, certamente ci sarebbero più sani che ammalati. Lo dico veramente! Grazie grazie non solo per questo articolo, ma per tutti i tuoi articoli, per il tempo che ci regali, e le conoscenze che condividi con tutti. Grazie
Buonasera , qualche tempo fa avevo letto il post riguardante la febbre nella pagina fb del comilva , oggi ho deciso di leggere tutto il suo blog e fin ‘ ora trovo tutto molto molto interessante e che mi conferma che le mie scelte non sono poi così sbagliate ! Ho 37 anni e ho una bimba di 8 mesi , allattata solo ed esclusivamente tutt ‘ ora al seno , portata sempre in fascia , ha sempre dormito con noi nel letto , abbiamo iniziato l ‘ autosvezzamento , un Po prima dei 7 mesi quando c ‘ erano tutti i presupposti per farlo , arrivo al dunque : non abbiamo vaccinato nostra figlia , viviamo in un piccolo paese , tutti qui vaccinano e hanno vaccinato , tutte le mamme del mio corso preparto con le quali ancora giornalmente ci sentiamo hanno vaccinato , parenti amici conoscenti hanno vaccinato , la mia preoccupazione è se i vaccinati sono untori e contagiosi come faccio a proteggere mia figlia ? Si parla di untori anche per pertosse , pollo oltre che per varicella morbillo ecc ? le risulta ? è capitato una volta di esserci radunate con i bimbi proprio per rivederci dopo il parto e quasi tutti i bimbi erano stati appena vaccinati con l ‘ esavalente , io sinceramente ho avuto paura , e ancora quando incontro altri bambini ho sempre il terrore che abbiano appena fatto i vaccini ! Mi scuso per il papiro , ma ora che l ‘ ho trovata credo sarà l ‘ inizio di una lunga serie .
Non è facile trovare un medico che comprende cosa sia la salute. Lei è uno di questi, cioè uno di quelli che è in grado di creare persone sane.
Complimenti e grazie.
[…] marcello su Le Vaccinazioni: paure, questioni e decisioni […]
Abbiamo anche urgentemente bisogno di medici preparati che sanno quel che dicono e citano fonti (ovvero studi scientifici, non libri di altri autori). Spero che la vostra coscienza un giorno vi dia un generoso richiamo. Spero anche che i vostri assistiti vi facciano mille domande in grado di scoperchiare i vuoti cosmici che si celano dietro il fascino della vostre parole a cui troppo spesso ahimè è difficilissimo sottrarsi (soprattutto in un Paese come il nostro dove il 70% delle persone è analfabeta funzionale, ergo facilmente impressionabile, convincibile…)
Cordialmente
Salve Sara,
grazie per la sua opinione franca. Non ho nulla da replicare. La verità è polifonica. Le auguro lunga vita per vivere molte esperienze autentiche e soprattutto in prima persona. Dal cuore :-)