Incontro spesso donne che mi raccontano le loro intime storie oncologiche fatte di tante domande, paure, sogni,lotte, speranze, rabbie, ricerche, illuminazioni.
Per me sono da sempre piratesse.
Molti anni fa, all’inizio della mia attività medica, mi facevano quasi paura, ma da quando lavoro, soprattutto dal punto di vista della saluto-genesi, ho imparato a rilassarmi e ad apprezzare il profondo insegnamento che ricevo a mia volta da tutti questi racconti unici.
Ogni donna ha il suo modo di raccontarsi, spesso colmo di toni grigi o neri, ma anche di colori brillanti, potenti, rosso-sangue, rosso-battaglia, rosso-amore…indipendentemente dal tipo della patologia oncologica.
Ho potuto assorbire col cuore incredibili viaggi: di come hanno trasformato la “bestia”, di come hanno saputo piantare semi dopo le battaglie, i campi e le terre bruciate, o come hanno saputo scegliere vie individuali, fuori dal coro,… a volte da sole, a volte accompagnate.
Ho assaporato romanzi come li sa ‘scrivere’ solo la vita, altre volte racconti brevi, asciutti, altre volte ancora favole complesse con orchi, streghe cattive e fate buone.
“Se solo avessero il coraggio di scriverle!” ho detto o pensato più di una volta.
Perché il problema di noi donne è che possediamo uno “strano-coraggio-multi-facce”:
1) coraggio per i figli, specie se hanno problemi (non importa quale)…, quindi una sorta di coraggio tipo “mamma cinghiale”
2) coraggio per le persone amate, ovvero coraggio tipo “la-cagna-da-strada-che-salva-cuccioli-di-qualsiasi-razza-essi siano”
3) il diffusissimo“non-ho-il-coraggio-di-cambiare-me-stessa” (finchè le cose vanno benino!) del tipo “Sono fatta male e tutti valgono più di me”
4) coraggio da piratessa quando le cose vanno male per davvero: cancro-carestie-catastrofi.
Per una strana legge (ancora da comprendere) le donne danno il meglio di sè quando le cose piegano al peggio.
Infatti, una volta che la nostra società ha risolto le morti legate al parto, la donna vive mediamente 8-10 anni più del sesso forte…, in quanto il principio femminile è dotato per sua natura di estrema capacità di adattamento, quindi di elasticità, e in ultimo di autentica metamorfosi.
Oggi vi presento Raffaella, bellissima donna-piratessa: qualche mese fa mi ha contattato via mail e guarda caso proprio dopo una conferenza “sul femminile/maschile”, per poi spedirmi a spese sue una dozzina del suo, come lo chiama lei, onco-libricino, pregandomi di donarlo alle donne che affrontano il lungo e difficile cammino oncologico.
Il suo bellissimo libricino racconta con semplicità, immagini e metafore, la sua lunga storia di un tumore al seno.
Pochi giorni fa ci siamo incontrate finalmente in carne e ossa, chiacchierando di tutto e di più (come sappiamo fare noi donne), stando sedute al sole come due lucertole sul muretto dinanzi l’imponente portone d’ingresso di uno dei tanti bei castelli nel bolognese. Location perfetta per ascoltare il racconto di una piratessa che ha cavalcato i propri mari interni, mari morti e in tempesta, che ha combattuto mostri senza corpo, che ha imparato ad amare le proprie cicatrici e che ha piantato mille e un seme sulla “propria isola che non c’è” (… e che invece c’è!).
Oggi cura e accudisce questi semi come ogni madre aiuta a crescere i propri figli.
Tuffatevi in questa piccola-grande testimonianza; le bellissime immagini del libro sono di Benedetta Nigelli.
Trovo che la storia di Raffaella sia una specie di “medicina magica”… che tutti noi possiamo versarla nel proprio bicchiere, assaporandone ogni tanto (o una volta per tutte!) la sua potenza.
Eccovi allora la presentazione di Raffaella
in fondo potete scaricare il suo librino come pdf “leggero” (1,7 Mb). Chi desidera invece di ordinare il librino in cartaceo (vale la pena!) può lasciare una breve richiesta commentando l’articolo… oppure mandare una mail a Raffaella: raffaellaparisini(chiocciola)libero.it
“… perchè la perfezione non è una virtù: piccola storia di una malattia, anzi due, e della guarigione con l’aiuto di una lumaca, un cane e una tazza di caffè
Vi narro la mia onco-avventura: sono stata operata due volte di cancro al seno e, passato il tempo debito per non inondare le pagine di emotività (inutile), ho sentito il desiderio, meglio una sorta di dovere, di fornire nero su bianco (con l’aggiunta di molti colori) la rilettura ironica e poetica della mia storia; soprattutto la storia delle cicatrici che disegnano il mio torace, e che ho scelto rimanessero tali.
L’idea mi è nata una sera, mentre in giardino guardavo una lumaca procedere lenta lasciando dietro di sé la scia luminosa del suo passaggio: ecco, da quella scia ho capito che solo una rivisitazione poetica ed evocativa della sottrazione subita dal mio corpo poteva dare un senso al mio dolore, e poteva darlo anche per altre donne, per altre persone che avevano perso la fiducia nella forza della fantasia e della gentilezza della/nella vita. Da questo è nato il mio onco-libricino, colorato da una giovanissima illustratrice di libri per bambini, che da diversi mesi ha raggiunto il suo scopo: tante donne operate come me lo leggono e prendono un po’ di coraggio per affrontare la loro fatica, altre non operate ritrovano il gusto e la gioia della loro “salute”, alcuni medici lo fanno girare tra le pazienti… I maschi non sanno se ridere o piangere davanti alle mie considerazioni, ma sono colpiti da un certo coraggio del corpo, spiazzati dal fatto che una donna davvero normale possa decidere, anzi essere convinta!, di poter piacere anche così, con una carta geografica di carne ricamata sui seni:
… per alleggerire il peso dei momenti duri, per condividere un dolore e una paura, che, una volta sgonfiati, diventano una grande risorsa ed una luce per una vita animata da nuove consapevolezze.”
Elogio dell’asimmetria: una sezione diversamente aurea.
R. Parisini, B. Nigelli
pdf del librino: Elogio_dell’asimmetria
Post scriptum:
il medico Dr. Sergio Signori ha pubblicato una interessantissima raccolta di casi di guarigione dal cancro: non sono casi suoi, quindi senza alcun interesse di mettersi in luce. Il libro si chiama “Siamo guariti dal cancro”
Sono storie da leggere, storie da ragionarci. Un libro per tutti insomma: medici e pazienti.
Ogni medico prima o poi è anche paziente…, e succede a volte che un paziente “ci faccia da medico” (e parlo per esperienza)
Non appena la guarigione è avvenuta, esci e guarisci qualcun altro.
Maya Angelou
grazie Sabine per la solita, immensa sensibilità con cui ascolti, accogli e spargi energia vitale intorno a te, anche quando iil frastuono dell’umore cupo sembra sovrastare la musica che abbiamo dentro.
grazie Raffaella per aver scritto della tua esperienza e di condividerla, per ora ho solo sbirciato il libro e mi piacerebbe ricevere il cartaceo, mi sembra proprio bello.
un saluto
ross
“Si sopravvive di ciò che si riceve, ma si vive di ciò che si dona.”
— Carl Gustav Jung
ps.
“da quel momento io non sono mai più stata ancora viva, ma finalmente viva”.
È una delle frasi più belle che ho letto ultimamente… grazie!
I disegni di Benedetta Nigelli sono belli, leggeri, volanti…
leggerlo e rileggerlo scoprendo sempre nuove sfumature, nuove emozioni, lasciare scendere copiose le lacrime che sgorgano dal cuore…
Brava Raffaella
“Tesori” di inestimabile valore sono le esperienze di vita vissuta, e ancora di più lo diventano quando vengono con-divise/tramandate/seminate….
Se poi riguardano la salute sono davvero delle potenti “medicine magiche” come le chiama la Sabine…
Siamo tutti collettivamente coinvolti…
GRAZIE A RAFFAELLA, GRAZIE A SABINE, GRAZIE A TUTTI COLORO CHE AMANO LA VITA! :-)
Grazie infinite Raffaella e Sabine,grazie anche alla scia Luminosa della lumaca grazie per questo pezzo di vita condiviso che da’ vita
Grazie @Rossella, @Fulvia, @Silvia, @Katia…
grazie dei vostri sentiti commenti, pieni di calore e di cuore.
Nella mia cucina ho appeso da tanti anni queste parole di Clarissa Pinkola Estés:
«Andate e lasciate che le storie, ovvero la vita, vi accadano, e lavorate queste storie della vostra vita – la vostra, non quella di qualcun’altro, riversateci sopra il vostro sangue e le vostre lacrime e il vostro riso finché non fioriranno, finché non fiorirete.»
SÌ, grazie care amiche, ecco che mi faccio viva: sono Raffaella, la piratessa – seguendo Sabine – protagonista dell’oncolibrino, ma soprattutto una delle tante piratesse che hanno navigato questo mare del cancro, un mare così stralunato, così tempestoso, così fecondo. Come diceva Fabrizio de Andrè? Dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fior…
Sì perché è da esperienze forti come queste, quando si ha la fortuna di poterle ricodare ed elaborare, che si forma il nostro nocciolo duro, o meglio, che lo si ritrova: ripulito da amori sbagliati o fin troppo giusti, da aspettative frustrate, paure e attaccamenti … eccolo lì, come anima di pesca succosa, un nocciolo pieno di asperità e di rughe, ma autentico: siamo FINALMENTE noi!
un abbraccio
le storie vere sono sempre quelle che ti toccano di piu’ sopratutto dentro di noi, e quando sono condivise ti lasciano veramente qualcosa di profondo;grazie Sabine di essere sempre pronta a raccogliere e a diffondere e grazie a Rossella di avere avuto il coraggio di raccontare la tua esperienza. Non riesco a leggere l’anteprima vorrei sapere come fare per avere il cartaceo. Grazie ancora
Ivana grazie, mandami il tuo indirizzo alla mail raffaellaparisini@libero.it e ti spedirò molto volentieri l’oncolibricino! Siete in parecchie a scrivermi, spero di riuscire ad accontentarvi tutte: siamo una bella tribù. ..
Sono arrivata su questa pagina per caso, in un momento della vita in cui un’amica mi ha confidato il suo dolore e le sue grandi paure per la malattia…le sue incertezze…voglio starle vicina, il tuo oncolibricino è ancora disponibile?